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L’Italia di Ibra e Verratti

L’Italia di Ibra e Verratti

Redazione

12 marzo 2015

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Zlatan Ibrahimovic rischia di vincere (dopo aver saltato i quarti di finale, ovviamente) la prima Champions League della sua carriera a 34 anni e dopo aver lasciato in 10 la sua squadra nel ritorno con il Chelsea, anche se il cartellino rosso mostratogli da Kuipers è apparso esagerato (e assurdo, se paragonato a un successivo fallo di Diego Costa). Il PSG ha forse dato una svolta alla sua storia di ricca incompiuta con una partita paradossalmente da provinciale, quasi eroica, resa possibile anche dall'atteggiamento troppo utilitaristico che Mourinho ha fatto tenere alla sua squadra, non certo inedito, e dal segnale di paura che lanciato con la sostituzione Zouma-Matic (questo sì raro nella sua storia) sull'1-0. Poi i gol di testa su calcio d'angolo si possono prendere anche dopo aver dominato, ma il punto è che in 10 contro 11 a giocare molto meglio è stata la squadra di Blanc, con tutti che per una volta si sono comportati da compagni di squadra e un Verratti pazzesco, che solo un Prandelli in stato confusionale e un Conte troppo attento alle esigenze dei senatori non hanno considerato un punto fermissimo della Nazionale. Non stiamo dicendo che Il PSG sia diventato il favorito per la Champions, perché il Bayern gioca un calcio di un altro pianeta e la somma dei valori di Real e Barcellona è nettamente più alta, ma soltanto che per la prima volta da quanto sono arrivati i soldi qatarioti (2010), sembra essere una squadra da Champions. Secondo Transfermarkt, il sito più copiato (senza citarlo) da chi deve scrivere articoli di calciomercato, il valore della rosa del PSG è di 370 milioni di euro, quello del Chelsea 483 (il Real Madrid 719, per dare un'idea), numeri che aggiungono valore all'impresa di Blanc. Tutta questa premessa, inutile perché la partita l'ha vista mezza Europa, per arrivare a ciò che davvero volevamo scrivere, cioè un elenco di 9 giocatori, sugli 11 titolari del PSG a Stamford Bridge: Sirigu, Marquinhos, Thiago Silva, Maxwell, Verratti, Thiago Motta, Cavani, Ibrahimovic, Pastore. Tutta gente che ha lasciato il calcio italiano pochi anni fa. Ma nonostante questo l'Italia ha ancora in corsa una squadra in Champions e cinque in Europa League. In mezzo a mille articoli di autoflagellazione questa considerazione ci può e ci deve stare: si può e si deve fare bene anche con i giocatori di livello medio, quando non si hanno i soldi per i pochi fuoriclasse di impatto mondiale. Twitter @StefanoOlivari

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