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Redazione

10.02.2015 ( Aggiornata il 10.02.2015 11:33 )

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Il commissario tecnico della Nazionale le ha provate tutte per farsi cacciare, ma Tavecchio e Lotito sono stati i prevedibili muri di gomma. Antonio Conte ha infatti una personalità e un'immagine così forti che sarebbe difficile sostituirlo con uno degli allenatori attualmente sul mercato (Guidolin, Zaccheroni, fra poco Spalletti) ottenendo lo stesso effetto mediatico, cioè quello di togliere pressione ad una FIGC alle prese con una crisi di consenso e di immagine (la storia dei 20mila libri di Tavecchio, comprati dalla federazione per 107mila euro, non aiuta) probabilmente irreversibile, pressata da una Lega che potrebbe fare a meno di lei domani mattina e da un CONI che gradirebbe un presidente federale di area FIAT. Ma una FIGC che ancora conta, viste le battaglie che si stanno combattendo intorno ad essa. Dicevamo di Conte, che secondo molti dovrebbe ritenersi soddisfatto del fatto che i 4 anni di indagine della Procura di Cremona sulle partite taroccate abbiano portato per lui, dopo l'avviso di conclusione delle indagini preliminari (il 415 bis) ad un'accusa 'soltanto' per frode sportiva e non per associazione per delinquere, riferita al periodo in cui allenava il Siena. Alla faccia del soltanto... È una vicenda che sicuramente ha pesato sullo stato d'animo di Conte, ben più di apprezzamenti (PSG e Milan, con i rossoneri che davvero ci pensano per l'imminente dopo-Inzaghi) che non sono mai diventati offerte concrete e dell'antipatia dei club nei confronti dei cosiddetti stage. In questo quadro la polemica sulle date della prossima stagione sembra davvero un pretesto, perché per quanto riguarda la fine della serie A 2015-16 Conte  è stato accontentato (15 maggio) e probabilmente lo sarà anche per la data della finale di Coppa Italia che in molti paesi d'Europa (fra cui la mitica Germania) è prevista per la settimana seguente e che invece Conte vorrebbe anticipare. Difficile dire cosa stia passando nella sua testa, ma è sicuro che si sia già pentito di non essere stato fermo un giro dopo la strana fine del suo matrimonio con la Juventus. Non può essere il livello medio dei calciatori italiani, basso ma non più basso rispetto all'era Prandelli. Forse la pressione, perché il secondo posto europeo del suo predecessore è stato forse sottovalutato. In estate Conte aveva scommesso sul fatto di poter diventare l'uomo forte in una federazione debole, ma le cose non sono andate come si aspettava. E le visite pastorali nei ritiri, accolto come un 'sopportato' dai colleghi (Allegri in primis), glielo hanno confermato. Adesso l'ufficialità dice che la testa di tutti è a Euro 2016, ma non scommetteremmo, detto senza ironia, su un Conte che ci arrivi da c.t. azzurro. La morale? Non c'è, pensando a come Criscito (per un semplice avviso di garanzia...) perse Euro 2012. Twitter @StefanoOlivari

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