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Spiccioli di Varese (Guerin Basket)

Spiccioli di Varese (Guerin Basket)

Redazione

06.11.2015 ( Aggiornata il 06.11.2015 10:55 )

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L'ultimo cambio di Ranko Zeravica. Il 29 ottobre è morto all'età di 85 anni Ranko Zeravica. Slavo di nascita, playmaker prima e allenatore poi, con la nazionale Jugoslava (prima) e Serba (dopo) ha vinto 1 oro e 1 argento alle Olimpiadi, 1 oro, 1 argento e 1 bronzo ai mondiali e 2 argenti agli europei di basket. Tra le squadre di club ha guidato il Partizan di Belgrado, il Barcellona, la Stella Rossa. Uomo di sport e grande appassionato di basket in Italia verrà ricordato per la pessima stagione alla Juve Caserta chiusa con 6 vinte e 13 perse. Per il resto del mondo invece è l'allenatore che ha plasmato, tra gli altri, Drazen Dalipacig - per chi non lo ha visto giocare, uomo da 43 punti di media partita, migliore giocatore europeo per tre stagioni, devastante in Italia, sempre con squadre del Nord Est e con un massimo in A1 di 70 punti (e all'poca il tiro da tre era molto in là da venire). Ci lascia in silenzio, ma rimane una delle sue dichiarazioni storiche (un po' alla Vujadin Boskov) rilasciata a un nostro giornalista ai tempi di Caserta: "Non ho un giocatore in grado di farmi vincere una partita negli ultimi minuti, in compenso ne ho 5 o 6 che me la possono far perdere". Applausi! Quel pasticciaccio brutto di ... Varese. Per la prima volta dal 2010, la Pallacanestro Varese chiude con i conti in rosso e si vede costretta a un esborso extra da parte di soci per ripianare il bilancio. Per questa volta. Basta che non si ripeta. Quel pasticciaccio brutto di ... Varese 2. La pallacanestro Varese ha di fatto tagliato Kitchen, ma prima ancora di prenderlo. Di fatto è andata così: l'americano, assieme a Roko Ukic, è stato preso per sostituire gli infortunati Galloway e Wayns. Arrivato in Italia si è voluto valutarlo dal punto di vista fisico per un precedente infortunio. La valutazione del giocatore è andata per le lunghe e alla fine, complice l'ottimo rendimento di Ukic e i dubbi sulla tenuta del giocatore, si è deciso di tagliarlo. Fine della telenovela? Forse. Quel pasticciaccio brutto di ... Varese 3. La pallacanestro Varese ha perso il lodo arbitrale con Attilio Caja. Dovrà pagare al coach una mensilità non corrisposta per un importo di circa 4500 € più spese e tasse varie. La vicenda nasce alla fine del campionato scorso quando Varese per parola di Stefano Coppa si dichiarò: "moralmente e legalmente" non obbligata a pagare a Caja la mensilità di febbraio: "Ha lavorato solo due giorni a febbraio". Preso atto di questa decisione coach Caja si è rivolto al Collegio Permanente di Conciliazione che, sia in prima istanza che successivamente al ricorso dei dirigenti di Varese, gli ha dato ragione. La pallacanestro Varese ora dovrà non solo pagare al coach quanto dovuto (con annessi interessi) ma anche le spese dei procedimenti, arrivando a quasi il doppio dell'importo della mensilità iniziale. Il tutto sembra davvero grottesco: 4500 Euro per una società di serie A sono (speriamo) pochi spiccioli o giù di lì ed è incomprensibile che Caja siano dovuto arrivare a rivolgersi a un arbitrato per redimere una questione che oggettivamente poteva essere risolta a quattr'occhi (è improbabile che i dirigenti di Varese non sapessero di dovere uno stipendio al coach pavese). Altro aspetto: facendo due conti, Caja a Varese aveva una paga che potenzialmente si aggira attorno ai 50.000 euro l'anno. Parliamo di cifre che nel calcio vengono date a un allenatore di Lega Pro che non ha mai visto, se non pagando il biglietto, una panchina di categoria superiore. Caja ha un passato di tutto rispetto e un presente come coach in staff del settore squadre nazionali. Un signor professionista insomma, che come tale dovrebbe essere trattato, ma a Varese a quanto pare non lo sanno, e la storia potrebbe non essere finita qui. Bravo coach. Coach Sacripanti, dopo essersi sbarazzato di Trento e aver riportato i suoi alla vittoria (che mancava dalla prima giornata), in conferenza stampa chiude la sua analisi con "questa vittoria è per Veikalas", il tiratore lituano, rientrato in settimana a casa per gravi problemi famigliari. Avercene di persone così. Bravo coach 2. Coach Buscaglia, analizzando la partita appena conclusa proprio contro Avellino si autoattribuisce un 4 in pagella per non aver saputo impattare la partita mentre i suoi ragazzi davano il massimo. Non contento, prima della chiusura si dà anche del “caprone” per non aver “diluito” le rotazioni nel primo quarto. In un mondo dove la critica prevale sull’autocritica, sentir parlare così un coach fa davvero piacere. Buon compleanno Radivoj Korać. Il 5 novembre avrebbe compiuto 78 anni Radivoj Korać, uno dei più grandi giocatori slavi di sempre, morto a 30 anni (morir giovani è una maledizione che accomuna molti campioni slavi di basket) a seguito di un incidente stradale. Per chi lo ricorda: un libro di fondamentali in attacco, a metà tra il ruolo di ala piccola e ala grande (1 metro e 96), molto forte fisicamente, capace di segnare 99 punti in Coppa dei campioni (ai suoi tempi si chiamava così), senza il tiro da 3 e standosene seduto per gli ultimi 8 minuti della partita. Un palmares internazionale che conta 1 argento olimpico, 2 argenti mondiali, 2 argenti e 1 bronzo europeo. Per chi non lo ricorda: era così forte che la FIBA la coppa non gliela ha data ma intitolata. La coppa Korac è stata dal 1971 al 2002, quando fu soppressa, una competizione europea per club (equivalente alla coppa Uefa nel calcio). Dal 2002 la federazione Serba, che ai suoi campioni ci tiene, ha intitolato al giocatore la Coppa Nazionale Serba, a che tutti i campioni di oggi ricordino che gli devono qualcosa. Buon Compleanno James Naismith. Il 6 novembre avrebbe compiuto 154 anni (!!!!!) James Naismith inventore della pallacanestro e primo allenatore della storia del basket. Canadese di nascita, filosofo appassionato di sport ed educazione fisica, allo Springfield College ricevette l’incarico di pensare a un modo per fa fare ginnastica e movimento durante i mesi invernali ai ragazzi della scuola. Dopo un paio di settimane di studio il professor Naismith redasse le prime 5 regole del nuovo gioco, che in seguito divennero 13, e fu giocata la prima partita di basket tra i 18 ragazzi (divisi in due squadre) della sua classe che si concluse per 1-0. Un inizio non proprio spettacolare, l’embrione appena abbozzato di quello che poi sarebbe diventato uno degli sport più praticati e spettacolari del pianeta. A guardare le foto di allora viene da sorridere: professori con baffi e occhiali, cravattino e ragazzi in posa con pantaloni e magliette a maniche lunghe. A pensarci bene però tutti noi: appassionati, giocatori, tifosi, indossatori di merchandaising a pagamento, dobbiamo qualcosa a questo tenace manipolo di ragazzi e al loro insegnante filosofo, tutti noi, la Nike e l’Adidas poi non ne parliamo. @luigi_ceccon

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