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Chi controlla Manenti

Redazione

19.02.2015 ( Aggiornata il 19.02.2015 11:36 )

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Il Parma non ha in cassa nemmeno i soldi per pagare gli steward del Tardini, figuriamoci Donadoni e i pochi giocatori che credono nel 'progetto' Manenti, dopo essere stati illusi da Ghirardi e dalla misteriosa (nemmeno tanto) cordata albanese-russo-cipriota, ma non vogliamo credere che la disputa di Parma-Udinese sia in pericolo. Non fosse altro che per il danno di immagine internazionale che subirebbe la serie A, che in extremis quindi potrebbe fornire liquidità almeno perché rimanga in sede qualcuno a rispondere al telefono. Come tutti i piccoli creditori sanno, la spiegazione di bonifici che non arrivano è nel 100% dei casi che i bonifici stessi non sono mai stati fatti, quindi il viaggio in Slovenia dell'ennesimo presidente stagionale ci appassiona poco, se i soldi ci sono non c'è di solito bisogno di recarsi alla filiale di riferimento (del resto quale imprenditore milanese non ha un conto a Nova Gorica?). L'intera vicenda, al di là di come vada a finire (è bene ricordare che il Lodo Petrucci è stato sospeso, quindi in caso di fallimento si ripartirebbe dai dilettanti e non dalla serie B dopo aver risarcito i tesserati), induce a fare considerazioni antipatiche ma non per questo meno valide, in un momento in cui con la globalizzazione del calcio viene giustificata qualsiasi operazione poco chiara. Qui non parliamo di americani, indonesiani, arabi, cinesi, quindi congeliamo qualsiasi considerazione razzistica visto che non occorre un antropologo per stabilire che il bresciano (Ghirardi, mentre Manenti è milanese) medio appartiene alla stessa etnia del parmense medio. Il problema non è soltanto finanziario, perché per risolverlo basterebbero banalmente i soldi o controlli della Lega non soltanto formali (Ghirardi alla fine l'Irpef l'aveva pagata...), ma di controllo sociale. Se tu non fai parte di una determinata comunità, che cosa te ne può importare della squadra di calcio che la rappresenta? Nella migliore delle ipotesi la vedi come puro business, nella peggiore come scatola vuota o perlomeno leggera con cui portare avanti tutte le triangolazioni possibili e immaginabili. Calisto Tanzi, incredibilmente per chi è di fuori Parma, è tuttora rispettato a Parma perché ha rovinato i piccoli azionisti Parmalat (solo una minoranza locale) ma non ha distrutto l'azienda (peraltro per merito dello Stato italiano, quindi di tutti noi) ed ha tenuto ad alto livello il Parma fino a quando gli è stato possibile: perché certi fax erano tarocchi, ma i bonifici sui conti di Asprilla e Cannavaro erano veri. Cosa vogliamo dire, senza giustificare ma almeno capendo chi ha scritto certe cose sui muri di Villa Ghirardi, a Carpenedolo? Che il controllo sociale vale di più di quello formale, chi è nato nell'ambiente che esprime quella squadra non potrà mai lasciarla fallire volontariamente, facendo porcate troppo grosse. Twitter @StefanoOlivari

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