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La stagione poco regolare

La stagione poco regolare

Guerin Basket dopo la fine della prima fase della Serie A 2020-2021: il campionato falsato dal Covid, il protagonismo di Sardara, i playoff compressi e la A2 sport estremo.

Redazione

12.05.2021 ( Aggiornata il 12.05.2021 12:16 )

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Con la trentesima di campionato giocata lunedì sera si è chiusa la regular season della stagione 2020/2021 di serie A di basket e si è finalmente composta la griglia dei playoff.

La stagione poco “regolare” - Una stagione, quella appena conclusa, difficile, condizionata dal Covid, dalle sue conseguenze e soprattutto dallo stallo regolamentare che non ha saputo produrre un paracadute adatto alla situazione di crisi in cui le società sportive, quasi tutte, a vari livelli, si sono trovate coinvolte. Così dopo il ritiro della Virtus Roma, incapace di trovare risorse economiche per portare a termine la stagione, ci si è preoccupati, e molto, del turno di riposo obbligatorio domenicale dovuto al numero di squadre dispari e non del fatto che la cosa si potesse ripetere con altre società. Non essendoci il blocco delle retrocessioni le società in fondo alla classifica, da prassi, hanno esonerato l’allenatore e cercato qualche rinforzo sul mercato. Dissanguando così ancora di più le proprie casse, già vuote. In un campionato dove a comandare sono state le infezioni da Covid si è cercato un salvatore della patria, da inserire in squadre spesso sfilacciate e fuori forma fisica, per provare a trovare qualche punto buono per salvare la stagione. Su tutto poi la partecipazione alle coppe europee che ha portato in giro per tutta Europa metà delle squadre della Serie A, con il risultato di sfinire giocatori già esausti, rimediare infezioni dalle varianti più esotiche, svilire ancora di più il campionato nostrano. Poca lungimiranza l’hanno dimostrata anche i dirigenti delle squadre di serie A, troppo legati ognuno alla propria realtà (spesso anche solo contingente) per trovare una sintesi comune e tutti malsanamente convinti della possibilità di disputare un campionato “normale”, per introiti di pubblico e sponsor e quindi con una capacità di spesa e investimento che, a conti fatti, si è rivelata assolutamente sovrastimata. Le poche richieste, non condivise, che sono state fatte alla Federazione, sono cessate con la retrocessione di Cantù, capro espiatorio di un campionato che di regolare ha avuto davvero poco, che ha mostrato partite inguardabili, giocatori spesso fuori forma e allenatori alla disperata ricerca anche solo di un po’ di grinta. Emblematica la scena di Bucchi che cerca di scuotere i suoi giocatori in panchina durante la partita con la Fortitudo, ma in cambio riceve solo sguardi spenti e teste basse...

La leadership di Sardara - In questo clima, dove ognuno pensa e ha pensato ai fatti propri, da Sassari è arrivata la sospensione per dieci giorni da parte di Sardara, di coach Pozzecco, che non ha potuto allenare la sua squadra né portarla in campo, per aver usato un linguaggio blasfemo nei time out di alcune partite di coppa e di campionato. Una decisione che arriva mesi dopo i fatti contestati e imposta per “dovere morale” dal presidente. Dato per assodato che il proprietario di una squadra ci fa quel che vuole, si spera sempre che le sue scelte siano finalizzate al bene della società, ma in questo caso si fa davvero fatica a capire che senso abbia minare lo spogliatoio con una punizione del genere alla vigilia dei playoff. Sempre per stare sereni, appena annunciata la salvezza Varese ha perso il main sponsor: la Openjobmetis difatti via twitter ha annunciato il suo ritiro dalla sponsorizzazione della squadra per il prossimo anno, mettendo nei guai la società che ora dovrà cercare il budget per rifare la squadra e per aderire alle non ancora chiare condizioni per il prossimo campionato. Secondo una società di consulenza incaricata di uno studio sul nostro campionato, poi, le squadre nei parametri richieste dalla FIP per fare la Serie A il prossimo anno non arriverebbero a 12.

Gli accoppiamenti dei playoff - Ora ci si prepara ai playoff che, neanche a dirlo, saranno intensi. La Lega per non alterare la formula al meglio delle cinque partite per le prime due fasi e delle sette per le successive ha compresso il calendario, mettendo di fatto una partita ogni due giorni, favorendo quindi chi ha la possibilità di sfruttare una panchina lunga, e logorando gli altri. Milano (1°) - Trento (8°): è la serie meno aperta in assoluto. Messina ha la necessità di chiudere subito, per non logorare i suoi giocatori in vista delle semifinali di Eurolega il 28 di maggio. Dall’altra parte il suo amico Lele Molin guida la Cenerentola di questi playoff che non ha niente da perdere, ma forse neanche l’abito buono per il ballo. Brindisi (2°) - Trieste (7°): la squadra di Vitucci ha rischiato di vincere la regular season, ma ha faticato a riprendere la condizione dopo lo stop per Covid che ha riguardato giocatori e staff. La vittoria (e i 108 punti segnati) contro Varese l’ultima di campionato, dopo aver perso i due recuperi, ha dato morale al gruppo. Dalmasson e i suoi saranno un bel termometro per misurare quanto Brindisi abbia voglia e gambe per tornare a giocare per lo scudetto. Virtus Bologna (3°) - Treviso (6°): la Virtus ha sofferto nel finale di stagione e probabilmente anche le voci che si rincorrono sul post Djordjevic, quando ancora devono iniziare i playoff, non aiutano un gruppo fortemente slavocentrico a trovare tranquillità e soprattutto grinta. Tutti sperano nello switch campionato-playoff di Belinelli. Dall’altra parte Treviso è una delle squadre più in forma del momento, ma potrebbe subentrare l’appagamento per aver raggiunto la seconda fase del campionato. Venezia (4°) - Sassari (5°): un accoppiamento che tutti si aspettavano e che si gioca con campo favorevole ai lagunari a causa della sconfitta rimediata da Sassari (con Pozzecco a casa) contro la già retrocessa Cantù. La serie è apertissima, ma molto dipenderà dalla capacità di Pozzecco di ricompattare un gruppo di cui il suo presidente sembra volere la leadership, nel momento più delicato della stagione. In caso contrario l’esperienza dei giocatori di De Raffaele (che di presidenti “invadenti” se ne intende parecchio), abituati a mille battaglie, e pronti a trascinare la serie, farà la differenza.

Sport estremi - Guardando la serie A2 ci si accorge che se Sparta piange Atene non ride. Questa la formula del campionato cadetto: chiusa la regular season si continua la stagione con una fase a orologio, alla quale partecipano tutte le 27 squadre di A2, a cui seguiranno poi i playoff e i playout al meglio delle 5 gare, per stabilire le due squadre che saliranno (?) in A e le tre che retrocederanno in serie B. Una vera e propria maratona, con gironi di vario colore, che si compongono in funzione della classifica dei due gironi iniziali. Una formula che non sembra tenere conto del periodo che il paese (e non solo) sta vivendo. Così la A2 di basket ha meritato le cronache giornali e telegiornali perché Rieti impegnata nel girone blu (da non confondere con quello azzurro), ha terminato una partita con un solo giocatore in campo. Troppi Falli? No, troppo Covid: la squadra aveva solo 6 giocatori a referto di cui uno infortunato e impossibilitato a scendere in campo (1000 euro di multa), e alla lunga i giocatori sono tutti usciti per falli. Ci si chiede a cosa servano partite del genere, se non a svilire un campionato che ha già poca visibilità e che non necessita davvero di pubblicità negativa. Commentando la cosa, coach Bianchini ha definito il basket di A2 come “sport estremo”, e c’è da pensarci su.

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