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Redazione

16.10.2014 ( Aggiornata il 16.10.2014 10:45 )

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I fatti di Serbia-Albania hanno costretto un po' tutti noi ad improvvisarci conoscitori di storia balcanica (Wikipedia fa miracoli, su alcuni giornali si trovano brani copiati pari pari), mentre il presente dice che il Kosovo (già jugoslavo, già serbo, ora in parte autonomo e sotto la tutela dell'ONU) è di fatto un'Albania bis, per cultura, lingua ed etnia. Il calcio non è mai solo calcio, per questo interessa a tutti, ma questo non significa che la UEFA debba preoccuparsi della Grande Albania, della sua bandiera, del fratello del premier albanese Rama, delle reazioni isteriche dei giocatori serbi, del ritorno sul palcoscenico di Ivan Bogdanov, eccetera, e mettersi a taroccare la composizione dei gironi evitando tutti gli incroci potenzialmente a rischio. Ci sono diversi precedenti di sorteggio per così dire intelligente, tipo Armenia e Azerbaigian, ma adesso le situazioni potenzialmente pericolose stanno diventando decisamente troppe: Russia-Ucraina, Spagna-Gibilterra, Serbia-Croazia, stando bene attenti a cosa potrà succedere in una Turchia reislamizzata e con l'Isis quasi alle porte. Anche un'amichevole apparentemente innocua come Italia-Slovenia, se giocata a Trieste (è stato davvero fatto, nel 2002: poi c'è ancora chi rimpiange il Carraro 'fine politico'...), si trasforma in un teatro di guerriglia se non di guerra. Ci fideremmo ciecamente solo di Inghilterra-Scozia... E quindi? La storia non si può cambiare e la politica è comunque su un piano superiore rispetto al calcio, non la si può limitare per decreto. Quindi chi non è in grado di garantire che le proprie partite casalinghe non si svolgano in un clima di intimidazione, a prescindere dall'odio calcistico ed extracalcistico nei confronti dell'avversario di turno, deve essere espulso dall'UEFA. Non tutti sono degni di far parte dell'Europa. Dire che il calcio non deve mischiarsi alla politica, come hanno fatto Platini e Blatter, è senz'altro giusto. Ma l'unico modo per dare concretezza a questa idea è separarli: fuori la Serbia, fuori (la partita di ritorno promette anche peggio) l'Albania. Twitter @StefanoOlivari

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