Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Redazione

15.09.2014 ( Aggiornata il 15.09.2014 11:49 )

  • Link copiato

Finalmente liberata dal Male Assoluto Del Calcio, in arte Mario Balotelli, l'Italia che ha Simone Zaza come incolpevole uomo immagine può finalmente cominciare una grande e feconda stagione di riforme. Peccato che quelle discusse nel Consiglio Federale di venerdì scorso siano idee in libertà, senza alcuna possibilità concreta di essere applicate (anche ad essere tutti d'accordo) prima del 2017. Quando ci sarà un nuovo presidente federale al posto di Tavecchio e tutto sarà comunque azzerato... Senza contare che Sky e Mediaset hanno promesso certe cifre fino al 2018, pensando a un numero di partite ben preciso, e non è che sarebbero contente di veder sparire dalla sera alla mattina un mese di campionato. Volendo comunque prendere sul serio quanto detto da Lotito, che ormai ha assunto le funzioni sia di Oriali che dello stesso Tavecchio, il progetto (di chi?) è quello di riportare la A a 18 squadre e la B a 20, ipotizzando un taglio drastico alle 60 attuali di Lega Pro, fino al punto di abolire un girone. Non solo: extracomunitari sul modello inglese (cioè in possesso di un minimo curriculum), società partecipate da club di A invece che seconde squadre ufficiali, limitazione a 25 dei calciatori in rosa con almeno 8 giocatori di formazione italiana (ne più né meno la regola UEFA, che di questi 8 ne vorrebbe 4 di formazione nel vivaio del club), incentivi ai vivai, eccetera. Siamo in pieno renzismo, come si potrà notare: mille annunci ma nessuna scadenza realistica. Diamo qualche chance solo alle rose di 25, ma solo perché i club che fanno le coppe non avvertirebbero la differenza. Il resto è fumo purissimo, con una FIGC e una Lega di B che non hanno nemmeno saputo (o voluto) sfruttare i fallimenti per ridurre i club già da subito senza inventarsi formule astruse. Anche la multiproprietà in via ufficiale è in fondo un falso problema: già adesso, attraverso prestiti per così dire agevolati, anche diverse società di A sono di fatto satelliti di grandi club. Conclusione? Nei prossimi anni l'unica vera novità sarà quella di vedere almeno in panchina qualche italiano di più. Di meno, del resto, sarebbe impossibile. La Lazio di Lotito ha iniziato a dare il buon esempio, con due titolari azzurrabili su undici. Twitter @StefanoOlivari

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi