I bei risultati delle provinciali; i rallentamenti delle squadre sul podio; le vittorie di quelle in corsa per l’Europa League; la doppia sfida Genova-Verona. Vediamo cosa ha detto la ventitreesima giornata.
1) L’Empoli che ferma il Milan a San Siro, il Cesena che stoppa la Juventus, il derelitto Parma che ottiene un punto a Roma, il Chievo che batte la Sampdoria. Il week end di campionato ha avuto nei risultati delle cosiddette piccole la miglior risposta alle parole di Lotito, che hanno tenuto banco per tutta la settimana. Le squadre di bassa classifica hanno fermato le grandi, dimostrando che non è nel blasone che si confeziona il famoso “prodotto” che preoccupa il presidente laziale. Casomai, il problema sono proprio le grandi…
Abbiamo spesso scritto che le pagine più belle di questa Serie A le ha scritte Maurizio Sarri, tecnico umile, proveniente dalla gavetta e capace di schierare ottimamente in campo il suo Empoli. L’ulteriore conferma è arrivata da questo week end: i toscani, dopo aver fermato Inter e Roma, hanno pareggiato in casa del Milan, compiendo un ulteriore passo verso la salvezza.
Sono poi da esaltare, almeno per una giornata, Roberto Donadoni e il suo Parma. L’aver fermato sullo 0-0 a domicilio una squadra in corsa per il titolo (l’undici di Garcia non vince in casa da novembre: quinto pari consecutivo tra le mura amiche) nelle condizioni terribili in cui si trovano i crociati è un esempio di grande abnegazione e carattere. Come ha detto il tecnico ducale alla fine del match, alla faccia di chi dice che il Parma falserà il campionato. Magari ora se ne andranno in tanti, ma un applauso a chi resta e a chi rimarrà fino a fine stagione, è d’obbligo. Come meritano applausi Mimmo Di Carlo, il cui Cesena sta lottando con il coltello tra i denti (meritatissimo il pari con cui i romagnoli hanno fermato la Juventus), e Rolando Maran. Per quest’ultimo, sei punti in quattro giorni: prima l’1-0 al Parma nel recupero della ventiduesima giornata, poi il 2-1 alla Sampdoria. Due vittorie che allontanano i clivensi dalla zona calda e permettono di raggiungere in classifica l’Hellas.
2) Nella zona per l’Europa, hanno vinto un po’ tutti. Solo Napoli e Sampdoria sono cadute, mentre le altre candidate stanno continuando a pedalare forte: la Fiorentina ha vinto sul campo del Sassuolo confermando il suo ottimo momento (otto risultati utili consecutivi, tra campionato e Coppa Italia: punti preziosi, in vista del ritorno in campo in Europa League e del triplice impegno) e grazie a un attacco che finalmente ha ingranato, anche grazie ai nuovi volti Diamanti e Salah, subito integrati; nell’altro anticipo il Palermo ha sconfitto il Napoli, inserendosi a pieno titolo nella corsa per l’Europa e rallentando i partenopei reduci da un buon filotto di risultati; la Lazio ha dimenticato i due stop consecutivi andando ad espugnare Udine con un rigore di Candreva e guastando il record di presenze in bianconero di Totò Di Natale; l’Inter torna con tre punti e con quattro gol dalla storicamente insidiosa trasferta di Bergamo: un 4-1 dove ha brillato in particolare Freddy Guarin, uomo più della gestione Mancini. La prima doppietta in Serie A, un assist, un rigore procurato: nel centrocampo a rombo del Mancio, il colombiano pare aver trovato finalmente la sua posizione ideale. Dando per scontati i posti-Champions di Juve e Roma, rimangono da assegnare un posto in Champions e tre posti per l’Europa League: probabilmente sarà bagarre fino alla fine.
3) Nella zona salvezza, hanno mosso la loro classifica, Chievo, Cesena, Parma, Cagliari ed Empoli, ma solo i veronesi hanno ottenuto i tre punti, aprendo ulteriormente le crepe della Samp degli ultimi tempi. I doriani sono ancora a secco di vittorie nel girone di ritorno e per la seconda partita di fila, si sono ritrovati a rincorrere dopo due minuti di gioco, segno di un cedimento anche di testa e non solo di gambe. Mihajlovic ha tenuto fuori quattro diffidati in vista del derby del prossimo turno. Scelta discutibile, e non solo a posteriori. Intanto, perché non è detta che quei quattro sarebbero stati ammoniti, e poi perché in caso di mancata vittoria nella stracittadina, chi ti rimborsa questi tre punti gettati via così? L’importante è che il serbo non racconti che il derby “è una partita come tutte le altre”, ritornello caro a tanti allenatori. Lui per primo ha fatto capire che non lo pensa. E a proposito del derby, il Genoa vi arriva col vento in poppa: il 5-2 rifilato a un Verona sempre più pericolante, grazie a uno stratosferico Niang, ai primi gol nella massima serie, permette al Grifone di agguantare proprio la Samp in classifica. Al giovane Niang, ha provato a opporsi il veterano Luca Toni, anche lui autore di una doppietta, nella divertente gara di Marassi. Ma nel Genoa ha funzionato il collettivo, nell’Hellas (terza sconfitta consecutiva) ha girato solo il Campione del Mondo 2006.
Giovanni Del Bianco