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Eclissi di Inter

Redazione

20 marzo 2015

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La scommessa da Champions di Thohir, perché di scommessa si trattava, è stata definitivamente persa dall'Inter con l'eliminazione dall'Europa League per opera del Wolfsburg. Non imprevedibile, visto che stiamo parlando della seconda della Bundesliga contro la settima della serie A. Fra l'altro con in campo a San Siro soltanto uno, fra infortuni eed esclusioni da lista UEFA, degli acquisti di gennaio, Santon. Era infatti più facile pescare il biglietto vincente (ricordiamo che da questa stagione chi alza l'Europa League va in Champions) in un torneo ad eliminazione diretta che recuperare 12 punti a una Lazio lanciatissima o 13 a una Roma pur in crisi. Se poi Mancini, cioè l'unico grande acquisto della gestione Thohir, ottempera ai suoi doveri aziendalistici dicendo che si costruirà meglio il futuro senza i giovedì di Europa League, significa che la stagione interista è già finita e che il futuro è quantomai oscuro, con l'eclissi che è più di una battuta legata all'attualità. Nessun progetto può infatti stare in piedi se la cessione dei migliori giocatori è la condizione necessaria per operare sul mercato: Handanovic vuole andarsene in un top club europeo ma nessun top club europeo ha al momento libera la casella del portiere titolare, Icardi ha invece moltissimo mercato e anche Guarin ha diversi amatori, alla fine la monetizzazione passa soltanto da questi tre nomi e non sarà in ogni caso facile migliorare la squadra di quest'anno. Mancini pretenderà due difensori centrali all'altezza del 4-4-2, perché se per proteggere Ranocchia e Juan Jesus serve il libero allora tanto valeva tenersi Mazzarri, un centrocampista di qualità e con un nerbo diverso da Hernanes e Kovacic (il croato lo ha stra-deluso) e una prima punta credibile come successore di Icardi. Ma il problema, diciamolo anche se nel giornalismo va di moda il 'managerese', è che da quando l'Inter viene gestita come un'azienda non è che la situazione finanziaria sia migliorata rispetto ai tempi in cui non veniva gestita come un'azienda. Non esiste ancora, ovviamente, il bilancio 2014-15, ma si può ipotizzare un rosso superiore ai 40 milioni di euro e comunque tale da stare ai margini sia del financial fair play UEFA che della normale operatività di mercato. Da notare che molti pagamenti sono stati posticipati (Shaqiri su tutti) e che il riscatto dei vari Alvarez, Mbaye, Pereira e Taider da parte di chi adesso li ha nella rosa è più una speranza che altro. Vi evitiamo ragionamenti da commercialisti improvvisati, ci limitiamo a notare che non si sente più parlare del famoso bond da 300 milioni di euro (quello che avrebbe dovuto sia coprire l'indebitamento pregresso sia fornire almeno 60-70 milioni per la gestione corrente) e che quindi, proprio come nel calcio di una volta, saranno i soci a dover ricapitalizzare. La recente ricomparsa mediatica di Moratti, con dichiarazioni peraltro dimenticabili, si può leggere anche in questa ottica: mettere il 30% dei soldi e contare zero (sempre che non esistano patti parasociali, non lo sappiamo) non piace a nessuno. Conclusione? Mancini sarà chiamato a costruire una squadra da qualificazione alla Champions League (obbiettivo dichiarato di Thohir entro il 2016) con una rosa che sarà come valore di mercato inferiore a quella, già da media classifica, di quest'anno. Twitter @StefanoOlivari

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