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Messina da tre

Messina da tre

Il punto di Guerin Basket dopo la ventesima giornata della Serie A 2020-21: la percentuali di Milano, l'infortunio di Bramos, Brindisi da sotto, il volo di Barford, i limiti della Virtus, l'ossigeno di Cantù e la solidità di Brescia

Redazione

02.03.2021 ( Aggiornata il 02.03.2021 18:22 )

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Dopo la pausa per le Final Eight e la sosta per la trasferta della Nazionale, il campionato riprende la sua corsa e inizia la cavalcata finale che porterà alla composizione della griglia playoff e alla definizione dell’unica retrocessione che (forse) ci sarà quest’anno. Milano mantiene lo stesso ritmo tenuto nelle partite di Coppa Italia e demolisce la Fortitudo, mandando a referto tutti i suoi uomini. Impressionante la squadra di Messina, che fa un gran ricorso al tiro da 3, ma con medie che altre compagini non hanno neanche ai liberi e soprattutto può contare sempre su 12 giocatori capaci di tenere altissimo il ritmo partita. Non era certo la partita che doveva vincere Bologna, ma alla ventesima di ritorno la difesa aggressiva, marchio di fabbrica di Dalmonte, non si è vista, e il tempo inizia a stringere. 

Sassari vince contro Venezia, che oltre ai due punti perde anche Bramos. Il veterano della Reyer si è infortunato a un piede dopo un solo minuto di gioco e ne avrà per circa un mese. Un alibi per Venezia, cui non basta l’ennesima prestazione super di Tonut, in compagnia di Watt e Clark. Per Sassari una vittoria pesante, ottenuta mandando a referto solo sette uomini, che vale comunque 2 punti, ma che logora i suoi protagonisti. 

Brindisi ha la meglio su Trieste, dimostrando che la partite si possono vincere anche giocando nel pitturato, come si è fatto fino a quando i tiri valevano tutti due punti e allora tanto valeva provare a metterla dentro da più vicino possibile. Con una media sotto il 30 % dall’arco Brindisi sposta l’asse del suo gioco vicino al tabellone per un 18 su 26 che vale un 70% al tiro da 2, ma soprattutto 41 tiri liberi tentati (con solo 27 realizzati a dire il vero), contro i 23 degli avversari. Dalmasson spreme poco più di 50 punti dal suo quintetto, e 20 dalla panchina, guidata dal veterano (di ritorno) Peric, ma 74 punti sono davvero pochi se si vuol vincere in trasferta. 

Sempre in trasferta, Trento perde contro Cremona, una partita a fasi alterne, tentando un recupero finale (28 punti realizzati nell’ultimo quarto), che viene però ben respinto dai padroni di casa. Ottima la risposta di tutti gli uomini di Galbiati, che ha potuto finalmente a schierare Barford, novello Macaulay Culkin, giunto in Italia dopo aver smarrito voli e documenti personali, pare, causa maltempo. Solidi sotto canestro e precisi nel gioco in area, i giocatori di Cremona hanno saputo resistere al forcing finale di Trento, difendendo 8 dei 15 punti di vantaggio fin li accumulati. Seconda sconfitta consecutiva per Coach Molin, subentrato a Brienza e che finora ha colto solo una (importante a dire il vero) vittoria contro i non irresistibili francesi del Metropolitan 92 in Eurocup. A preoccupare gli zero minuti di Pascolo e gli zero punti in 22 minuti di Toto Forray, che accorciano drasticamente le rotazioni a disposizione del coach, ma soprattutto eliminano dal gioco due giocatori da sempre chiamati a fare la differenza come elementi di rottura. Per Il resto bene Williams e letteralmente granitico Maye. Ma per salvarsi sono ancora poco. 

La Virtus Bologna vince contro una Varese indecifrabile, che dopo un buon primo quarto, nel secondo periodo, si ostina ad attaccare dall’arco, collezionando un 1 su 11 che vale 8 punti e un -12 che assieme al -10 del periodo successivo, porta la squadra sotto di 20 punti che non saranno poi recuperati. L’arrivo di Egbunu dovrebbe spostare di più il gioco dentro l’area, ma il centro nigeriano non può certo portarsi il pallone da casa. La Virtus ha dato l’impressione di giocare senza mai premere sull’acceleratore, o quantomeno senza mettercela tutta, dimostrando non superiorità, ma un certo limite caratteriale. Bene Alibegovic, ma assolutamente sottotono Teodosic e Markovic, come Ricci. 

Ossigeno puro la vittoria di Cantù contro Treviso. La squadra di Bucchi lascia Varese sola in fondo alla classifica e aggancia Trento, in piena crisi, pur non giocando una gran partita, ma contro un avversario meglio messo in classifica. Treviso prova a tenere il passo degli avversari con il solito Logan (meno ispirato del solito a dire il vero), Sokolowski (20 punti per lui) e Russell. Troppo poco per riuscire a vincere a Cantù. Ora si complica la corsa alla zona playoff, che si trova due punti sopra ed è affollatissima. 

Reggio Emilia soffre e perde contro Brescia. La squadra di Martino, dopo essersi liberata di Bostic (subito con la maglia di Brindisi) e Sutton, ha inserito in organico Sims, centro di grandi doti atletiche e tecniche, e Brynton Lamar, che ancora non ha potuto esordire per il ritardo nell’arrivo dei suoi documenti in Italia. Segnale che si è voluta puntellare tutta la squadra (Lamar è una guardia, buon realizzatore, ma all’occorrenza anche play), per togliersi quanto prima dalla zona retrocessione. Al momento però il lavoro è tutto da fare, la squadra ha mostrato sprazzi di gioco, con Johnson, Sims, e Koponen in grado di trovarsi quasi a occhi chiusi, ma non ha dimostrato continuità, andando spesso in affanno in difesa. Brescia si gode le giocate del folletto Cherry e la solidità di Burns e Crawford con Willis ispirato e preciso in attacco. Una squadra più rodata cui Buscaglia ha dato un senso e che ora si tiene stretta il settimo posto in classifica. 

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