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Il fisico di Trento

Il fisico di Trento

Guerin Basket dopo la ventunesima giornata della Serie A 2020-2021: l'ex allievo Molin, lo sponsor di Varese, i liberi di Belinelli, l'esordio di Bostic, gli italiani di Galbiati, il fattore Imbrò,  lo spettacolo su RaiSport e il prezzo dei cambiamenti.

Redazione

10.03.2021 ( Aggiornata il 10.03.2021 19:00 )

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Trento-Milano 61-60. La ventunesima di campionato va in archivio con la terza sconfitta di Milano, stavolta sul campo di Trento, in una partita a dir poco insolita, per punteggio e medie al tiro, in particolar modo dell’Olimpia tenuta a 60 punti da Trento, che invece ne ha segnati 61. Per Messina solo Punter e Rodriguez (partito in quintetto stavolta) raggiungono la doppia cifra, con Shields che si ferma a 9, impalpabili gli altri. Molin invece si gode la prova di Browne e Williams, con Martin che segna in tap in a 20 secondi dalla fine il sorpasso definitivo, con 2 dei suoi 3 punti totali. Nel dopopartita Messina, secondo copione, si complimenta con gli avversari ed elogia la prova dei suoi, consapevole, probabilmente, che la prestazione dei suoi è stata troppo brutta per essere vera. Molin, che di Messina è grande amico e in parte anche allievo, riconosce che Trento ha incontrato Milano al momento giusto, ma si riconosce, giustamente, il merito di aver giocato una partita fisica, che ha messo in difficoltà gli avversari. Una vittoria che fa morale e anche classifica e che deve essere capitalizzata e confermata negli scontri salvezza. 

Varese-Sassari 89-74. Varese mostra muscoli e orgoglio e con una prova super di Ruzzier e Douglas, prima ribalta il risultato del primo periodo e poi incrementa il proprio vantaggio, fino alla fine della partita, con Sassari. Pozzecco nel dopo partita ha parlato di cantiere aperto e squadra in ristrutturazione, mentre Bulleri ha invece elogiato il lavoro continuo svolto dai suoi, in particolar modo in difesa. Parole di elogio anche da Conti, che si gode anche il contratto di sponsorizzazione appena firmato con la AB Oil & Gas Service da 250 mila euro in 3 anni. 

Virtus Bologna-Reyer Venezia 77-72. La Virtus Bologna, guidata da Belinelli (19 punti per lui, di cui 15 realizzati ai liberi), e Teodosic (17 punti uscendo dalla panchina), doma e affonda la Reyer Venezia, cui non bastano i 22 punti dell’ormai solito Tonut e i 12 di Watt per rimpiazzare l’assenza di Daye, portato ma non schierato in campo da coach De Raffaele. Buona la difesa degli uomini di Djordjevic, così come il dominio a rimbalzo, assolutamente impresentabile la media al tiro da 3 degli ospiti. Una vittoria molto importante per la Virtus,  frutto di una rotazione che ha coinvolto tutti i suoi giocatori, ma con il solo Teodosic a incidere sulla partita partendo dalla panchina. 

Fortitudo Bologna-Brindisi 70-95. Resa senza combattere quella della Fortitudo contro Brindisi, che resiste solo 10 minuti alla furia degli avversari. Dominata a rimbalzo, la squadra di Dalmonte è mancata di carattere limitandosi a svolgere poco più del proprio compitino, senza cercare in alcun modo di dare un’impronta alla gara. Vitucci nel dopopartita si toglie qualche sassolino dalla scarpa: loda la prova di squadra dei suoi, guidati dall’esordiente Bostic (apparso ben diverso dal giocatore messo fuori rosa e descritto a Reggio Emilia), e ne elogia la coralità di gioco, sicuramente più importante dell’atletismo che normalmente viene riconosciuto alla squadra. Dalmonte si espone in prima persona, prendendosi tutte le responsabilità della sconfitta, ma fa capire di non essere disposto a passare sopra all’atteggiamento rinunciatario dei suoi e che la sconfitta avrà delle conseguenze. 

Cremona-Pesaro 100-78. Una vittoria importante quella di Cremona contro Pesaro, che consente alla squadra di Galbiati di rimanere fuori dalle acque poco chiare della zona retrocessione, e ottenuta contro un avversario ben quotato, in particolare dopo le Final Eight. Solida la prestazione a rimbalzo e al tiro, ottime le prestazioni della coppia tutta italiana formata da Mian e Poeta: 39 punti in due con il secondo proveniente dalla panchina. Per Calbini (Repesa ancora in convalescenza post Covid) una partita con cattive scelte di tiro e soprattutto diversi passaggi a vuoto dei suoi, con Robinson e il solito Filipovity a tirare la carretta, senza mai riuscire a condurre il gioco.

Treviso-Reggio Emilia 78 -72. La vittoria contro Reggio Emilia consente a Treviso di rimanere agganciata al gruppo che chiude la griglia playoff e di non avvicinarsi alla vicinissima lotta per la retrocessione. Buona la prova di Russell, autore di 24 punti (ma con tanti tiri) e di Mekewulu, mentre la poca produttività in attacco di un appannato Logan è stata più che compensata da un’altra ottima prova del taciturno capitano Imbrò, diventato ormai un fattore per i suoi, pur provenendo dalla panchina. Poco decifrabile la prova di Reggio Emilia, ancora alla ricerca della quadra dopo la rivoluzione fatta nel roster e nuovi equilibri ben lontani dall’essere stabiliti. Una squadra che ha bisogno di trovare una propria identità con Lemar già produttivo in attacco, ma anche con Koponen a corrente alternata, Sims non ancora inserito e coinvolto nel gioco, e Kyzlink nel bel mezzo di un pericoloso passaggio a vuoto. Tanti guai per coach Martino, che ora in molti vorrebbero come responsabile (leggi capro espiatorio) della pessima classifica di Reggio Emilia. 

Trieste-Cantù 82-79. La ventunesima giornata si è chiusa con la vittoria di Trieste su Cantù, in quello che è stato il posticipo di giornata. Non un grande spettacolo offerto ai telespettatori sintonizzati su RaiSport, con le due squadre che a tratti hanno faticato davvero parecchio a trovare la via del canestro, da una parte quanto dall’altra. Meno peggio sono andate le difese, e la combinazione di questi due fattori ha impedito che si generassero strappi tra padroni di casa e ospiti, mentre i ritmi forsennati a tratti impressi al gioco hanno evitato che si finisse con un punteggio da promozione. Il merito di Trieste è stato di non mollare mai e di superare gli avversari e vincere la partita negli ultimi secondi di gara. Determinante a tratti l’apporto di Laquintana, Delia e Fernandez, più continuo invece quello di Henry (20 punti per lui). Importante anche la presenza dell’esperto Peric e Alviti nell’ultimo quarto (quasi irritante nel resto della partita). Cantù ha avuto la colpa di condurre la partita senza mai riuscire a dominarla o a chiuderla, andando spesso in confusione con attacchi all’arma bianca che per i continui passaggi indietro ricordavano più il rugby che il basket. Spesso fuori giri (e con lui tutta la squadra) Johnson, troppo falloso in attacco Gaines, record di punti (30 alla fine) per Smith. Molto da lavorare per Bucchi sull’attacco, da innestare su una già discreta difesa.

La sconfitta di Reggio Emilia, che ancora non riesce a ritrovarsi, testimonia che rivoluzionare un roster ha un costo. Le voci di un imminente esonero di Martino, cui sarebbe stata data una sola partita per salvare la propria panchina, testimoniano invece una dirigenza che sembra avere idee poco lucide. La decisione di scartare giocatori che altrove fanno bene (vedi Bostic a Brindisi alla prima uscita, quindi tutto da confermare, ma pur sempre autore di 20 punti e di una dichiarazione vagamente polemica), non può essere indolore, anche se gli eventuali sostituti sono di livello. Il tutto poi va inserito in una situazione di classifica che si è fatta pressante. La vittoria di Varese è molto importante in termini di classifica (grazie anche alla sconfitta concomitante di Cantù) e di credibilità per Bulleri che deve in qualche modo ripagare la fiducia che gli è stata, fin qui a scatola chiusa, data. La vicinanza continua dell’esperto GM Conti alla squadra ha sicuramente evitato che si cadesse a vite verso il fondo della classifica, ma il (poco) buono fatto vedere finora deve essere confermato già la prossima domenica contro Pesaro. Preoccupano i blackout della Fortitudo, in una posizione di classifica in cui c’è tanto da lavorare di gomiti, per non rimanere sul fondo, compito sicuramente più difficile per chi è abituato a reclamare un diverso lignaggio ed era partito con diversi obiettivi. Ottimo l’acuto di Trento, che ora in quel di Sassari dovrà sfatare la regola che vede, nella gara successiva, perdente la squadra che ha battuto Milano. Le squadre hanno ormai poco tempo per riassestarsi e puntare ai playoff o per portarsi fuori dalle ultime posizioni. Molti giocatori sono stanchi dai tanti impegni europei, affrontati con roster all’osso in un anno in cui causa Covid anche il minimo infortunio ha effetti amplificati e dove, forse, sarebbe stato meglio avere meno obiettivi e più tranquillità.

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