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Redazione

19.08.2014 ( Aggiornata il 19.08.2014 10:19 )

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Come tutti gli orologi fermi Carlo Tavecchio segna un paio di volte al giorno l'ora esatta, per questo dobbiamo esultare per l'abolizione della norma sui cori da stadio che puniva con squalifiche, delle curve e al limite dell'intero stadio, una mai bene identificata 'discriminazione territoriale'. L'anno scorso questa vaghissima norma ha colpito quasi tutti i grandi club, con la situazione che a un certo punto era degenerata: molti gruppi di ultras si erano infatti dati come manifesto programmatico quello di tirare la corda e di arrivare alla squalifica per smascherare l'ipocrisia della legge. Il cui spirito dichiarato era quello di combattere il razzismo, ma che nella pratica si era tradotta in divieto assoluto di cori contro il Napoli e Napoli. Non si è mai infatti capito esattamente per quale motivo si potessero insultare romani e milanesi a prescindere dalle squadre, mentre i napoletani no. Così come non è mai stato spiegato, da Abete o da chi per lui, come mai il pur becero campanilismo italiano dovesse essere considerato razzismo, a meno che a Napoli siano di una razza diversa rispetto a Torino. Qualcuno ha azzardato una spiegazione 'sociale', di quelle che non si negano a nessuno, dicendo che a Napoli la tensione è più alta che in altre città, altri (noi siamo di questo partito) ritenevano che questa neo-severità facesse parte di un disegno più generale per abolire definitivamente gli ultras, che nel calcio di oggi sono dal punto di vista economico meno produttivi che nel calcio di ieri. Di sicuro ci siamo fatti ridere dietro dall'UEFA (Platini in testa), dai tifosi di mezza Europa e dal web che ha reso virali striscioni come quello dell'Arsenal (probabilmente un fake). A quale italiano verrebbe in mente di gridare 'Noi non siamo di Newcastle'? Ma per fortuna adesso la norma non c'è più, anche se uno dei sogni della Lega è sempre quello indurre gli ultras a sciogliersi per avere stadi pieni di persone con maggiore propensione all'acquisto. Come arma di ricatto in mano alle curve rimangono i soldi, perché quelle che prima erano squalifiche dal prossimo campionato diventeranno multe, ma un evidente miglioramento dal punto di vista della chiarezza c'è. Poi, come Guerino e anche personalmente, siamo contro qualsiasi tipo di insulto perché non è che la mamma di un terzino sia meno meritevole di tutela di una città, ma una legge per abolire gli ignoranti non è purtroppo applicabile perché andrebbe a colpire la maggioranza della popolazione. Twitter @StefanoOlivari

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