La NBA di Alessandro Gentile

La NBA di Alessandro Gentile

Pubblicato il 22 giugno 2016, 10:57

Alessandro Gentile diventerà il settimo giocatore italiano nella storia a mettersi alla prova nella NBA, abbandonando le certezze e le comodità italiane (con Milano che potrebbe vincere i prossimi dieci scudetti, se non si suicida) per calarsi in un contesto dove guadagnerà di sicuro più soldi ma dove in sostanza riparte da zero, a quasi 24 anni di età. Lo ha detto abbastanza chiaramente ad Adrian Wojnarowski di The Vertical, andando dritto sugli Houston Rockets che detengono i diritti su di lui e dicendo che nella sua scelta sono decisive le presenze di Mike D'Antoni e di James Harden. Insomma, una conferma a freddo di quanto già a caldo l'azzurro aveva detto dopo il secondo scudetto vinto in carriera. Gentile ha facoltà fino al 10 luglio di rescindere il contratto che lo lega a Milano e la certezza è che in ogni caso lo farà, visto che il presidente dell'Olimpia Proli già da giorni ne parla al passato. Non mancano le offerte da alta Eurolega, a partire dal Barcellona, anche a ingaggio più che raddoppiato (attualmente il figlio di Nando e fratello di Stefano viaggia sul milione netto di euro a stagione), ma il momento giusto per la NBA è indubbiamente questo, si spera con l'aura anche dei Giochi di Rio. Ma cosa potrebbe realisticamente essere Gentile in una squadra NBA di media levatura (ultima stagione da 41-41, con eliminazione al primo turno nei playoff) come i Rockets, che oltretutto perderanno Dwight Howard, che ha appena rinunciato a una 'player option' da 23,2 milioni di dollari? Di base proprio il cambio di Harden, anche se il tiro da fuori è troppo incostante per farne fin da subito un buon attaccante NBA. La struttura fisica invece è proprio quella delle guardie-ali piccole della pallacanestro di oggi, in questo senso l'impatto sarà meno duro che per altri europei: per certi versi i suoi pro e i suoi contro in ottica NBA sono opposti a quelli di un Datome, ma come sempre accade sotto al livello delle superstelle è il contesto a creare le carriere dei singoli. In una squadra dantoniana pura Gentile, pur avendo meno tiro di mille altri sul mercato, potrebbe essere un ottimo giocatore di transizione e un elemento interessante per sfruttare i mismatch. Ma è soltanto teoria, al momento, non sapendo che tipo di Rockets nasceranno e soprattutto se vorranno usare Gentile, scelto alla numero 53 (da Minnesota, che poi lo girò a Houston) due anni fa, come carne da scambio. Di certo una grande sfida che Gentile ha le qualità per vincere, dove per 'vincere' si intende sopravvivere al livello più alto.

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