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La retrocessione di Varese

La retrocessione di Varese

Il punto di Guerin Basket dopo la diciottesima giornata del campionato di Serie A: Dalmasson, Procida, Belinelli, Brienza, Imbrò, Daye, Bulleri, Gandini e tanto altro...

Redazione

02.02.2021 ( Aggiornata il 02.02.2021 19:22 )

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La diciottesima di campionato va in archivio con la sconfitta di Milano in casa ad opera di una perfetta Trieste, che grazie a questa vittoria sale al sesto posto solitario in classifica. La squadra di Dalmasson trova una buonissima serata al tiro con un 66% circa da 2 e da 3 punti, che taglia le gambe ad un'Olimpia meno aggressiva e più remissiva del solito. Davvero pochi i 4 liberi tentati (e sbagliati) dalla squadra ospite in tutta la partita, che testimoniano forse una propensione al tiro da fuori, ma anche una difesa meno attenta del solito per i padroni di casa.

Cantù con coach Bucchi alla sua prima panchina dopo il ritiro di Roma vince il derby contro Varese dopo aver condotto tutta la partita e accelerato poi nell’ultimo quarto, quando le polveri degli ospiti sono sembrate davvero troppo bagnate per reagire ai 26 punti dei padroni di casa. Buoni i segnali per Bucchi, che nel dopopartita riconosce ai suoi tanta buona volontà ma anche tanto lavoro da fare per raggiungere la salvezza. Da segnalare l’ennesima buona prestazione di Gabriele Procida, la guardia-ala del 2002 proveniente da Lipomo in provincia di Como. Un millennial che tiene il campo come un veterano e che sta dimostrando di avere margini e capacità di continuo miglioramento. Finalmente un giovane vero, che gioca in serie A da protagonista, ma che si fa accompagnare ad allenamenti e partite perché non ha ancora preso la patente.

Molto solida la Virtus Bologna che vince in casa di Cremona, rimanendo nel gruppo delle seconde in classifica a 22 punti. La vittoria della squadra di Djordjevic si è basata sulle solide prestazioni di Belinelli e di Hunter, autore di una prova monstre con 12 su 14 da due e 38 di valutazione finale. I due lasciano davvero poco agli avversari, ma anche ai compagni di squadra, alleggerendo il lavoro di Teodosic e Marcovic, ma anche riducendo al minimo l’impiego di Alibegovic, rimasto ai margini delle rotazioni. La Virtus dimostra di avere ancora potenziale di crescita, in particolar modo se migliorerà la facilità di gioco e soprattutto di andare al tiro, dei suoi giocatori migliori, Belinelli in primis. 

Costa cara a Trento l’ennesima sconfitta, stavolta in casa, ad opera della Fortitudo Bologna. Trento non sa più vincere e le conseguenze vengono pagate tutte da coach Brienza, esonerato poche ore dopo la partita. Per i padroni di casa il (quasi) solito copione, con l’Aquila che resta in partita nei primi 3 periodi e si scioglie come neve al sole nell’ultimo quarto. Quando tempo per porre rimedio non ce n’è più. La partita è dominata da Saunders, che segna 26 punti giocando 29 minuti, ma soprattutto con il 90% da 2, mentre per Trento non bastano i 18 punti di Williams e la doppia cifra di Browne e Maye. Ora tocca a Lele Molin, promosso sul campo a primo allenatore, cercare di portare la squadra fuori dalle secche, levandosi dal fondo della classifica e tentare di non perdere la corsa per gli ultimi posti playoff, al momento a soli 6 punti. 

Brescia perde con Treviso in casa una partita dai due volti: assolo di Treviso e +28 fino all’intervallo, e poi recupero di 25 punti di Brescia che sbaglia il tiro dell’overtime con Bortolani, finito sul ferro. La polizza salvavita di Menetti si chiama Imbrò, che esce dalla panchina e segna 29 punti distribuendoli equamente nei 4 periodi (compresi i due tiri liberi finali che mettono in sicurezza il risultato), al contrario di Logan che si spegne invece negli ultimi due periodi. Sulla panchina opposta Buscaglia vive sensazioni contrastanti: la Leonessa non si è arresa e ha lottato letteralmente fino all’ultimo pallone, sul quale forse è arrivata troppo stanca, al termine di una lunghissima rincorsa. D’altro canto però sono decisamente troppi i 61 punti concessi agli ospiti nei primi due quarti e per certo, il campo di casa merita ben altro rispetto, che quello mostrato dai suoi uomini. 

Venezia espugna il campo di Pesaro, al termine di una partita non bella e dal punteggio basso, con Daye che dopo un primo quarto anonimo va in crescendo fino all’ultimo periodo. Accanto a lui Tonut, ormai una certezza per i lagunari, e il solito Watt, con Vidimar limitato dai falli, ma quelli subiti, vista la sua scarsa attitudine ai liberi. La squadra di Repesa gioca solo a tratti, grazie ad alcune giocate di  Robinson e al solito Cain, ma poi perde il contatto con gli avversari quando si affida troppo al tiro da 3 e alle soluzioni estemporanee e non costruite di Delfino (a tratti quasi irritante) e allo stesso Robinson. 

Brindisi difende il fattore campo e riscatta la sconfitta contro la Reyer, dopo la quale aveva riposato. Una vittoria di squadra, con Perkins e Thompson a guidare l’attacco e Udom a prendere rimbalzi nel pitturato. Per Reggio Emilia una buona prova, in attacco, di Bostic, supportato da Baldi Rossi e Candi, mentre davvero povero l’apporto dei due nuovi acquisti con Sutton sottotono e Koponen ancora impalpabile. 

La giornata si chiude, come detto, con l’esonero di Brienza, colpevole di non aver dato un’anima a Trento e di aver perso la capacità di portare a casa partite che sembravano quantomeno sulla strada della vittoria. Un esonero per dare una scossa a un ambiente che, nell’anno degli alibi è sembrato adagiarsi su una apatia a tratti imbarazzante. Colpa solo del coach? Finora gli esoneri hanno portato dei risultati che fanno quasi gridare al miracolo, giudicando i quali si dovrebbe ritenere gli esonerati degli incapaci. Ne hanno fatto le spese Sacchetti, coach della nazionale ma incapace di fare due vittorie a Bologna e coach Pancotto, tagliato per far posto al più ruvido Piero Bucchi, uscito subito vittorioso dal derby contro Varese, squadra che alla crisi di risultati ha aggiunto una precaria condizione fisica post Covid e sulla cui panchina, guidata dal poco più che esordiente Bulleri, si stanno addensando nubi minacciose soffiate dal vento delle parole del GM Conti, stanco di fornire alibi a una squadra ormai in evidente debito di risultati e di prestazioni. 

Proprio da Varese, stavolta per bocca di Bulgheroni è rimbalzata la notizia che anche Sardara, proprietario della Dinamo Sassari sarebbe favorevole al blocco delle retrocessioni, assottigliando sempre di più il fronte dei contrari che ora conterebbe, sicuri, solo Milano e Bologna sponda Virtus. Detto che questo sembra un argomento che nessuno (Lega, FIP, presidenti delle squadre) vuole affrontare direttamente, sembra arrivato il momento per gli organi preposti di fare un po’ di chiarezza e di rendere altrettanto chiaro questo finale di campionato. Con una sola retrocessione rimasta dopo il ritiro della Virtus Roma, a chiedere il blocco delle retrocessioni a gran voce è proprio Bulgheroni, che ultimo in classifica, in caso di decisione avversa, si vedrà costretto in fretta e furia a intervenire puntellando la squadra (come fatto da molti colleghi) e forse portando un terzo allenatore (Caja è stato più volte indicato come eticamente impresentabile, e difficilmente, nonostante l’anno e mezzo di contratto che ha più volte detto di voler onorare, siederà sulla panchina di Varese) sul ponte di comando. 

Petrucci e Gandini sono consapevoli che qualsiasi decisione verrà presa, risulterà impopolare. Lasciare anche solo una retrocessione rischia di condannare alla A2 proprio Varese, a dire il vero colpevole di cattiva dirigenza, più che vittima del Covid, mentre chiudere le retrocessioni a campionato in corso sarebbe una ammissione di colpevolezza per non averlo fatto prima, penalizzando Pistoia (auto esclusa dalla A cui aveva diritto) e Roma, ritirata e che forse sapendo di non perdere il titolo avrebbe potuto prendere altre decisioni. Proprio perchè la situazione sembra essere spinosa, è arrivato il momento di decidere, in maniera non salomonica, ma per il bene del movimento e della sua credibilità, cosa fare di questo campionato, iniziando magari quella rivoluzione tanto attesa e di cui tutti parlano, ma che finora nessuno ha visto. Una rivoluzione che dovrebbe coinvolgere tutto il movimento e non solo il suo vertice, perchè se la serie A scricchiola, la A2 (e a scendere anche le altre) non va meglio, visto che proprio il vulcanico Sardara, in una intervista a Tuttosport si è detto quantomeno dubbioso sul prosieguo del suo impegno a Torino, squadra che sembra candidata a salire nella serie maggiore, visto l’impegno dello sponsor (Reale Mutua Assicurazioni) anche per il prossimo anno. Altro segnale che il tempo sta finendo. 

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