Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Maynor e gli americani di una volta

Redazione

16.01.2015 ( Aggiornata il 16.01.2015 15:34 )

  • Link copiato

Giro di boa e tempo di bilanci per la serie A di basket e un campionato che vede Milano in fuga, Venezia con il fiato corto, Sassari in ripresa e Reggio Emilia in buona forma. In fondo alla classifica il derby delle ultime, con Caserta nominata come squadra materasso sulla quale ormai non punta più nessuno, ma che cominciando a vincere potrebbe tenere vivo un barlume di speranza. Milano vuol chiudere in testa e prova l’esame Pistoia, Venezia un po’ in difficoltà scende in Sicilia mentre si prevedono scintille tra Sassari e Cremona. Avellino in casa gioca con Varese per avere la certezza delle Final Eight, magari con un orecchio al campo di Cantù dove una vittoria della Virtus metterebbe al sicuro la partecipazione dei campani alla competizione. Pasta Reggia Caserta - Consultinvest Pesaro 80-73 Caserta si redime e lava i suoi peccati all’ultima di andata, lasciando quello che pare un barlume di speranza nel cuore dei suoi tifosi (che hanno smesso formalmente di crederci da tempo) in una salvezza che appare più un atto di fede che una possibilità reale. Esposito alla quarta in panchina centra la vittoria, mandando in campo una squadra assetata, rabbiosa e battagliera che risulta essere “troppo” per gli avversari. In pressing dal primo minuto, Caserta si trova subito davanti e conduce avendo anche 22 punti di vantaggio, grazie alla regia di Capin (lo slavo playmaker con il cognome da veneziano) che realizza anche 19 punti, Vitali, che dopo la virgola della precedente partita, saluta il pubblico di casa con 16 punti e Antonutti con 13 punti; bene anche Scott e Ivanov e uno inaspettato Tessitori (8 punti e 3 rimbalzi). Per Esposito salvarsi vuol dire giocare con rabbia, aggressività e guardare una partita alla volta. L’asticella non è altissima ma bisogna saltare. Pesaro è a 4 punti dall’ultima ora e pare in regressione rispetto al passato. Dell’Agnello, contestato anche dai tifosi, deve difendere la sua posizione di fronte a una dirigenza che si era adagiata su alcuni risultati insperati e sull’alibi di Caserta che, persi bussola e sestante, non sembrava neanche in grado di fiutare il vento. Contro Caserta Pesaro non ha saputo reagire se non negli ultimi 5 minuti di gara, riducendo uno svantaggio di 20 punti che probabilmente avrebbe significato anche lo svantaggio nella differenza canestri in caso di parità. Ma è troppo poco quel che si è visto, con la squadra che si nasconde dietro il solito Ross (21 punti) unico in doppia cifrae comunque incapace di guidare una reazione che quando arriva appare debole e tardiva, con il consequenziale risultato. Ora bisogna rimboccarsi le maniche, lavorare e cercare almeno altri 6 punti fino alla fine della stagione. Visto il poco carattere dimostrato la domanda è: allenatore a parte, a qualcuno interessa vincere? Enel Brindisi - Grissin Bon Reggio Emilia 56-79 Brindisi gioca una partita bruttissima, senza riuscire mai a imporre il proprio gioco o contrastare gli attacchi di Reggio Emilia e perde di 23 punti dopo essere stata sotto anche di 29. Imbarazzante la prestazione collettiva da 3 (4 su 22) e a rimbalzo, dove Brindisi scompare letteralmente da sotto le plance, dando vita a una combinazione statistica micidiale. Solo Pullen (12 punti per lui) e James (11 punti) segnano con maggiore continuità, ma 59 punti in casa sono davvero troppo pochi per pensare di vincere l’incontro. Bucchi non ha segnali positivi da questa partita e deve cercare di archiviarla in fretta: il quinto posto è un ottimo risultato e i fischi del pubblico sono a dir poco ingenerosi, ma il campionato è lungo e le avversarie, anche se in difficoltà, hanno il tempo di riprendersi. Probabilmente Reggio Emilia sperava di vincere, quasi sicuramente non con uno scarto del genere, su un campo difficile come quello di Brindisi. Menetti si lustra gli occhi davanti al gioco dei suoi che pur incontrando una difesa a dir poco imbarazzante, dimostrano di conoscersi alla perfezione. Solo così si spiegano gli 8 assist di Cinciarini (e i 14 di squadra) che realizza anche 10 punti e le 5 schiacciate di Cervi (record personale) che realizza 12 punti in tutto. Accanto a loro Polonara, 15 punti e un tabellino quasi immacolato, Silins (18 punti) e Diener che chiude con 15 punti. Buone le percentuali di tiro e forte la presenza a rimbalzo (39 complessivi, 13 in più degli avversari), unica nota stonata a voler essere proprio pignoli, i soli 9 (su 79) punti della panchina, davvero pochi anche in una buona serata come quella di domenica. Banco di Sardegna Sassari - Vanoli Cremona 88-82 Sassari priva di Devecchi e Sosa (presenti ma solo per onor di firma) suda le proverbiali sette camicie e riesce a domare Cremona, ma al termine di una vera e propria battaglia. La parte del leone per la squadra di Coach Sacchetti la fanno Dyson (30 punti con 6 su 10 da 3 punti) e Logan (22 punti e assist), unici in doppia cifra, ben coadiuvati dal solito Lawal (9 per lui alla fine) e da Brian Sacchetti, che segna 9 punti e stacca la cedola dei primi mille in serie A. Difficile la partita, Sassari ha provato più volte a staccare gli avversari, riuscendoci, ma solo in parte, nel terzo periodo, mentre nel quarto si è dovuta aggrappare alla maggiore freddezza ai liberi che ha permesso di controllare e vincere la partita. la locomotiva ha ripreso a correre, le Final eight saranno un bell’esame. Cremona, che deve rinunciare a Vitali, vola a Sassari ed è più che determinata a portarsi a casa i due punti poggiando le proprie pretese sulle spalle di un motivatissimo Cusin (che a Sassari rimase per tre giornate, prima di fare le valigie dopo aver visto giocare i propri compagni dalla panchina) 9 punti e, per coerenza, anche 9 rimbalzi per lui e dei suoi compagni Bell (22 punti per lui) e Hayes (15 alla fine e 4 assist). Mai domi i cremonesi mettono continuamente in difficoltà i padroni di casa, guidando il primo quarto e rimanendo sempre in scia e arrivando fino a -1 a pochi minuti dal termine. La resa avviene proprio negli ultimi due minuti quando la squadra di Pancotto non riesce a replicare alle triple di Dyson e ai liberi di Logan. Ironia della sorte (e dei tabelloni tennistici) Cremona ritroverà Sassari proprio nelle Final Eight per una immediata rivincita. Granarolo Bologna - Dolomiti Energia Trento 88-78 Bologna riscatta subito la sconfitta sul campo della Virtus (di Roma) con una gran prestazione in casa contro la temibilissima Trento. Non una bella partita: la Granarolo fatica ad avere un gioco ordinato e lineare così come ad avere continuità. Valli si affida al talento dei suoi attaccanti Allan Ray (che contro Trento realizza anche quanto messo via contro Roma) autore di 24 punti di cu i14 nell’ultimo quarto e 11 (una tripla e otto liberi) consecutivi, Hazell che chiude con 30 punti (che replicano i 30 di Roma ) e White che segna 10 punti e cattura 11 rimbalzi. Solo 9 punti invece vengano dalla panchina, con Cuccarolo, eroe di Roma ridimensionato al ruolo di comprimario. Importantissima la vittoria: restare a 10 punti avrebbe voluto dire perdere il treno delle squadre che ambiscono a uno degli ultimi posto per i playoff. La corsa continua. Trento rifiata e probabilmente si prepara alle sue prime final eight con tutta l'intenzione di non giocare il ruolo della matricola che ne prende 20 e torna a casa contenta della bella esperienza. Qualcosa da rivedere c'è: le ingenuità di fine partita (Spanghero che provoca il pubblico, il pubblico che risponde con un boato assordante, l’arbitro con un tecnico) non servono a vincere le partite, al contrario, fanno perdere calma e concentrazione e di fatto spingono l'inerzia del gioco verso gli avversari. Bene i soliti MItchell e Pascolo, con 20 e 15 punti, male invece Grant (4 punti) davvero poco incisivo pur partendo dal quintetto. Trento non è più una sorpresa, la coppa Italia è una gran vetrina e un ottimo metro per misurare capacità, preparazione e perchè no: fame di vittoria. Acqua Vitasnella Cantù - Acea Roma 60-70 Cantù perde lo scontro con Roma, dimostrando poco carattere, pochissima precisione al tiro e poca benzina nelle gambe. La partita dei padroni di casa dura un quarto: Cantù sposta il gioco vicino a canestro, dove sa che può avere gioco facile, contro i pari ruolo avversari e chiude i primi dieci minuti di gioco in vantaggio di 2 punti. Poi le percentuali da fuori calano vertiginosamente, gli attacchi si spengono contro la difesa di Roma e non si riescono a trovare soluzioni "facili". Nel terzo periodo è Gentile a suonare la carica ai suoi, inanellando 15 punti e portando i suoi in vantaggio di due. È un fuoco di paglia, nel quarto periodo Cantù paga gli sforzi sostenuti dai giocatori per recuperare e si spegne senza riuscire a impattare sulla partita. La squadra di Sacripanti si trova ora invischiata 12 punti, era necessaria una vittoria ma così non è stato. La delusione dei tifosi continua, la pazienza invece pare finita. Roma resta imbattuta nelle due partite di campionato e nella partita di coppa del 2015. La vittoria di Cantù nasce da una difesa molto attenta, alternata tra uomo e zona e in gradi contenere penetrazioni e gioco da sotto degli avversari. Al contrario la difesa di Cantù non è riuscita a evidenziare i limiti di Roma e così se dal reparto lunghi sono arrivati solo sei punti (2 di De Zeeuw e 4 di Jordan Morgan) sono stati Jones (14 punti per lui), Stipcevic (11) e Gibson (19) a portare a casa il risultato con il tiro da fuori. Il limite di Roma è lì: non saper proporre un gioco continuo senza ricorrere sistematicamente al tiro da fuori, sapendo di potersi affidare a una difesa che è davvero asfissiante, ma a volte non sufficiente (i punti bisogna anche farli). Ancora in cerca di identità Triche cui si chiede di portar palla e realizzare punti. Al momento l'ex guardia di Trento pare molto sfiduaciato nei propri mezzi e in crisi con se stesso e i 5 punti finali testimoniano che il realizzatore ha bisogno di ritrovarsi. La squadra di Dalmonte pare rigenerata dai mancati tagli che garantiscono alla rosa attuale di poter vedere il campo almeno fino alla fine dell'EuroCup. Upea Capo d'Orlando - Umana Reyer Venezia 67-54 Capo d’Orlando batte Venezia al termine di una partita in cui ha saputo apporre il proprio marchio di fabbrica dal primo minuto: difesa asfissiante, gioco fluido e (anche) buone mani in attacco. Buonissima la prestazione di Freeman che segna 22 punti (con un 6 su 7 da 3 che fa capire che serata abbia avuto l’americano), coadiuvato da Archie e Henry, 12 punti, e Basile, con 11. Chiude il quintetto Hunt con 7 punti. Griccioli manda in campo 9 giocatori, ma solo 6 trovano la via del canestro con Soragna (unico panchinaro a metterla dentro) che realizza la bellezza di 3 punti (!). Mai criticare chi vince, ma forse un maggior coinvolgimento in attacco dei giocatori che vengono dalla panchina permetterebbe di poter mescolare le carte fuori casa, quando le mani dei tiratori (a volte) sembrano tremare. Con questa vittoria si allunga a 5 la striscia vincente in casa dell’Orlandina, gli altri sono avvisati. La Reyer stecca, e malamente. Impressionante il vuoto offensivo, l’incapacità di far fronte a una difesa (ben organizzata) come quella dei siciliani. Male tutti gli uomini di Recalcati, in particolar modo Goss (2 punti) e il trio Ress, Ortner e Viggiano (0, 6 e 2 punti per i tre senesi). Appena sufficienti, per gli standard usuali, Stone (15 punti) e Peric (12 punti). Una serata storta capita a tutti, ma 2 su 27 (pari al 7.4%) da 3 è un dato che deve assolutamente far riflettere e non è imputabile alla pur buona difesa di Capo d’Orlando. Ora c’è la coppa Italia, ottimo per vedere di che pasta è fatta questa Reyer. Sidigas Avellino - Openjobmetis Varese 67-91 Doveva essere la festa in casa per il raggiungimento delle Final Eight, invece la partita contro Varese diventa un incubo per Avellino, che non solo perde i due punti, ma anche la faccia davanti i propri tifosi. Entrata tra gli applausi la Scandone esce sotto assordanti bordate di fischi, con coach Vitucci che guarda storto i suoi dai quali, forse, si sente un po’ tradito. Del suo quintetto sono solo Banks (18 punti, ma anche 5 palle perse) e Harper (11 punti e 6 rimbalzi) a metterci un po’ di intensità, mentre Hanga chiude a 0 punti (con 0 su 6 da 2) Anosike 8 e Gaines 3. Coincidenze? Probabilmente si, ma forse qualche discorso nello spogliatoio sarà meglio farlo. Ora c’è la coppa Italia (grazie a Roma che espugna Cantù), una bella cartina tornasole. Varese scende ad Avellino per una trasferta se non proibitiva quantomeno difficile e invece trova un avversario arrendevole, capace di provocare pochi pensieri. Pozzecco fiuta la serata, butta i suoi (8 in tutto, solo gli indispensabili, così, per non rischiare) nella mischia, ringrazia e si porta via i due punti, conducendo dall’inizio alla fine e senza mai concedere niente agli avversari. Finalmente ritrovati Rautins (21 punti per il canadese figlio d’arte), Diawara (15 punti) e Callahan (16 per lui). Benissimo anche Robinson, che sentendo puzza di bruciato, segna 17 punti regala 7 assist e prende 6 rimbalzi. Motivazione? Forse, ma adesso tagliarlo diventa più difficile. Varese ha 12 punti, la crisi (forse) è dietro le spalle, adesso si riparte dal derby con Cantù e da Eric Maynor, davvero un grande colpo, tipo gli americani 'di una volta', rapportato alle attuali potenzialità del basket italiano e di Varese. Giorgio Tesi Group Pistoia - EA7 Emporio Armani Milano 73-79 Posticipo di lusso quello che di Pistoia che attende in casa la prima della classe e per l’occasione sfodera un tutto esaurito e un pubblico caldo e coinvolto, che incita la propria squadra sempre e che fa da degna cornice a una combattutissima partita. La squadra di Moretti mette in campo tutto quel che ha e alla fine soccombe solo per la maggior classe individuale degli avversari. Bene Brown con 18 punti e 5 rimbalzi (tutti in attacco) Milbourne (12 punti) e Hall (13 per lui), mentre Amoruso si segnala solo per i 5 rimbalzi conquistati. Coach Moretti non ha nulla da rimproverare ai suoi, ha sfiorato l’impresa e ha dimostrato il valore della sua squadra capace di impegnare i più blasonati avversari fino all’ultimo minuto di gioco. Banchi suda le proverbiali sette camicie, si danna l’anima a bordo campo e a tratti sembra quasi voler picchiare i suoi, ma alla fine Milano si porta a casa risultato e partita, dimostrando carattere e classe di un gruppo che stecca solo in Europa e probabilmente per la mancanza di peso e centimetri. Buonissima la prestazione di Gentile, dal quale ci si aspetta sempre tanto, in un senso o nell’altro, che macina gioco e punti (25 in totale) e che pretende di giocare i palloni più caldi del match. Bene anche Ragland (19 punti e 29 minuti di gioco, partendo dalla panchina) e Samuels che tiene il campo per 36 minuti e protegge il proprio canestro con presenza fisica e dinamicità. Impalpabile Melli, in una partita (se non in una fase) dove ha faticato a trovare posizione e buoni tiri in attacco. La marcia continua, Milano sempre più immagine di Banchi è condannata a vincere, ma non sembra dispiacergli. Luigi Ceccon, per Guerin Basket

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi