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Redazione

30.01.2015 ( Aggiornata il 30.01.2015 12:15 )

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Cedendo Cuadrado al Chelsea la Fiorentina ha ufficializzato che la sua dimensione rimarrà provinciale per tutto il resto dell'era Della Valle, al di là di 33 milioni di euro che fanno piacere ai proprietari ma che per il rafforzamento della squadra significano poco visto che un campione da 33 milioni ha un effetto trascinamento superiore a 3 buoni giocatori da 11, con la somma degli ingaggi che nel medio periodo zavorrerà le casse sociali più dei 6 milioni lordi concessi al colombiano in estate, quando già lo voleva mezza Europa e lui aveva espresso il suo scontento per le prospettive sportive ma soprattutto per l'ingaggio (all'epoca meno di un quinto rispetto a quello attuale). Va detto che la Fiorentina lo avrebbe perso in ogni caso, la sua clausola rescissoria era di poco superiore ai 33 milioni, quindi alla fine ha minimizzato il danno incassando per sei mesi e forse più le prestazioni di un giocatore forte (ma ritenuto marginale da Mourinho) come Salah.  In altre parole, il ridimensionamento non è stato cedere Cuadrado, cessione imposta dalle circostanze, ma non avere creato una squadra e un ambiente attraenti per uno del suo livello. Risparmiamo i discorsi sul calcio italiano che perde una delle sue poche stelle con appeal internazionale, sul declino, sulla serie A di una volta, eccetera, perché ogni club ha una sua storia. E quella ormai finita fra Cuadrado e la Fiorentina dice diverse cose. La prima: non è una banale questione di soldi, anche se Cuadrado al Chelsea guadagnerà il 50% in più, i grandi giocatori oggi vogliono soprattutto visibilità sui grandi palcoscenici. La serie A non lo è, quindi in questa logica le uniche italiane 'accettabili', soprattutto per i giocatori di nazionali senza speranze di vincere un Mondiale, sono quelle che giocano la Champions League. Lo stesso Cuadrado, alla Juventus ma anche alla Roma, avrebbe avuto un'altra faccia. La seconda: i tifosi, adesso parliamo di quelli viola ma potremmo fare altri esempi, sono i veri sconfitti di queste vendite di metà stagione. Quanti dei 23mila abbonati della Fiorentina avrebbero creduto in estate nel 'progetto' in caso di cessione di Cuadrado? La terza: il declino del calcio italiano è un discorso psicologico, prima ancora che economico e tecnico, perché la Fioretina rimane una discreta squadra (una delle tante che può ambire al quinto posto) e con un numero di giocatori offensivi notevole: Babacar, Gomez, Joaquin, Gomez, i neo-arrivati Diamanti, Gilardino e appunto Salah, talenti come Rossi e Bernardeschi che dovrebbero rientrare prima di fine stagione. Insomma, dire che Montella dopo la partenza di Cuadrado ha una brutta rosa è assurdo. Però è vero che la Fiorentina è una squadra di passaggio di un campionato di passaggio, i tifosi intelligenti lo capiscono e guardano il calcio con altri occhi. O non lo guardano più. Twitter @StefanoOlivari

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