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Il ritorno di Belinelli© LAPRESSE

Il ritorno di Belinelli

Il fine carriera NBA di un azzurro, l'Intercontinentale della Virtus Bologna, il format della Serie A, i soldi di Imola e i lunghi per Sacchetti...

Stefano Olivari

11.02.2020 ( Aggiornata il 11.02.2020 16:42 )

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Marco Belinelli torna nel campionato italiano, per giocare nell’Olimpia Milano? No, stando a quanto detto da Ettore Messina dopo la partita vinta con Cremona. Possibile però che lo faccia nella prossima estate, quando la sua tredicesima stagione NBA sarà alle spalle. L’ostacolo numero uno è ovviamente l’ingaggio, visto che da panchinaro (nei San Antonio Spurs attuali è il decimo per minutaggio) guadagna al lordo delle tasse circa 6 milioni di dollari l’anno. L’ostacolo numero due è la volontà di Belinelli, sincero appassionato di NBA, integro fisicamente, che da veterano senza pretese di impiego potrebbe in questa lega starci ancora un paio d’anni. A favore del ritorno ci sarebbe l’opportunità di giocarsi da leader e non da gregario il finale di carriera, magari lottando per l’Eurolega. Certo per l’intera Serie A sarebbe un colpo di immagine incredibile, con uno dei pochi personaggi riconoscibili fuori dalla parrocchietta.

La Coppa Intercontinentale è la più insulsa delle manifestazioni FIBA, come dimostra la sua storia a singhiozzo e spesso semiclandestina, ma per la Segafredo Bologna di Djordjevic e Teodosic, che sta dominando la Serie A, averla persa contro una squadra di medio cabotaggio spagnolo come il Tenerife, totalmente cambiato rispetto al Tenerife battuto la scorsa stagione in finale di Champions League, è lo stesso una grossa delusione. Quelle FIBA per club sono coppette quando non si vincono ma anche quando si vincono, l’importante è avere una linea. Comunque una tappa verso l'Eurolega, sbocco inevitabile della Virtus.

Difficile spiegare a chi non segue la pallacanestro italiana come mai l’attuale Serie A sia a 17 squadre, ma ancora più difficile spiegare come mai le squadre rimarranno 17 anche l’anno prossimo, nonostante il dibattito verta sul format a 18 squadre o a 16, con possibilità di un ritorno alle 14 già viste in passato. Intanto ci sono due retrocessioni in A2 e due promozioni dalla A2, quindi dal 2020-21 le formazioni torneranno in numero pari soltanto con un numero dispari di fallimenti. A meno di non cambiare le regole a manifestazioni in corso, come in certi tornei aziendali.

La difficile situazione finanziaria di Imola, in cerca di almeno 300.000 euro, non dovrebbe mettere in discussione la conclusione del suo campionato di A2 ma di certo è decisiva per il futuro del club. Essendo il problema comune anche ad altre realtà, la domanda da farsi è una sola: quanto serve per una stagione in A2 dignitosa ma senza grosse ambizioni? La risposta dipende dalle modalità di pagamento dei vari club, senza entrare nel dettaglio, ma è realistico dire che senza almeno un milione di euro garantito da sponsor, mecenati, amici, soci, enti locali, eccetera, sia meglio vendere il diritto e autoretrocedersi in Serie B.

Si ritorna a parlare di Italia, per le convocazioni di Meo Sacchetti in vista delle partite con Russia (20 febbraio a Napoli) ed Estonia (23 a Tallinn), valide per le finte qualificazioni agli Europei 2021, finte perché l’Italia essendo fra i paesi organizzatori (un girone sarà a Milano) è già dentro di diritto. Squadra giustamente sperimentale, senza giocatori NBA, di Eurolega e di NCAA, mentre è meno chiaro perché sia fuori Alessandro Gentile. Fra i giocatori mai convocati interesse per il diciassettenne Matteo Spagnolo, dalle giovanili del Real Madrid, ma in senso tecnico il sogno è quello di trovare qualche lungo che possa stare in una grande competizione senza costringere l'allenatore a invenzioni. Candussi e Toté hanno di sicuro i centimetri, entrambi sopra i 2.10, Toté forse anche un maggiore potenziale inespresso: la brutta situazione di Pesaro ne ha favorito l’impiego in A, con buoni risultati. Di sicuro è uno di quegli italiani che nella mitizzata pallacanestro ‘di una volta’, quella pre-Bosman, avrebbe avuto una lunga carriera in Serie A, senza bisogno di nazionali sperimentali per valutarlo. Il tutto in attesa del passaporto italiano per la grande speranza Paolo Banchero, ingiudicabile dalle immagini da high school che girano ma per il quale si stanno scannando le principali università, da Duke a Kentucky. 

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