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Gazzoni e il campionato dei risarcimenti

Redazione

26 marzo 2015

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Luciano Moggi era un male indispensabile. Questo pensava di lui Gianni Agnelli (inventore anche del corollario giustificativo: "Lo stalliere deve conoscere i ladri di cavalli"), secondo quanto dice l'ex presidente del Bologna Giuseppe Gazzoni Frascara, intervistato da Furio Zara del Corriere dello Sport. Un male indispensabile evidentemente per la Juventus, comunque non certo l'unico club ad essersi avvalso dei suoi servigi. E parliamo del periodo in cui l'ex re del mercato era dirigente bianconero, con la fila di società in teoria concorrenti (non ultima l'Inter, con Moratti in persona che più volte gli chiedeva di intercedere per certe trattative: Moriero un esempio a caso) a richiedere la sua consulenza. Ma visto che stiamo di nuovo parlando di Calciopoli e che la lingua italiana è ostica per gran parte di chi dice di non leggere giornali e siti (che sia proprio perché legge poco?) 'disonesti', ribadiamo il concetto: non è colpa nostra se Moggi è stato giudicato colpevole in primo e secondo grado, cioè nel giudizio di merito, con prescrizione in Cassazione, in un periodo in cui era direttore generale della Juventus. Non è che se a dire un'idiozia sono alcuni tifosi di un grande club questa idiozia diventa meno idiota, con questo metro il Chievo dovrebbe avere sempre torto a prescindere dall'argomento. Detto questo, riteniamo Moggi una vittima dei suoi comportamenti ma anche delle dinamiche di potere all'interno della famiglia Agnelli: certo, ipotizzare che ne parli chi lavora o aspira a lavorare nei loro media è puro fantagiornalismo... Abbiamo citato Gazzoni non per spirito polemico, ma perché è stato un precursore nella questione dei risarcimenti tornata prepotentemente di attualità dopo la sentenza della Cassazione e le parole di Tavecchio sull'iniziativa posta in essere dalla Juventus ("Lite temeraria"). Pensare che le sentenze sportive non abbiano effetti finanziari è un'ipocrisia che per decenni ha retto sotto la minaccia della clausola compromissoria, ma nel mondo del 2015 non si può impedire a chi si ritiene danneggiato (in questo caso la Juventus) di ricorrere alla magistratura ordinaria. Detto questo, se si accetta questo principio allora qualsiasi terzino che si ritenga squalificato ingiustamente potrebbe/dovrebbe comportarsi allo stesso modo. Parlando di non tesserati, poi, il discorso sarebbe ancora più ampio: si pensi soltanto agli abbonati a Sky o a Mediaset Premium: a chi dovrebbero fare causa? Per questo riteniamo che Calciopoli in un certo senso non finirà mai. Perché ha evidenziato i buchi strutturali del sistema, impossibili da sistemare finché all'interno della stessa federazione saranno costrette a convivere realtà troppo diverse. Twitter @StefanoOlivari

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