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La filosofia di Brindisi© LAPRESSE

La filosofia di Brindisi

Il punto sulla pallacanestro italiana dopo l'undicesima giornata di Serie A: l'impresa di Vitucci, la cura Dalmonte, le scuse di De Raffaele, Belinelli rimandato e tanto, o poco, altro...

Redazione

14.12.2020 ( Aggiornata il 14.12.2020 20:17 )

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L'undicesima di campionato va in archivio con il primo stop per l’Olimpia Milano, battuta in casa (per quel che vale il fattore campo questo sanno) da Brindisi, nuova leader del campionato di serie A di basket. Partita aperta e molto bella quella giocata a Milano, probabilmente la più bella della giornata (e infatti in diretta su Rai Sport c’è andata - di nuovo - Sassari, stavolta contro Treviso) con due filosofie aziendali, di squadra e di gioco diverse, a sfidarsi a viso aperto in campo. Milano è parsa distratta in difesa e con poco ritmo in attacco, con una percentuale da 3 punti resa meno indecente dal solo Datome (rivisto in quintetto). L’esigenza di Messina, al di là del turnover, di far ruotare tutti i suoi uomini, non ha avuto l’effetto sperato, con Biligha e capitan Cinciarini a impatto zero sul match e il solo Moretti rimasto in panchina a guardare la partita. Partita che è sembrata letteralmente schiacciata tra gli impegni di Eurolega, per una squadra in debito di ossigeno. Per contro, coach Vitucci ha ruotato come sempre la sua squadra americano-centrica, ottenendo però il guizzo necessario alla vittoria grazie alla prestazione di due italiani sull’asse play-pivot: Zanelli e Gaspardo, che hanno saputo incidere sul match concedendo riposo ai titolari. Incredibile la prestazione di Harrison (meno male che i tatuaggi non pesano, altrimenti non riuscirebbe neanche a correre), uomo partita con 20 punti, molti dei quali ai tiri liberi, 8 rimbalzi e 5 assist. Per Milano non c’è tempo per leccarsi le ferite, due trasferte in Eurolega, Fenerbahce e poi la sfida in casa dell’Anadolu Efes richiedono concentrazione e tanta energia. Per Brindisi giusto un paio di respiri, per abituarsi all’aria rarefatta della vetta e poi via, di nuovo in campionato, il bello comincia adesso.

Prima vittoria, seconda per la squadra, per coach Dalmonte che sorprende Pesaro fuori casa e muove, anche se di poco, la classifica. Impressionante vedere l’applicazione in campo dei giocatori della Fortitudo: ordinati, generosi e altruisti, ben diversi da quelli visti nella gestione Sacchetti. Ingeneroso non riconoscere i meriti di coach Dalmonte, esattamente come sarebbe ingeneroso dare tutte le colpe dei pochi o nulli risultati raccolti fin qui al coach della Nazionale. In arrivo a Bologna anche Hunt, centro visto (poco) con Roma in questa prima parte del campionato.

Seconda battuta di arresto consecutiva per Pesaro, una delle squadre apparse più quadrate nella prima parte del campionato. A fare la differenza una media tiro da campetto dell’oratorio e 14 palle perse complessive. Presto per parlare di crisi, ma il prossimo turno si va in casa della capolista. Come dice coach Bianchini: “Cavalcare la tigre” per rialzare la testa.

Treviso prova a violare il campo di Sassari con 93 punti, ma i padroni di casa chiudono la gara con 97 e portano a casa la quinta vittoria. La partita si risolve solo nel finale, dove un monumentale Logan non basta per gli ospiti a portare a casa la posta. Sassari trova solidità nel pitturato risponde con la concretezza di Bilan, Burnell, Tillman e Bendzius, affidandosi meno al tiro da 3 e trovando invece punti sicuri in area. Con due partite ancora da recuperare la posizione in classifica di Sassari inizia a farsi interessante.

Precipita la posizione in classifica della Reyer che perde, questa volta contro Brescia, una partita fatta di strappi e parziali dall'una e dall’altra parte, a dimostrazione che nessuna delle due squadre è in grado di esprimere un gioco continuo e che entrambe hanno fatto troppo affidamento sul tiro da tre. La Reyer ha assolutamente bisogno di ritrovare gioco, condizione fisica e profondità di squadra. Finora De Raffaele si è appellato ai troppi infortuni e alle assenze da virus, ma il campionato corre ed è ora di invertire la tendenza.

La Virtus Bologna dell’esonerato ma poi reintegrato Djordjevic trova la vittoria sul campo di Trieste, al suo rientro dopo la pausa Covid. Senza nulla togliere alla squadra di casa, poco più (forse) di un allenamento per i bolognesi, tutti in campo e con il solo Deri che non riesce ad andare a referto. Partita con poco senso, che forse sarebbe stato meglio rinviare (per buon senso, non per regolamento), con la squadra di Dalmasson che ha ricordato tanto un liceale che va a fare il compito di latino appena guarito dal morbillo, con la sola speranza di non prendere 2, tra un antibiotico e una tachipirina. Ancora non pervenuto Belinelli, stavolta non esibito neanche in panchina, causa infortunio, rimandando ancora quella che doveva essere una festa e che invece sembra l’esordio più difficile di tutta la serie A.

Brutta partita per Varese, sconfitta da Reggio Emilia di Super-Taylor e Leonardo Candi. I padroni di casa si dicono disposti a tornare sul mercato per dare solidità in attacco. Si parla di Beane, uscito da Roma. Ci si aspetta da Bulleri che si sbrighi a trovare il bandolo della matassa, prima di trovarsi invischiato nella lotta per evitare l’unica retrocessione rimasta.

Trento non può più nascondersi, la squadra di Brienza vince all’ultimo secondo contro Cantù e si porta nelle zone nobili della classifica. Segnali poco incoraggianti invece dalla squadra di Pancotto, che dopo lo stop per causa Covid pare soffrire a ritrovarsi e che intanto tampona sotto canestro con l’innesto di Kavell Bigby-Williams.

Questa giornata è stata la prima di questa stagione con quindici squadre, dopo il ritiro della Virtus Roma e con la nuova classifica per l’adeguamento dei punti presi contro la compagine romana. Con la (quasi) certezza che non ci sarà il blocco delle retrocessioni, le squadre paiono intenzionate a rinforzarsi, approfittando anche dei giocatori della capitale rimasti senza contratto. Un ulteriore sforzo, che non verrà ripagato dalle entrate pubblicitarie e di pubblico e che troverà poca visibilità in tv, con il posticipo della domenica divenuto l’anticipo delle 17, che pare, su 11 partite trasmesse, precluso all’Olimpia di Milano, per esempio. Il tutto aspettando le riforme ventilate da Petrucci ormai 15 giorni fa, ma delle quali ancora non c’è traccia, sperando che non siano tardive.

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