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Da Pianigiani a Messina, Petrucci aggrappato a Rio

Da Pianigiani a Messina, Petrucci aggrappato a Rio

Redazione

04.11.2015 ( Aggiornata il 04.11.2015 15:54 )

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La notizia era nell’aria: Pianigiani lascia la guida tecnica della nazionale. A darne notizia un comunicato della Federazione che parla di rescissione consensuale e che indica Pianigiani ancora supervisore tecnico, ma non più allenatore della Nazionale. Al di là del comunicato non è un segreto che Pianigiani (che deve le sue fortune alla Mens Sana di Siena), coach della nazionale azzurra dal 2009 voluto da Meneghin, non è mai stato nelle grazie di Gianni Petrucci, presidente della FIP dal 2012 ma soprattutto presidente di professione, visto che di presidenze in ambito sportivo ne ha accumulate molte nella sua lunga carriera. Proprio Petrucci si è trovato in pieno mandato a gestire la questione Siena, di cui la vicenda Pianigiani sembra l’ennesima propaggine. I fatti: nel maggio 2014 è stato arrestato il presidente della Lega Basket (freschissimo di nomina) ed ex presidente e prima ancora dirigente della Mens Sana, Ferdinando Minucci, con l’accusa di associazione per delinquere con lo scopo di commettere una serie indeterminata di delitti tributari. Una roba comune in Italia, si dirà, se non fosse che il buon Minucci aveva preso l’abitudine di pagare in nero giocatori e (pare) anche allenatori della sua squadra, presentando bilanci falsi e virtuosi. Questo, poi, ha permesso a Siena di diventare una corazzata nella quale si accumulavano campioni che giocavano per ingaggi ridicoli e di vincere ininterrottamente il campionato italiano dal 2006 al 2013. Una truffa sportiva, quindi, che sportivamente ha avuto come unica conseguenza per Siena la non iscrizione al campionato di serie A, ma a seguito del fallimento economico della società. Sul resto, a parte una lettera di disapprovazione di Petrucci sull’elezione di Minucci (all’epoca indagato) alla presidenza della Lega Basket, si è taciuto, anche davanti alle richieste di Toti, presidente della Virtus Roma, che chiedeva di togliere gli scudetti vinti a Siena illecitamente. Petrucci, generalmente uomo dalle prese di posizione molto decise, ha preferito lavarsene le mani, come un moderno Ponzio Pilato: “Siena esclusa dai play-off e privata dei titoli vinti? Non posso rispondere a queste domande, il nostro ufficio inchieste sta lavorando da circa un mese ed è ancora tutto da capire. Stiamo studiando l’argomento. Al momento non voglio addentrarmi in cose di cui non sono preparato”. E si è confermato assolutamente ignavo anche commentando l’avviso di garanzia che l’ormai ex coach della nazionale aveva ricevuto per aver preso dei soldi in nero proprio da Minucci, quando era ancora coach della Mens Sana: “Ho parlato con Pianigiani ma non voglio fare commenti In questi casi se uno tace, non sbaglia”. Difesa del coach? Assolutamente no, la pistola, carica, era già pronta e si aspettava solo l’occasione propizia per liquidare una volta e per tutte Siena e i suoi uomini. L’occasione è stata data dell’ultimo campionato europeo dove la “Nazionale più forte di tutti i tempi” (e meno male) è arrivata sesta, mancando il pass Olimpico ma centrando il preolimpico (una sorta di interrogazione di fine anno tra le ultime della classe per giocarsi l’ultimo posto disponibile) da giocare a luglio 2016. Proprio a luglio si chiuderanno le indagini del caso Minucci e quindi Pianigiani avrebbe rischiato di trovarsi sotto processo proprio mentre si giocava l’accesso alle Olimpiadi. Questa probabilmente la carta che si è giocato il presidente Petrucci e che ha portato alle dimissioni “consensuali” di Coach Pianigiani. A Pianigiani, quindi, non sono stati imputati i risultati dell’ultimo Europeo di basket. Se è vero, difatti, che il coach aveva a disposizione tre giocatori NBA (Datome era rotto e ha passato il tempo a sventolare gli asciugamani), è altrettanto vero che il campionato Italiano di basket del 2015 è stato archiviato come il più povero tecnicamente degli ultimi anni, con un via vai di giocatori stranieri che i tifosi preferiscono dimenticare, una qualità di gioco imbarazzante e con gli italiani non pervenuti nella squadra che poi ha vinto il campionato. Questa però non è colpa del coach, ma di una Federazione che, finito di specchiarsi in un recente passato, ora si trova a fare i conti con una crisi molto profonda che coinvolge società sportive, settori giovanili e vertici federali, immobili e incapaci di innovazione. Quindi, per Petrucci, meglio tacere. A sostituire Pianigiani molto probabilmente verrà chiamato coach Messina, con un contratto part time che gli consentirà di allenare (in seconda, ma solo per il momento) i San Antonio Spurs di Popovich – dopo le Olimpiadi di Rio nuovo coach, ma full time, della nazionale USA – e la nostra nazionale contando sull’aiuto di Frank Vitucci, attualmente a spasso. L’aura di intoccabilità del coach siciliano fornirà un bel parafulmine per Petrucci, un collante per la poltrona di presidente cui sembra, nonostante tutto, davvero affezionato. @luigi_ceccon

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