Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Cazzimm’ State of Mind (Guerin Basket)

Cazzimm’ State of Mind (Guerin Basket)

Redazione

22.04.2015 ( Aggiornata il 22.04.2015 16:49 )

  • Link copiato

Dodicesima di ritorno, i playoff sono alle porte e al momento, di sicuro, c’è solo che la prima posizione è di Milano. Per la seconda piazza è lotta tra Venezia e Reggio Emilia, con la prima leggermente favorita, mentre al quarto posto Sassari si deve guardare le spalle da Trento, con Brindisi probabile sesta. È bagarre per il settimo e l’ottavo posto, con 5 squadre in due punti, mentre la vittoria di Caserta trascina un’assopita Pesaro fuori dal limbo a specchiarsi nei propri limiti vicino al bordo da cui si vede l’A2. In settimana si gioca il big match di Desio, l’ennesimo derby lombardo, stavolta tra Cantù e Milano, recupero della sesta giornata di ritorno, che vede Cantù vincere per 83 a 64 sui più quotati avversari dell’Olimpia. Tutti gli occhi, al solito, sono su Metta World Peace, che in campo fa il suo portando 13 punti alla causa e qualche rimbalzo. In conferenza stampa il giocatore americano dirà di avere avuto qualche motivazione in più grazie alle dichiarazioni ai giornali di “quel tizio di Venezia” (Ress) che lo aveva definito prevedibile e che proprio per questo, da ora, non contento della sua carriera, giocherà più duro. Ress è avvisato: se l’è segnata. Cantù poi concede il bis con Cremona, che perde ma salva la differenza canestri al termine di una partita giocata a sprazzi da entrambe le squadre, incapaci di dare il colpo del KO. I tifosi di Cantù rivedono i fantasmi dello scelleratissimo finale contro Pistoia, in particolare con Gentile in panchina, ma per (loro) fortuna l’epilogo è diverso. Finale: Cremona resta nella (affollata) palude dei 24 punti, Sacripanti e i suoi vanno a 26 e i playoff non sembrano più un sogno. La partita è anche l’occasione per Stefano Gentile di presentare la sua fondazione, che raccoglie abiti usati per le persone indigenti, il suo nuovo sito web e una linea di abbigliamento ideata da lui, che non poteva non chiamarsi “Cazzimm’ State of Mind” e che è a sostegno della fondazione:  bravo in campo, ma anche fuori. Venezia batte Trento e, salvo passi falsi, vede il secondo posto a portata di mano. Recalcati si congratula con gli avversari, ma soprattutto con Goss e Viggiano che chiudono a 21 punti, compensando anche la scarsa vena di Peric che, caso raro, chiude senza andare in doppia cifra. Buscaglia non fa drammi per la sconfitta in quel di Mestre e prepara i suoi ai primi playoff in Serie A. Infuocato il derby  campano tra Avellino e Caserta: la squadra di Esposito, portata sulle spalle da un immenso Ivanov , vince di 4 punti rinviando il discorso retrocessione  (ma anche il discorso salvezza) a data da destinarsi. Nel dopo partita interessante l’esercizio di De Cesare, che parla di responsabilità e colpe (sue) nell’aver affidato la squadra a Vitucci (cacciato) e Nevola (ancora in staff),  bravi, anzi bravissimi entrambi (si dice sempre così di chi, a vario titolo, non c’è più), ma troppo morbidi con la squadra. La squadra ora è stata affidata a Frates e Nevola, la colpa era tutta di Vitucci (che non è stato cacciato, ma c’è stata l’ormai classica “risoluzione consensuale”) e Avellino ha riperso in casa per l’ennesima volta. Pistoia doma la Grissin Bon  e rimane agganciata al gruppo in corsa per le ultime due posizioni libere dei playoff. Nel finale di campionato la squadra di Moretti si dimostra  capace di attingere a risorse e motivazioni ben nascoste durante il resto del campionato e di crescere come ha fatto lo scorso anno, quando arrivò a spaventare i futuri campioni di Milano in semifinale. La squadra di Menetti invece ora è terza, a due punti da Venezia e 4 da chi segue, e deve far rifiatare parte di un roster non giovanissimo, in attesa della seconda fase. La Virtus Bologna vince quel che è un vero e proprio derby (ma un po’ sbiadito) contro Pesaro. Coach Valli pare aver risolto i suoi dissidi interni con Allan Ray che, un po’ permaloso,  in uno degli allenamenti dopo la sconfitta con Cremona prima era andato via sbattendo la porta e poi era tornato dichiarando: “caso chiuso ma era stato l’allenatore a cacciarmi” che vuol dire: “torno, ma solo perché sono buono”.  La notizia era stata riportata da tutti i media di settore e fa un po’ sorridere pensare che nello stesso momento coach Peterson con 79 primavere sulle spalle, durante un time out ai mondiali di basket over 45 a Zara, si stava letteralmente mangiando il quintetto della nazionale italiana colpevole di non prendere rimbalzi e non tuffarsi sui palloni vaganti. Altra tempra. Coach Paolini dice di essere contento dei suoi: hanno dato tutto, non gli può rimproverare nulla, la prestazione è stata buona e va bene così. Paolini è bravissimo a non far deprimere un gruppo giovane con lo spettro della retrocessione, ma la strada della salvezza è lastricata di pessime prestazioni, ginocchia sbucciate, magliette sudate e soprattutto partite vinte. Caserta poi ha recuperato altri due punti: attenzione. Brindisi cozza contro la difesa di Roma, con una squadra non al meglio, forse appagata per il sesto posto conquistato e da difendere, sicuramente un po’ stanca. C’è da formattare tutto prima dell’inizio della seconda fase, recuperando energie e ritrovando amalgama ed equilibri che al momento paiono lontani. A Roma tutti si chiedono: Mika Vukona! Chi era costui? Per riparare all’ennesimo infortunio che stavolta ha messo fuori dai giochi per 45 giorni Bobby Jones, la dirigenza romana ha scelto di puntare su un giocatore neozelandese di 33 anni mai stato prima in Italia. Più che un rinforzo, sembra l’ennesimo esercizio di stile di Alberani, che cerca di sorprendere tifosi e appassionati con un nuovo coup de théâtre, per i quali però in questa stagione sembra aver perso la mano.  Nel frattempo la squadra di Dal Monte continua a cercare, tardivamente, i playoff grazie a una prestazione super (la prima finora) di Ebi e alle giocate di Curry (37 anni), orchestrati da un ottimo Stipcevic , il giocatore con più minuti in campo nel girone di ritorno, ma per necessità: la virtù è altra cosa. Sorride Varese che passa sul caldissimo (per definizione) campo di Sassari, alla quarta sconfitta consecutiva. Gli isolani sono in crisi, anche qui dissidi tra giocatori e allenatore (e ci vuol coraggio vista la stazza di Sacchetti) con Sosa messo fuori squadra per motivi disciplinari e vicino al taglio. La settimana scorsa si era parlato di Aradori in arrivo dalla Spagna, ma il giocatore fa sapere di star bene lì e di non essere interessato. Difficile sostituire quello che a tratti è stato il miglior sesto uomo del campionato, ma la scelta di tagliarlo pare definitiva. La “cura Caja” fa bene a Varese e finalmente in campo si vede il miglior Maynor, aiutato da un superlativo Eyenga. Magari non arriveranno i playoff, ma almeno ci sarà modo di chiudere in maniera dignitosa una brutta annata. Nel frattempo la dirigenza sta scegliendo il nuovo DS per il prossimo anno. In corsa ci sono Giulio Iozzelli di Pistoia e Nicola Alberani della Virtus: per chi faranno il tifo i supporter di Roma? Capo d’Orlando gioca una partita ordinata, senza strafare, e con una difesa ben messa e accorta, e tanto basta per aver la meglio su una sgraziata Milano, alla seconda sconfitta consecutiva. Sicuramente Milano paga l’assenza di Hackett (di cui comunque aveva fatto a meno per il girone di andata) e sembra avere molto meno lucidità di quel che le serve, ma la sconfitta sembra più un problema di approccio che di assenza. Senza nulla togliere ai padroni di casa che hanno giocato, comunque, al loro meglio. Luigi Ceccon, per Guerin Basket

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi