L’avversario di Coppa del Napoli è alla ricerca della grandezza perduta: da troppo tempo infatti la Dinamo Mosca non recita da protagonista, ruolo che un tempo le era congeniale, anche se soprattutto entro i propri confini. Nel campionato in corso, la Dinamo è terza alle spalle di Zenit San Pietroburgo e Cska Mosca, ma con una partita da recuperare, che potrebbe significare il sorpasso ai danni dei concittadini. Resta inavvicinabile in tempi stretti lo Zenit, al momento a +9 sulla formazione di Stanislav Cherchesov (o al massimo +6 se appunto si dovesse vincere la gara da recuperare). Il secondo posto comunque vorrebbe dire play-off di Champions League, e dunque, anche se la lotta per il titolo dovesse essere abbandonata, rimarrebbe quella per la piazza d’onore. L’approdo alla Champions sarebbe fondamentale nel processo di crescita che il presidente Rotenberg si è prefissato. Nella sfida per il secondo posto possono inserirsi anche Krasnodar e Lokomotiv Mosca, club appena dietro la Dinamo in classifica e scevre degli impegni continentali.
L’obiettivo più urgente è dunque colmare il gap con le altre grandi di Russia che non le permette di vincere il titolo addirittura dagli anni Settanta, in piena età-Unione Sovietica. Dal campionato del ‘76 ad oggi, è arrivata solo una coppa nazionale nel 1994-95. Troppo poco per quella che a tutti gli effetti è considerata una grande di Russia (è una delle quattro compagini che ha sempre preso parte al campionato, istituito nel 1992. Le altre tre sono Cska, Lokomotiv e Spartak) e che ai tempi dell’Urss era abituale battagliera per il titolo. E se Cska e Zenit hanno vinto una Coppa Uefa in anni recenti, la Dinamo deve ancorarsi alla finale di Coppa delle Coppe raggiunta nel ’72, prima sovietica a giungere in una finale europea. Ma è un ricordo lontano e persino amaro, visto che la finale, giocata quell’anno al Camp Nou, fu persa contro gli scozzesi dei Rangers.
Negli ultimi anni, la Dinamo ha arruolato diversi giocatori di caratura internazionale. Si pensi al difensore congolese Cristopher Samba, ex Blackburn e Qpr, ingaggiato nel 2013 dall’Anzhi, nel fuggi-fuggi che c’è stato dal club di Makhachkala; oppure a Balázs Dzsudzsák, ala sinistra della nazionale ungherese, con un passato al Psv e anch’egli prelevato dall’Anzhi (col suo trasferimento di 19 milioni di euro è stato l’ungherese più pagato della storia); o ai nazionali russi Igor Denisov (centrocampista), Yuri Zhirkov (terzino o ala), Aleksandr Kokorin (attaccante), anche loro tutti prelevati - indovinate un po’ - dall’Anzhi Makhachkala. La classe però è sprigionata da quello che probabilmente è l’uomo più famoso della squadra moscovita, il francese Mathieu Valbuena, 30 anni, approdato alla Dinamo la scorsa estate dopo otto stagioni passate al Marsiglia, nella campagna di rafforzamento che ha portato anche il centrale di difesa slovacco Tomás Hubocan dallo Zenit e il terzino olandese Alexander Büttner, lo scorso anno al Manchester Utd.
La Dinamo Mosca gioca abitualmente con il 4-2-3-1. Davanti a Gabulov, giocano Kozlov e Büttner (con Zhirkov pronto a soffiargli il posto) come esterni, Samba e uno tra Douglas e Hubocan come centrali difensivi; in mediana, prendono posto il francese Vainqueur e uno tra Yusopov e Denisov, mentre in avanti sono molteplici le scelte. Kokorin, Valbuena, Dzsudzsák e Ionov si giocano i tre posti disponibili per agire dietro la punta, generalmente Kevin Kuranyi, tedesco di origini brasiliane, ormai stabilitosi a Mosca: è dal 2010 che l’ex attaccante prodigio del calcio teutonico, è alla Dinamo. Preso dallo Schalke 04 nel 2010, Kuranyi, oggi trentatreenne, è il punto di riferimento dell’attacco, come dimostrano i dodici gol segnati in stagione, anche se ultimamente è entrato spesso a gara in corso, con Kokorin usato come attaccante centrale.
Il bomber di Coppa è al momento Ionov, già autore di tre centri in questa Europa League, torneo che quest’anno ha dato grandi soddisfazioni: la Dinamo ha chiuso infatti il girone con sei vittorie in altrettanti incontri, e ai sedicesimi ha scavalcato l’Anderlecht con uno 0-0 esterno e un 3-1 casalingo ottenuto in rimonta. Una gara che ha spaventato i russi, che alla fine hanno ribaltato con personalità l’incontro, mantenendo la loro imbattibilità europea.
Giovanni Del Bianco