Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

La Croazia di Petrovic, il vero problema di Petrucci

La Croazia di Petrovic, il vero problema di Petrucci

Redazione

24.03.2016 ( Aggiornata il 24.03.2016 11:28 )

  • Link copiato

La nomina di Aleksandar 'Aco' Petrovic a commissario tecnico della Croazia, per la terza volta nella sua carriera, ci ricorda che l'appuntamento più importante dell'anno per la pallacanestro italiana è il preolimpico di Torino che vedrà gli azzurri di Messina nello stesso girone dei croati e della Tunisia, con obbligo di primo posto per evitare la Grecia in semifinale e poi di nuovo la Croazia in finale in due partite davvero senza domani visto che a Rio andrà la prima classificata. Se del destino politico di Petrucci e Malagò ci interessa poco, non possiamo però dire la stessa cosa della partecipazione azzurra ai Giochi. Che sarebbe doverosa per la prima generazione di italiani che ha davvero frequentato la NBA, con tutto il rispetto per Esposito e Rusconi. Quale Croazia quindi si troverà in mano il fratello dell'immenso Drazen, che negli anni scorsi ha salvato il loro Cibona Zagabria dal fallimento? Innanzitutto è una squadra che non vince una medaglia in una grande manifestazione dagli Europei del 1995, nonostante i tanti talenti avuti anche in era moderna: spesso schiacciata dalle aspettative e dal confronto con la Serbia, la nazionale croata quasi mai è stata all'altezza dei giocatori schierati e non può sempre essere stata colpa degli allenatori considerando i loro nomi (Skansi, Spahjia, lo stesso Petrovic, Repesa fino a Perasovic, gli unici inadeguati forse Vrankovic e Bozic) e le loro carriere. Al di là della storia c'è però il presente, che parla di una squadra piena di giocatori esperti, tagliati su misura per il basket europeo di alto livello, ma anche con quei baby-fenomeni che da noi non si intravvedono. Della prima categoria fanno parte gli italiani Ukic, Simon e Stipcevic (Cantù, Milano e Sassari), Tomic, Bilan e Zoric, della seconda Dragan Bender (Maccabi), Marko Arapovic (Cedevita), Ivica Zubac (KK Belgrado), Nik Slavica e Ante Zizic (Cibona). Bender e Arapovic visti e stravisti, gli altri sicuri campioni del futuro che forse Petrovic non brucerà (ma è un ragionamento da italiani). Senza dimenticare chi è nella NBA come Hezonja e Bogdanovic e chi ci andrà di sicuro come Dario Saric, con l'asterisco per i naturalizzati alla Lafayette (Milano). Cosa vogliamo dire? Che noi tremiamo per un raffreddore di Gallinari e in fondo siamo contenti delle vacanze anticipate di Bargnani e Belinelli, mentre i nostri primi avversari hanno una profondità e una talento enormi. Oltre che inferiori a quelli della Grecia, a dirla tutta. In questo quadro si capisce come Petrucci sia sensibile ad ogni imposizione o consiglio della FIBA, in uno sport che molto più di altri può girare su due fischi chirurgici.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi