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Quando lo straniero era Jim McMillian

Quando lo straniero era Jim McMillian

Redazione

18.05.2016 ( Aggiornata il 18.05.2016 10:08 )

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La Virtus Bologna è retrocessa ma forse anche no, considerando alcune situazioni societarie della serie A (Caserta su tutte). Di sicuro la peggiore notizia degli ultimi tempi per un tifoso virtussino è la morte di Jim McMillian, a 68 anni, il grande 'Duca Nero' che ammaliò Bologna e la pallacanestro italiana per due stagioni, dal 1979 al 1981. Abituati agli stranieri semisconociuti e intercambiabili di oggi, il confronto con il passato è sempre impietoso anche se tutto va inquadrato nella propria epoca: nel 1979 la NBA aveva 22 squadre contro le 30 di oggi, ma soprattutto l'Italia era insieme alla Spagna l'unico sbocco professionale accettabile per giocatori forti che per un motivo o per l'altro non trovavano spazio nella NBA: di solito perché non erano abbastanza specializzati per essere gregari e al tempo stesso non erano abbastanza forti per essere la prima o la seconda stella della squadra. Se a questo poi si aggiungeva che un giocatore NBA di classe media poteva nell'Italia dell'epoca guadagnare quasi come in America... Insomma, decisamente altri tempi: adesso è come se la serie A potesse contare ogni anno su 200 giocatori di alto livello in meno all'anno, al netto della crisi finanziaria e di idee non si può fare molto di più. Tornando al 1979, in quell'estate arrivarono da noi anche Bill Laimbeer (Pinti Inox Brescia), Rudy Hackett (il padre di Daniel, alla Jolly Colombani Forlì), Bruce Flowers (Gabetti Cantù), in un campionato che aveva Cosic, Kupec, Roscoe Pondexter, Laurel, Iavaroni, Sojourner, D'Antoni, eccetera. Quanto a McMillian, era un'ala piccola che nella NBA non si era limitata ad agitare asciugamani: nei Lakers campioni 1971-72, la squadra di Wilt Chamberlain e Jerry West allenata da Bill Sharman, ebbe da titolare nei playoff una media di quasi 20 punti a partita. Nella squadra di Chamberlain e West, due che il pallone in mano qualche volta lo pretendevano... Nella Bologna di Porelli presidente, ai tempi targata Sinudyne, vinse subito lo scudetto con Terry Driscoll in panchina e Cosic come altro straniero (...), con compagni come Villalta, Bonamico, Caglieris... E la stagione seguente senza il suo infortunio a pochi giorni dalla finale sarebbe arrivata di sicuro la Coppa dei Campioni, nonostante il famoso arbitraggio di Van der Willige a Strasburgo con il Maccabi Tel Aviv. Attaccante immarcabile in ambito europeo, quando le partite diventavano importanti si trasformava anche in un difensore eccellente potendo annullare la stella avversaria a prescindere dal ruolo. Se ne è andato troppo presto dall'Italia, più per motivi fisici che per scelta, se ne è andato presto dal mondo. Da ricordare finché vivremo, anche senza schiacciare il tasto della nostalgia.

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