È la settimana dell’ennesimo derby lombardo, quello tra Varese e Milano che promette scintille (e come vedremo le manterrà anche) tra una squadra che corre per il vertice e una che invece deve ricominciare a correre. Roma visita Reggio Emilia, mentre Venezia aspetta Pistoia. Per quelli che hanno raggiunto gli ‘anta' invece è il weekend dei 60 anni di Larry Wright. Il folletto della Lousiana che pensava di aver smesso di giocare fino a quando un ispiratissimo Valerio Bianchini non lo andò a prendere a casa, gli mostrò la luce e la via e lo portò a Roma per fargli condurre il Banco di Roma a vincere prima lo scudetto contro le scarpette rosse di D’Antoni, Meneghin, Premier e Gallinari (padre) e poi la Coppa dei Campioni contro il Barcellona di Solozabal e Juan Antonio San (si proprio così, Santo) Epifanio. Auguri grande Campione!
Grissinbon Reggio Emilia - Acea Virtus Roma 87 - 84
Reggio Emilia non si ferma più e, sebbene con qualche patema, chiude la pratica Roma nei minuti finali di un match che l’ha vista inseguire a lungo. La luce si accende proprio nel finale, quando a gestire i giochi si mettono Drake Diener (7 punti negli ultimi due minuti ) e Della Valle (stessa razza del padre), giovane per sfrontatezza ma veterano per maturità. Menetti può lustrarsi gli occhi guardando le giocate di Polonara che segna su un lato del campo e poi corre a recuperar palloni e intimidire gli avversari sull’altro, e sulla leadership di Cinciarini, che ora però dovrà inevitabilmente cedere spazio (e ha già iniziato) a Diener. Bene anche Taylor (ma non è una novità). La storia (non si parli di favola) continua!
Roma non ha demeritato in casa della prima in classifica, anzi, a tratti ha anche carezzato il sogno di vincere, che tale è rimasto. Gli uomini di Dalmonte non sono riusciti a continuare a spingere sull’acceleratore e neanche a gestire il vantaggio della prima frazione, subendo un costante e progressivo recupero dei padroni di casa che, nel terzo quarto, hanno recuperato rimbalzi in attacco fondamentali per girare il match a proprio favore. Buone le prove di Gibson (16 punti per lui) De Zeeuw (18 punti) che continua a tirare con percentuali del 100%, e Jones (se nel suo profilo ha messo una foto in cui veste i panni di un gladiatore un motivo ci sarà). Male Triche (senza mezze misure: gioca bene… o male), non incisivo come sempre Stipcevic, pare essersi svegliato D’Ercole, che si ricorda di essere stato per lungo periodo il miglior tiratore della lega e piazza un 3 su 4 al tiro da tre. Adesso si va a Nancy, due punti servirebbero per passaggio del turno e il morale. “Daje” ragazzi!
Pasta Reggia Caserta - Acqua Vitasnella Cantù 95-107
7 su 7 per Caserta, che alza bandiera bianca al temine della sfida con Cantù e rimane in fondo alla classifica sola a 0 punti e a due vittorie dal gruppo delle penultime (la questione comincia a farsi complicata). Non sono bastati in settimana gli innesti del Brindisino Ivanov (19 punti e 11 rimbalzi all’esordio) e Antonutti (7 punti per lui) e il taglio di Howell per dare la prima vittoria ai campani, anche se Caserta così vicina a vincere non c’era mai andata. La resa arriva solo al supplementare, quando la Pasta Reggia, quasi frastornata, incassa 23 punti in 5 minuti (!!) e lascia la vittoria a Gentile & co. Molto severi gli arbitri con Young: tecnico per proteste, tecnico per simulazione in difesa, doccia… ma la partita aveva ancora molto da dire. Per Markovski l’ultimo treno sta partendo, affettarsi a bordo…
Cantù si rialza dopo la batosta rimediata nel derby, per mano di Milano, e vince una partita che non è mai riuscita a controllare. La rimonta su caserta difatti dura tutta la partita e più volte Feldeine (25 punti per lui alla fine) guida i suoi e li riporta sotto, in un andamento quasi ciclistico, fino al supplementare quando i lombardi sferrano il colpo del KO definitivo. Sugli scudi Stefano Gentile con 20 punti e Feldeine con 25 e medie da marziano. Bravi e continui Shermadini e Johnson, che ripagano sempre la fiducia del proprio coach. La prossima si spareggia con Brindisi: siamo pronti?
Umana Reyer Venezia - Giorgio Tesi Group Pistoia 66-63
A Mestre, sponda Reyer Venezia, si parte con i ringraziamenti all’ex di turno: Daniele Magro, il pivot padovano che ha vestito la maglia oro granata per tre anni torna a casa e riceve il saluto del pubblico veneto. Poi si gioca e la partita non è decisamente delle più belle, con la Reyer “tradita” da due dei tre senesi, Ortner che mette a segno la bellezza di 4 punti e Ress che per non far sfigurare il compagno di squadra tira giù 6 rimbalzi, ma si guarda bene dal metterla dentro. Anche il capitano Goss sembra avere le polveri bagnate, mentre non steccano Peric, Viggiano, Stone e Dulkys, miglior realizzatore dei suoi con 15 punti. La vittoria finale è merito anche di un po’ di fortuna che, si sa, aiuta gli audaci, ma anche no. Una menzione speciale per i tifosi della Reyer che hanno sposato la campagna contro la violenza sulle donne e inviato un messaggio al piccolo Manuel, lo sfortunato tifoso di Pistoia che sta giocando la sua partita in ospedale.
Pistoia proprio non riesce a vincere, anche se ben figura in una partita dal punteggio bassissimo durante la quale esibisce una difesa organizzata in grado di chiudere gli spazi e limitare il gioco di Venezia, tenendola a soli 66 punti. Brutta però la prestazione in attacco dove la squadra segna con il 37 % da due e poco meno da tre. Solo Cinciarini e Williams in doppia cifra, Moretti ottiene pochissimo dagli altri e non riesce mai a trovare la strada che porta ai due punti. Per la prossima in casa arriva Roma a caccia di punti: ultime chiamate?
Dolomiti Energia Trento - Vanoli Cremona 116-114
Quando si dice che due squadre si equivalgono: una vera maratona di basket quella giocata a Trento, con tre supplementari e i padroni di casa che ottengono la vittoria per soli due punti e sul filo di lana. Sugli scudi per coach Buscaglia il trio delle meraviglie Mitchell, Pascolo e Owens (26, 26 e 23 punti e una trentina di rimbalzi a contorno), ben sostenuti da Sanders e Grant (26 punti in due). Sarà proprio Mitchell a chiudere la partita con i tiri liberi finali, dimostrando una navigatissima freddezza. Matricola a chi?
Cremona non ha molto da rimproverarsi: le ha davvero provate tutte e ha perso di una incollatura, perdendo in 55 minuti gran parte dei titolari per falli. Svetta Hayes con 34 punti e una mostruosa valutazione di 32, mentre Vitali chiude a 17 ma manca nei minuti finali dove servirebbe uno come lui per dettare i tempi del gioco. Buone notizie da Mian, che chiude con 5 falli ma anche 11 punti in 26 minuti. Bene il giovane Gazzotti che macchia però la sua prestazione con un errore sul tiro che avrebbe portato Cremona al quarto overtime: la sfortuna a volte è proprio dispettosa
Consultinvest Pesaro - Upea Capo d'Orlando 62-60
Pesaro con le spalle al muro, reagisce e prende due punti importantissimi per non restare invischiata nel fondo più fondo della classifica e alla fine (anche grazie a un po’ di fortuna) la spunta sui diretti concorrenti venuti da Capo d’Orlando. Dell’Agnello parla di un buon lavoro svolto in settimana ma anche di tanto carattere dei suoi, disposti a non farsi schiacciare dalla forte pressione che hanno addosso. Il primo a rispondere all’appello è il “solito” Ross (21 in totale) che a 2’’ dalla fine segna anche i due punti che valgono gioco partita e incontro seguito da Myles con 18 punti e judge con 10, mentre il resto della squadra partecipa alla causa con solo 13 punti, un po’ pochino. Il presente è meno nero, il futuro dice: Milano!!!
Capo d’Orlando non riesce a esprimersi con continuità in una partita dove un minimo di ritmo avrebbe portato a un risultato preziosissimo per la classifica (avrebbe tenuto a due punti una diretta avversaria e contestualmente staccato il gruppo delle penultime a 4) e per il morale. L’Orlandina, partita male, riprende il match nel secondo quarto, ma si perde nel terzo quando, invece di sferrare il pugno del KO, subisce un 16 a 5 dagli avversari, che le costerà molta fatica nel quarto successivo e pochissima lucidità nel finale. Si salvala difesa che tiene gli avversari a 62 punti ma non si può pensare di vincere con il 20% da tre (!!!), il 47% da due e 60 punti complessivi. Anche per Capo d’Orlando solo 3 giocatori in doppia cifra: Archie con 12, Freeman con 15, e Soragna con 13. Da decifrare il nuovo arrivo Sek Henry, partito in quintetto ma poco preciso al tiro alla sua prima stagionale. L’esperienza del gruppo non si è vista, forse è ora di pensarci su.
Enel Brindisi - Granarolo Bologna 75-64
Brindisi approfitta del basket-mercato dalle porte girevoli per fare shopping e pesca due acquisti di gran valore: Jacob Pullen, playmaker americano, ma di passaporto Georgiano, buon realizzatore, e Cedric Simmons pivot specialista in rimbalzi, americano di nazionalità bulgara (per la serie “i miracoli dell’anagrafe”). Fatalità, destino, fato o solo il calendario, Pullen esordisce proprio contro l’ultima (e unica) squadra con cui ha giocato in Italia due anni fa. Entrambi i nuovi acquisti partono nello starting five brindisino che parla solo inglese e proprio Simmons darà la sveglia ai suoi con una schiacciata devastante al terzo minuto di gioco. Coach Bucchi ruota a lungo e con profondità i suoi, fino a trovare nel secondo quarto il quintetto che recupera lo svantaggio iniziale impatta e poi nel terzo scava il divario vincente. Bene Simmons con 13 punti e 6 rimbalzi, Denmon e Turner con 16 punti e James con 11 punti e 13 rimbalzi. Poco produttivo in attacco Pullen che deve ancora fare amicizia con i compagni di squadra. Bene così e manca ancora all’appello James “Mr. Everywhere” Mays…
Bologna parte bene ma arriva male, se non malissimo: se nel primo quarto la squadra di coach Valli trova con facilità la via del canestro e riesce a racimolare anche un buon vantaggio, le cose si invertono nel secondo che si chiude sul 39-38 complessivo per i padroni di casa. Nel terzo quarto, complice l’infortunio a White, l’attacco di Bologna si inceppa e Brindisi piano piano prende il largo. Nell’ultimo quarto poi affiora molto nervosismo e Mazzola si prende un tecnico che precede la sua uscita in panchina e l’allungo definitivo di Brindisi. Bologna dimostra che per vincere ha bisogno dell’apporto degli italiani. Apporto che si deve concretizzare in intensità difensiva, punti e presenza sulla partita. Purtroppo tra Imbrò, Fontecchio e Mazzola, solo quest’ultimo è andato a canestro contro Brindisi realizzando 6 punti. Ancora indecifrabile Gilchrist. I tifosi di chiedono: che vogliamo fare?
Openjobmetis Varese - EA7 Emporio Armani Milano 97 – 105
La scena l’hanno vista tutti, anche su oggi.it (è vero!): Pozzecco, il coach di Varese, si prende due tecnici con seguente espulsione d’ufficio, perde le staffe e con attorno giocatori, aiuto allenatori, magazzinieri, addetti alle pulizie, guardie svizzere e di frontiera che gli chiedono di stare tranquillo e di uscire dal campo, si arrabbia (non è il termine più adatto) ancora di più e si strappa la camicia. È un peccato, perché le sua squadra la partita l’ha giocata e ha provato a vincerla, con il coach in panchina (fino all’intervallo lungo) e anche senza (dopo). È un peccato perché i 12 punti di svantaggio non dicono la verità e Varese è rimasta attaccata a Milano fino alla fine. Senza Kangur (ormai un lungodegente) la squadra di Pozzecco si aggrappa ai punti (22) e alla voglia di Diawara che trova in Daniel (17) e Robinson (21) e Callahan (12) tre degni compari. La sconfitta arriva sul 97 pari, quando gli ospiti non riescono a fare punti e a replicare a Ragland e Brooks. Varese per la prossima è attesa a Cremona, è ora di vincere e il suo coach deve decidere se essere ricordato per gli atteggiamenti poco urbani, i risultati sportivi o per entrambi. Forza e coraggio!
Milano ha di nuovo imparato a vincere, sfruttando una panchina che pare infinita e grazie soprattutto a un suo giocatore, Brooks, che sfodera una prestazione da marziano con 37 punti frutto di 6 tiri da 3, 6 tiri da 2 e una lunga serie di passeggiate sulla linea della carità. Bravissimo Nicolò Melli che brucia la retina con 17 punti, Ragland (16 per lui) e Samuels con 16. La vittoria è di quelle pesanti, in particolar modo vista l’assenza di Gentile e i 40’ di panchina di Kleiza, MVP dell’incontro precedente. Da segnalare Trenton Meacham che fa dieci punti con una media perfetta. Ora la squadra di Banchi vola a Barcellona, per l’Eurolega, dai primi in classifica (e ancora imbattuti): partita vera o allenamento?
Banco di Sardegna Sassari - Sidigas Avellino 81-75
Sassari di certo non ci può più nascondere: punta al titolo e per farlo non può concedersi pause, neanche contro Avellino e sicuramente non per interi periodi della partita, in questo caso i primi tre (e pure un pezzo del quarto). La squadra di Sacchetti, che promuove Sosa nello starting five per l’occasione, pare intorpidita per i primi 10 minuti in cui gli avversari scappano sul +4 finale. La partita torna in parità all’intervallo, grazie a Logan (20 punti per lui alla fine) e Lawal (13) a suon di tiri da tre e penetrazioni. Suil finire del terzo quarto Sassari si ritrova di nuovo a inseguire e si vuoe il duo Sosa – Todic per il break (8-0) che riporta Sassari davanti. Sul 66 – 65 Sassari si sveglia definitivamente e alza il livello difensivo e un successivo break di 5-1 diventa un ostacolo troppo grande per gli avversari. A questo punto la domanda è: che vogliamo fare?
Avellino accarezza a lungo il sogno di una vittoria prestigiosa in casa della prima in classifica e se è vero che Sassari non spinge immediatamente sull’acceleratore, è altrettanto vero che i Lupi giocano una partita molto intensa, aggressiva e ben organizzata in attacco. Bene il solito Anosike e l’ottimo Gaines (13 punti alla fine per loro), una spanna sopra a tutti Harper 23 punti alla fine per lui e tantissime responsabilità che significano leadership e tiri pesanti. La settimana prossima per la squadra di Vitucci c’è la matricola Trento abbordabile, ma con tanto giudizio.
Luigi Ceccon, per Guerin basket