Se nemmeno i tifosi del Real Madrid sono soddisfatti della loro squadra significa che non c'è speranza, la memoria umana arriva al massimo all'altroieri. Non lo pensiamo noi ma Cristiano Ronaldo, incredulo per i fischi dopo la sconfitta del Bernabeu con lo Schalke 04 che per un pelo (se quel tiro di Howedes...) non è costata la qualificazione ai quarti di finale di Champions League ma un po' di paura sì. Poi che uno dei migliori allenatori del pianeta, per lo meno nella categoria 'grandi club' (poi guidare una provinciale o una squadra giovanile è quasi un altro sport), sia messo in discussione da campione d'Europa e del Mondo in carica aggiunge un tocco surreale che nemmeno la difesa d'ufficio da parte di Florentino Perez è riuscita a far dimenticare. Anche perché senza la vittoria in Champions (quindi senza il colpo di testa di Sergio Ramos nel recupero con l'Atletico Madrid, volendo estremizzare ma non troppo) già da luglio il Real avrebbe un altro allenatore. È senz'altro vero che dalle vacanze natalizie in poi il Real è calato soprattutto come intensità e che moltio uomini chiave stanno vivendo un brutto periodo. Casillas ha un atteggiamento impiegatizio, non compie grandi errori ma nemmeno fa Casillas: Ancelotti, sempre attento a non spaccare lo spogliatoio, dà poche, quasi zero, chance a Navas ma spera che questa fiducia incondizionata paghi dividendi più avanti. Gol vengono presi, negli ultimi tempi, anche per l'assenza da infortunio di Sergio Ramos: dalla disfatta nel derby all'imbarazzante prova con i tedeschi è evidente l'ovvio, cioè che Pepe e Varane sono di una categoria inferiore. Non ha apparentemente problemi l'attacco, stando alle statistiche, mentre le partite dicono che Bale non è in grande forma e che non è certo il tipo di giocatore in grado di fare grandi cose da fermo. L'apparente mano morbida ancelottiana, in realtà furbizia da vero uomo di calcio, base di quasi tutti suoi successi (poi magari il Cesena o il Levante li devi trattare in altro modo) viene scambiata spesso per debolezza, anche dai giornalisti (al di là di quelli che scrivono sotto dettatura di Perez oggi o di Galliani l'altro ieri), ma è spesso l'unico modo per farsi seguire da un esercito di primedonne. E quindi? Il prossimo grande club europeo, con palcoscenico Champions, in cerca di un allenatore del genere, che conduca la squadra senza mai sclerare, si chiama Roma.
Twitter @StefanoOlivari