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Coscienze lavate da Genny

Redazione

23.09.2014 ( Aggiornata il 23.09.2014 10:50 )

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Gennaro De Tommaso, in arte Genny 'a Carogna, è stato arrestato e adesso l'Italia media può stare più tranquilla. Il capo ultras del Napoli, diventato famoso in tutto il mondo lo scorso 3 maggio in occasione della finale di Coppa Italia Napoli-Fiorentina (la partita preceduta dal ferimento, poi diventato morte, di Ciro Esposito in circostanze tuttora da chiarire: fra la legittima difesa e l'omicidio preterintenzionale esiste una certa differenza), è ai domiciliari per resistenza a pubblico ufficiale e per l'esposizione di striscioni inneggianti alla violenza. Non solo, nell'ordinanza del gip De Tommaso viene definito "Anarchico, violento, privo di qualsiasi soggezione all'ordinamento dello Stato". Essere 'anarchico' è quindi diventata una colpa? Siamo su Scherzi a parte o in Corea del Nord? Uno degli altri aspetti grotteschi della vicenda, sfociata non a caso in un provvedimento che fa guadagnare allo Stato titoli di giornale ma non credibilità, è che nella famosa 'trattativa' per decidere se giocare o no la partita, quella in cui venne messo in mezzo un imbarazzato e intimorito Hamsik, tutti si sono comportati in maniera non contraria alla legge. Anche i poliziotti, visto che la Digos nella sua sezione che si occupa di stadi ha come prassi operativa in tutta Italia quella di parlamentare con i capi delle curve, piuttosto che scatenare una guerra. In quel momento Genny era il riferimento degli ultras del Napoli ed era corretto, oltre che sensato (perché poi alla prima manganellata piovono gli editoriali su polizia fascista e via annisettanteggiando), tenere a bada tramite lui la parte più calda della tifoseria napoletana per evitare di ritrovarsi in fin di vita altri dieci Ciro Esposito. Come immagine non ha certo giocato a favore di De Tommaso la maglietta 'Speziale libero', cioè con una scritta di sostegno al giovane (all'epoca dei fatti) tifoso del Catania condannato per l'omicidio preterintenzionale dell'ispettore Filippo Raciti nel 2007. Una condanna già passata dalla Cassazione, bisogna ricordare, ma di certo non l'unica condanna definitiva che è stata discussa al bar o sui media: come mai nessuno ha arrestato qualcuno fra i mille editorialisti inneggianti ad Adriano Sofri? Altro che Speziale... Conclusione? Non abbiamo nulla in comune con Genny (siamo orgogliosamente ex Carabinieri, fra l'altro, anche se il nostro ordine pubblico è stato fatto in realtà soft), ma nemmeno con chi pensa di gestire una presunta 'opinione pubblica' (peraltro in larga parte interessata solo al calciomercato o al nuovo iPhone) con provvedimenti giudiziari ad uso dei media. Certo, Genny non si presenta bene. Ma ha procurato allo Stato italiano meno danni di molti 'rispettabili', nel senso di rispettati dalla massa appecoronata, presidenti di serie A. Twitter @StefanoOlivari

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