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Copa Sudamericana: successo del River

Nella notte, gli argentini hanno battuto i colombiani dell’Atlético Nacional. È il primo trofeo internazionale dai tempi della Libertadores del 1996

Redazione

11 dicembre 2014

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Nella notte, il River Plate ha battuto 2-0 i colombiani dell’Atlético Nacional, aggiudicandosi la Copa Sudamericana, la prima nella storia del club. Per i Millonarios è il primo trofeo internazionale dai tempi della Libertadores del 1996, quando nel team biancorosso militavano le grandi firme del calcio sudamericano, da Hernan Crespo ad Ariel Ortega, da Matias Almeyda ad Enzo Francescoli. Anche ai tempi, tra l’altro, la vittoria giunse contro una squadra colombiana (l’América de Cali). LA STRADA PER LA VITTORIA. È stato un cammino esaltante, quello del River, giunto da imbattuto a giocarsi la conquista del trofeo, paragonabile per importanza alla nostra Europa League. Il percorso è iniziato con un 3-0 complessivo ai connazionali del Godoy Cruz, frutto di un 1-0 e di un 3-0; poi è toccato ai paraguaiani del Libertad, spazzati con un 3-1 e un 2-0; agli ottavi, altro derby, contro l’Estudiantes, e altre due vittorie, una per 2-1 e una per 3-2. In semifinale, l’appuntamento più esaltante, il grande “Clásico” sudamericano contro i rivali di sempre, il Boca Juniors. Una doppia sfida tiratissima: 0-0 alla Bombonera e 1-0 casalingo per il River firmato da Pisculichi, con tanto di rigore parato dal capitano Barovero all’attaccante “xeneize” Gigliotti. LA FINALE. E in questo dicembre, l’appuntamento finale contro l’Atlético Nacional: 1-1 a Medellín, dove un altro gol di Leonardo Pisculichi, già eroe della semifinale, ha risposto alla rete di Orlando Berrío; 2-0 per i platensi nel ritorno al Monumental, in una serata di grande festa e dall’atmosfera da brividi sugli spalti. Il match è stato deciso nella ripresa, e sul tabellino dei marcatori sono entrati due difensori: Mercado e Pezzella. In cinque minuti, tra il 54’ e il 59’, la coppa ha preso la sua direzione. È il secondo titolo da allenatore per il giovane tecnico Marcelo Gallardo, 38 anni, che prima di questo trofeo si era aggiudicato nel 2012 il campionato uruguaiano di Priméra Division con il Nacional Montevideo. Due settimane fa era venuta a mancare la madre del tecnico, visibilmente commosso al fischio finale nel dedicarle il successo appena ottenuto. I GIOCATORI. Nella rosa dei campioni, spiccano il portiere Barovero, nominato miglior giocatore della Copa Sudamericana, e l’attaccante uruguaiano Rodrigo Mora, autore di quattro gol nella competizione (vicecannoniere dietro l’ecuadoriano Bolaños e il cileno Vilches). Mora è arrivato dal Benfica in cambio del talentuoso attaccante Rogelio Funes Mori, mentre il fratello di quest’ultimo, Ramiro Funes Mori, di professione difensore, è invece rimasto al Vespucio Liberti, a comporre insieme a Leonel Vangioni, Gabriel Mercado e  Germán Pezzella la retroguardia della squadra. A centrocampo, i Millonarios giocano a quattro e assieme a Leonardo Pisculichi, decisivo nella conquista del trofeo, militano Ariel Rojas, Leonardo Ponzio e l’uruguaiano Carlos Sánchez. L’attacco tutto straniero è formato dal citato Mora e dal colombiano Teófilo Gutiérrez, punta ammirata in estate nella bella Colombia del Mondiale brasiliano, e cannoniere della squadra in campionato (dove il River è secondo a due punti dalla vetta a 90’ dalla fine). In attacco c’è anche Fernando Cavenaghi, tornato per la terza volta alla base: l’ex ragazzo prodigio del calcio argentino è in pratica la prima riserva, alle spalle del duo titolare. LA RINASCITA. Tre anni fa il River era sceso negli inferi della Serie B per la prima volta nella sua storia ultracentenaria: la vittoria in campionato nel Final 2014 e questo successo internazionale hanno rilanciato alla grande e a tempo di record l’immagine del club, che ora punta al grande salto: la Copa Libertadores del 2015. Le altre sono avvertite. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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