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Simmons ai Sixers nel draft NBA più internazionale di sempre

Simmons ai Sixers nel draft NBA più internazionale di sempre

Redazione

24.06.2016 ( Aggiornata il 24.06.2016 09:42 )

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Chissà se Ben Simmons riuscirà a cambiare fin da subito la negatività che aleggia da anni sui Philadelphia 76ers, con il solito pretesto del rebuilding: in fondo nella NBA tutti quelli che straperdono dicono di essere in ricostruzione o di stare ponendo le basi per la ricostruzione, creando spazio salariale e incamerando prime scelte future. Nella notte del Barclays Center di Brooklyn il draft della lega più importante del mondo ha riservato notevoli sorprese ma non certo all'inizio: chiamata alla numero uno l'ala di LSU, scontata anche la scelta dei Lakers allenati da Luke Walton, cioè Brandon Ingram, ala di Duke e altro inevitabile one-and-done. La numero tre spettava ai Celtics, che però non sembravano (a ragione) soddisfatti del talento a disposizione ed erano quindi orientati a cedere le loro scelte in cambio di giocatori pronti subito. Alla fine ha prevalso una linea conservativa, ma la chiamata è stata abbastanza discutibile: l'ala di California Jaylen Brown, che a malapena i suoi agenti avrebbero collocato intorno alla dieci. Il primo giocatore di area FIBA è arrivato alla quattro, il croato del Maccabi Tel Aviv Dragan Bender, chiamato dai Suns. Fra tutte le operazioni effettuate a margine del draft la più importante è senz'altro quella che ha portato Serge Ibaka dagli Oklahoma City Thunder agli Orlando Magic in cambio di Oladipo, Ilyasova e i diritti su Domantas Sabonis, figlio dell'indimenticabile Arvydas, che ha fatto il college a Gonzaga e che è stato scelto alla numero 11. Bisogna sempre resistere alla tentazione di esaltare le cose 'di una volta', draft compreso, ma è certo che tutti quelli che avevano scelte dalla tre in giù hanno tentato di inserire i loro diritti in una qualche operazione riguardante giocatori già nella NBA e questo non è di sicuro un bel segnale. I tanti non americani scelti, ben 15 su 30 del primo giro e 13 su 30 al secondo, a partire da Simmons che ha passaporto australiano, possono regalare un bel titolo ma indicano anche poca chiarezza di idee e il tentativo di fare il colpo invece che investire sulle relative certezze in arrivo dalla NCAA. Cinque francesi, tre croati, due australiani, due cinesi e un elemento da Canada, Lituania, Grecia, Bahamas, Spagna, Egitto, Austria, Ghana, Ucraina, Nigeria, Germania, Serbia, Mali, Haiti, Camerun e Turchia significano soltanto in pochi casi che non ci fosse un equivalente americano migliore: a metà fra il marketing internazionale e l'azzardo, i dirigenti NBA hanno insomma voluto stupire. Ma tornando al ragazzo da copertina, Simmons, bisogna dire che siamo in presenza di una certezza e non soltanto per la storia, visto che l'ultima prima scelta assoluta dei Sixers risaliva esattamente a vent'anni fa e si chiamava Allen Iverson. Simmons è nato a Melbourne, dove suo padre David giocava nei Tigers allenati da... Brett Brown, proprio l'attuale allenatore di Philadelphia. Per ciò che si è visto nella sua unica stagione di college si tratta di un giocatore completo, se si parla di potenzialità e non di presente il paragone con LeBron James ci sta tutto anche se Simmons sembra più maturo e 'giocatore' rispetto al LeBron debordante della sua età (e per un diciannovenne non sempre è un bene, significa avere meno margini). Di certo i tifosi dei Sixers sono fra i pochi ad uscire soddisfatti da questo draft.

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