Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Redazione

05.11.2014 ( Aggiornata il 05.11.2014 10:26 )

  • Link copiato

Il gol decisivo di Paul Pogba contro l'Olympiacos, che ha tenuto al Juventus in corsa per il passaggio del turno in Champions League, è stato segnato dall'unico giocatore militante nel campionato italiano ad essere inserito nei 23 candidati per il Pallone d'Oro FIFA 2014. Non ci sono italiani di passaporto, come è ovvio e come era già avvenuto nel 2010 (anno in cui il premio è diventato più serio, fondendo i voti di FIFA e France Football) e nel 2011: l'anno scorso era presente solo il 34enne Pirlo, nel 2012 spinti dall'argento europeo anche Buffon e Balotelli. Le nomination sono spesso discutibili, basti pensare che dai migliori 23 calciatori del mondo è stato escluso Suarez, ma comunque indicative del valore di un movimento. Serie A e Juventus sono rappresentate anche negli allenatori, con Antonio Conte: visto che nel suo caso i (non) risultati internazionali non hanno pesato, possiamo con un po' di ottimismo definirlo un attestato di credibilità per il nostro campionato. Tornando ai giocatori, il Bayern Monaco e il Real Madrid sono i club più rappresentati con 6 candidati, seguiti dal Barcellona con 4 (si parla della maglia attualmente indossata, che più dà il polso delle potenzialità finanziarie). Tutta la Premier League messa insieme candida 5 giocatori (3 del Chelsea). 6 più 6 più 4 più 5 fa 21, rimangono fuori solo Pogba e l'immensità di Ibrahimovic. Mettendola in altro modo, 19 dei primi 23 giocatori del mondo sono concentrati in 4 club: situazione che mai si era verificata e che dovrebbe preoccupare non tanto noi, ben contenti di guardare le partite del Real Madrid almeno fino a quando non ci pignoreranno il televisore, ma i dirigenti dell'UEFA che dopo aver fatto uscire il progetto Superlega dalla porta se lo vedono rientrare dalla finestra, spinto soltanto dalla realtà dei fatti. Andrea Agnelli definisce la serie A 'campionato di passaggio' per chi è davvero forte, ma sta a quelli come lui e non ai cassaintegrati FIAT invertire la tendenza: Kroos ha lasciato il Bayern per il Real non certo per le emozioni della Liga. Il fatto che il francese (offerto al PSG sei mesi fa, situazione che sui media italiani è diventata 'pressing del PSG') abbia un contratto fino al 2019 significa poco, bisogna anche resistere alle tentazioni. Twitter @StefanoOlivari

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi