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La testa dell'Olimpia© LAPRESSE

La testa dell'Olimpia

Guerin Basket dopo la ventiseiesima giornata di Serie A: il coltello di Djordjevic, la vista di Galbiati, la costanza di Tonut, il miglior Scola, il Covid di Repesa, la scollatura di Brescia, la lotta di Caja e un campionato da retrocessione.

Redazione

20.04.2021 ( Aggiornata il 20.04.2021 18:06 )

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Milano-Virtus Bologna 94-84. A due giornate dalla fine del campionato Milano vince contro la Virtus Bologna e ritrova la vetta della classifica. Una partita tra due squadre che dovevano, in campionato, rilanciare le proprie ambizioni, con l’Olimpia apparsa deconcentrata e con la testa ai quarti di finale di Eurolega (dove se la dovrà vedere con il Bayern Monaco di Trinchieri) nelle ultime uscite e la Virtus invece che doveva, forse, ritrovare motivazione dopo la sanguinosa sconfitta ad opera del Kazan, costata l’accesso alle finali di Eurocup e una delle wild card messe a disposizione dalla ULEB per partecipare alla prossima Eurolega. Partita assolutamente da incorniciare per Shavon Shields, che chiude con 37 di valutazione e 35 punti in 27 minuti di gioco, ben supportato da LeDay, pericolosissimo vicino a canestro. Per gli ospiti bene un inaspettato Alibegovic, che nel secondo periodo evita il tracollo ai suoi, Belinelli e il solito Teodosic. Nel dopo partita Djordjevic non esita a criticare la squadra, colpevole non di aver lasciato a casa il coltello, ma i denti tra cui il coltello doveva essere tenuto durante la partita. Una strana allegoria per dire che è inutile avere a disposizione tante armi, se poi non si hanno grinta e carattere per usarle. Un richiamo ai suoi uomini, per spingerli a inquadrare un obiettivo, il campionato, che sembrava secondario rispetto all’Eurolega, ma che è rimasto l’unico per dimostrare di meritarsi il posto il prossimo anno. 

Brindisi-Cremona 67-68. Partita da dimenticare per Brindisi, che non riesce a trovare la via del canestro contro una organizzata e compatta Cremona. Davvero pochi i 10 punti del secondo periodo (27 in totale) per la squadra di Vitucci, che negli ultimi 10 minuti prova un recupero che però non si concretizza. A tirare la carretta il trio Harrison, Krubally e Gaspardo, mentre per la prima volta è apparso sottotono Bostic. Cremona, partita per salvarsi e poco accreditata anche per questo compito, si gode ora un meritatissimo nono posto con vista sui playoff. Coach Galbiati ha saputo amalgamare i suoi uomini e trovare una compattezza di squadra che alla lunga sta pagando, in termini di risultati, imponendo un gioco che parte dalla fase difensiva. 

Venezia-Fortitudo Bologna 92-76. Passa dalle mani di Tonut la vittoria di Venezia contro la Fortitudo Bologna: 26 punti per il più costante dei lagunari per rendimento, in particolar modo nella seconda parte del campionato. Nella rotazione larga voluta da De Raffaele (superata la quota di 300 presenze in panchina con la Reyer per il coach), spiccano anche i 14 punti di Watt ma anche i soli 3 di Daye, che al contrario di Tonut quest’anno non riesce a dare ai suoi una costanza di rendimento per lo meno sufficiente. La Fortitudo esce di scena nel terzo e nell’ultimo periodo, lasciando la partita agli avversari, proprio quando sarebbe servito lo scatto vincente. A steccare malamente per Dalmonte sono Fantinelli, Mancinelli e Baldasso, troppi per pensare di arginare un gruppo compatto come quello di Venezia. 

Treviso-Varese 94-103. Sorprende Varese, che ferma la corsa di Treviso, nella partita che forse gli uomini di Menetti reputavano la più abbordabile tra quelle giocate ultimamente. Tradita da una prestazione sotto le aspettative di Imbrò, Treviso è mancata comunque in difesa, non riuscendo a vincere nonostante i 94 punti segnati. Buona la prestazione di Logan, apparso stanco nelle precedenti ultime due uscite e Mekowulu, ormai una certezza, bene anche i 16 punti di Russell, ma con troppi tiri a canestro. Varese ritrova il miglior Scola di stagione, ma costruisce la sua vittoria presidiando i rimbalzi in area, e grazie a una percentuale da 3 complessiva, vicina al 50%. 

Trieste-Pesaro 101-88. Torna alla vittoria Trieste, approfittando di una difesa non proprio granitica di Pesaro e grazie ai 49 punti messi a segno dal duo Delia-Alviti, capaci di portare anche 12 rimbalzi alla causa. Per gli ospiti bene Zanotti e Robinson, ma poca propensione al rimbalzo e difesa da rivedere. Due capisaldi del gioco di Repesa che avrà di che lavorare in palestra in settimana per cercare di invertire una tendenza iniziata con la sua assenza per Covid ma che ha finito per compromettere una stagione fino a quel momento ben al di sopra delle aspettative. 

Brescia-Sassari 82-94. Si aggrava la crisi di Brescia, che non si trova ultima in classifica solo per la sconfitta di Cantù, e che cede a Sassari già dai primi minuti di gioco, non riuscendo poi a rimontare e quindi tantomeno a ribaltare il risultato della gara. Al di là dei risultati sportivi preoccupa anche la profonda scollatura tra proprietà e presidenza che ormai si parlano attraverso interviste a mezzo stampa, e il sostegno richiesto più volte da Buscaglia, subentrato in corsa e poi in caduta libera dopo qualche tiepido segnale positivo iniziale. Riprende la corsa di Sassari, che seppur in un test non impossibile, dimostra di aver ritrovato sintonia e gioco di squadra. Bene Bendzius, Bilan e Burnell, con Spissu e Happ a chiudere il gruppo dei giocatori in doppia cifra. 

Cantù-Reggio Emilia 71-72. Estremamente avvincente e spietata la lotta per non retrocedere, che questa giornata ha coinvolto Cantù e Reggio Emilia e che ha visto prevalere, per un solo punto, gli ospiti. Non alza bandiera bianca Bucchi, che intende lottare fino alla fine, mentre dalla panchina opposta si dice felice e fiducioso Caja che con Taylor, Kaponen e Lemar raccoglie quella che potrebbe essere la vittoria più pesante dell’anno. 

Il finale di questa stagione sta evidenziando le difficoltà di un’annata molto particolare, che probabilmente avrà conseguenze che andranno ben oltre i risultati sportivi. La cancellazione di Roma e quindi di una delle due retrocessioni in A2, aveva fatto tirare un sospiro di sollievo a molte società, in crisi (anche a causa del Covid) di risultati. Questo, assieme alla pretesa del blocco delle retrocessioni, caldeggiata a turno da chi si è trovato transitoriamente ultimo in classifica (ad esempio Varese, che ora con Conti si rammarica che il campionato non sia più lungo) e non come Lega e mai confermata o appoggiata dalla Federazione, ha ritardato eventuali interventi per rinforzare e puntellare rose costruite con ben altre ambizioni che la salvezza. Come risultato squadre che inizialmente erano date per retrocesse come Cremona, ma abituate a lottare nella seconda colonna della classifica, stanno facendo ben meglio di società più blasonate come ad esempio la Fortitudo che dopo aver inserito coach play e pivot della Virtus (ma Roma), aver minacciato di non pagare gli stipendi ed essersi vista bloccare il mercato per una insolvenza stimata dalla ComTec in un milione di Euro, non riesce a staccarsi dal fondo della classifica. Tra le richieste avanzate dalla Lega alla FIP per la tanto attesa riforma del basket professionistico italiano sembra esserci anche quella di rivedere al ribasso i parametri finanziari necessari per accedere al campionato. Una richiesta alquanto strana (per non dire fuori luogo) se l’obiettivo è quello di cercare di creare delle franchigie che possano garantire la propria presenza nel campionato di Serie A a lungo. Quasi l’obiettivo fosse quello non già di porre le basi per il futuro, ma di garantire un futuro all'attuale presente. 

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