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La fretta contro la Virtus© LAPRESSE

La fretta contro la Virtus

La Serie A annullata, la promozione di Torino, Eurobasket 2022, il bisnonno di Happ e la scelta di Mannion...

Stefano Olivari

13.04.2020 10:52

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La Serie A 2019-2020 è stata fermata in maniera definitiva dalla FIP, a un mese dalla disputa delle ultime partite, ed è quindi come se non fosse mai esistita. Lo stop è stato una soluzione annunciata, visto che molte squadre non hanno quasi più giocatori e che la pallacanestro senza gli incassi al botteghino non può esistere, mentre sull’annullamento si può e si deve discutere: le partite di tre quarti di stagione sono state giocate per finta? I giocatori non sono stati pagati? Il pubblico non ha assistito? Difficile capire la chiusura preconcetta nei confronti della proposta della Virtus Bologna, che certo faceva i suoi interessi ma che comunque non chiedeva lo scudetto a tavolino. Se la Liga ACB si è presa ancora una settimana di tempo per valutare l’idea di un superplayoff in località unica (Tenerife?), davvero non si capisce tutta questa fretta italiana. A meno che questa ufficialità, come sostengono gli addetti ai lavori (e livori) non sia servita a molti per giustificare il mancato pagamento di almeno tre mensilità.

Ma adesso è già ora di pensare al futuro, sempre che un futuro ci sia visto che lo sport a porte chiuse potrebbe essere uno scenario credibile fino alla fine del 2020. Ufficializzato che lo scudetto non è stato assegnato e che le retrocessioni sono state abolite, la prossima Serie A ripartirà come minimo dai 17 club attuali. Che stando a certe situazioni finanziarie e a propositi di autoretrocessione (Pesaro, ad esempio) che stanno circolando, potrebbero scendere a 14. L’idea della Lega presieduta da Gandini sarebbe quella di arrivare a 16 coinvolgendo un paio di club di A2 con bacino di utenza significativo: facile pensare subito a Torino, anche se questo significherebbe la fine del rapporto con Sassari. Ma bisogna essere sufficientemente onesti per ammettere che ad oggi sono discorsi basati sul nulla, non sapendo in quale modo si ripartirà.

Eurobasket 2021 diventa Eurobasket 2022 e questo rinvio, nel delirio dei calendari riscritti dal coronavirus, era fra i più scontati. Il preolimpico di Belgrado, quello con la giovane Italia di Sacchetti impegnata in una missione difficilissima, sarà dal 22 al 27 giugno 2021. Poi per chi si qualificherà ci saranno i Giochi Olimpici di Tokyo (dal 23 luglio all’8 agosto) e quindi nel 2022 l’Europeo, con il girone di Milano (Forum di Assago) previsto per settembre. Parlando solo di sport, per l'Italia in fase di ricostruzione è una buona notizia.  

La pallacanestro di fa rubare i giovani più alti e coordinati dalla pallavolo, ma che problema c’è quando possiamo trovare un bisnonno italiano praticamente a chiunque? L’ultimo della lista è Ethan Happ, buon lungo che per poche partite si è visto a Cremona in prestito dall’Olympiacos. Chiaramente Happ, che il bisnonno italiano pare avercelo veramente, sta portando avanti questo discorso del passaporto per avere più mercato in Europa, ma considerando statura (2.08), ruolo e stima di Sacchetti, che lo ha voluto e allenato a Cremona, potrebbe entrare nel giro azzurro già nell’estate 2021. Stiamo parlando del posto su 12 riservato ai naturalizzati, quello che nello scorso Mondiale era di Brooks e che in futuro potrebbe essere di DiVincenzo. Di certo fra italiani di scuola totalmente americana alla Nico Mannion, italiani con qualche anno in America come Davide Moretti, naturalizzati per matrimonio alla Brooks o per discendenza come sarebbe Happ, la linea della FIP è tristemente chiara, con la Nazionale destinata a nascondere sotto il tappeto il livello medio dei giocatori italiani.

A proposito, Nico Mannion si è dichiarato per il prossimo draft NBA e quindi la sua carriera universitaria ad Arizona si ferma all’ormai classico ‘one and done’. È convinto di non andare oltre la ventesima chiamata ed in ogni caso può usufruire dei buoni consigli del padre Pace, che quasi lo ha programmato per questa carriera. Il basket di college, soprattutto quello di oggi, non va mitizzato né a livello sportivo né a livello accademico: se Mannion si sente pronto ha fatto bene a buttarsi nella mischia, oltretutto in un’annata senza super-iper-fenomeni.

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