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Real Madrid-San Lorenzo e lo streaming dei provinciali

Redazione

19.12.2014 ( Aggiornata il 19.12.2014 10:53 )

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La finale della Coppa del Mondo FIFA per club 2014, fra il Real Madrid che ha asfaltato il Cruz Azul e il San Lorenzo che ha posto fine al grande cammino dell'Auckland City, dovrebbe in teoria indicare il nome della squadra di calcio più forte del pianeta, ma tutto questo nella patria del calcio parlato non interessa. Scriviamo queste righe alla vigilia della partita di Marrakech e allo stato attuale nessuna televisione italiana, in chiaro o in criptato, la trasmetterà né sembra intenzionata a proporre offerte in extremis. Ma anche se qualcuno lo facesse (ancora lo speriamo, per non intristirci davanti allo schermo di un computer anche di sera) il segnale sarebbe ugualmente grave: nemmeno la presenza dei fuoriclasse Real, già da sola un motivo per accendere il televisore, ha acceso l'interesse di dirigenti televisivi di tivù generaliste che dopano i palinsesti di talk show a costo zero (i politici presenti non si fanno pagare, dal momento che fanno autopromozione), nè di quelli di tivù pay per i quali un ordinario fine settimana di campionato è ritenuto più interessante di una grande partita 'straniera'. In occasione del Mondiale per nazionali o dei Giochi Olimpici scatta spesso il dibattito su quanti nuovi abbonati portino questi eventi alle pay tv, gli addetti ai lavori (televisivi) sono quasi unanimi nel dire 'pochi'. Ma una partita del genere per la Rai, per Mediaset e per La Sette sarebbe un grande evento e andrebbe davvero a fare concorrenza alle pay-tv che gli stanno rubando la parte migliore (dal punto di vista pubblicitario) del pubblico. Sorvolando sul provincialismo di chi quando è in campo una squadra italiana (finora al Mondiale è successo solo con il Milan 2007 e l'Inter 2010) trasmette l'evento in pompa magna e ingigantisce il valore degli avversari, bisogna anche dire che in Italia e non solo per questo torneo come calcio sul web siamo all'età della pietra. Uscendo dal caso specifico (Pino Frisoli nel suo blog ha ben spiegato la vicenda dei diritti web per l'Italia prima assegnati e poi tolti al sito Goal.com), è arrivato il momento di chiedersi seriamente come mai, nel 2014 e rimanendo nella legalità, in Italia non sia possibile acquistare e guardare sul proprio computer o tablet una partita di serie A o di Champions League, senza avere abbonamenti a pay-tv classiche. Una domanda retorica, ovviamente, visto che la risposta è nei fatti. Sky e Mediaset Premium, cioè le due entità che contribuiscono alla quasi totalità del miliardo annuale televisivo, non vogliono perdere il pubblico più giovane e tecnologicamente acculturato, quello che spesso il televisore nemmeno ce l'ha. E così spesso utilizzano i diritti web, quando ce li hanno, o come un 'di più' o congelandoli. Mentre quando non li hanno la loro capacità di pressione sulle agenzie internazionali è comunque notevole, perché Sky acquista qualche evento in più rispetto a Goal.com. La situazione potrebbe essere risolta dalla lungimiranza degli organizzatori della manifestazioni, in questo caso la FIFA, mettendo prezzi realistici per ogni pacchetto e impedendo la vendita di pacchetti diversi allo stesso soggetto. E dire che nel brutto film autocelebrativo 'Il grande sogno', Blatter si fa ritrarre come geniale apritore di nuovi mercati... Intanto il sabato sera di migliaia di italiani sarà all'insegna dello scaricamento di applicazioni improbabili (e a volte pericolose), di collegamenti con siti di paesi sconosciuti anche all'ONU e in definitiva di uno streaming che non sapremmo davvero se definire illegale. Twitter @StefanoOlivari

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