Applausi per Ibra

Applausi per Ibra

Pubblicato il 8 agosto 2014, 10:48

L'addio di James Rodriguez al Monaco e al calcio francese spiega da solo che la stagione di Ligue 1 che sta iniziando non avrà alcun interesse, parlando di lotta per il titolo. Nessun acquisto importante, di quelli che spostano gli equilibri, con lo stesso Paris Saint-Germain che entrato (per finta) nel mirino della UEFA si è limitato a riempire di soldi (50 milioni di euro) il Chelsea per un David Luiz che con Thiago Silva riformerà a Parigi la coppia titolare della nazionale brasiliana: la semifinale con la Germania (dove peraltro Thiago Silva non c'era, squalificato) e la finale per il terzo posto con l'Olanda sono ancora nella memoria di tutti, ma stiamo sempre parlando di due fra i migliori difensori del pianeta e davanti a loro la qualità a disposizione di Blanc è superiore a quella che aveva uno Scolari già di suo un po' bollito. Il PSG dovrà solo gestire i suoi strapagati scontenti, ma non avrà problemi nel conquistare il suo terzo titolo consecutivo: sarebbe il terzo su tre dell'era Ibrahimovic, che nelle ultime 10 stagioni non ha festeggiato il trofeo nazionale solo nel 2011-12 al Milan. La Champions League sta diventando un'ossessione, per il club e per Ibra, ma ogni anno è sempre più difficile trovare giocatori migliori di quelli in rosa: in altri tempi ci sarebbero stato già Di Maria, per il Real Madrid ormai un problema, al posto di Matuidi e un centrocampista più dinamico di Thiago Motta (anche se i tre in mezzo potrebbero essere Lucas, Verratti e Matuidi), ma l'idea di Al Khelaifi sembra quella di mettersi lì ed aspettare l'anno buono. Che prima o poi per il PSG arriverà, con o senza il fenomeno svedese e Di Maria. Il Marsiglia, pur rimasto in sostanza uguale, piace di più del Monaco: quest'anno ha in panchina Marcelo Bielsa, promessa se non di spettacolo o di vittorie (quelle a livello di club risalgono al secolo scorso) almeno del classico entusiasmo per l'allenatore-guru (cosa che non era certo Anigo), e l'ambiente è senz'altro più motivante di quello del Monaco, dove pare in discussione anche la permanenza di Falcao. Leonardo Jardim in panchina è un'incognita, a questo livello: ha sempre allenato in Portogallo (tranne sei turbolenti mesi all'Olympiakos) e ad alto livello solo un anno lo Sporting Lisbona, arrivando secondo in campionato: però ha l'età e la fama di emergente, questa è la sua occasione. Il fatto che sui media francesi si parli più dei nuovi allenatori (Claude Makelele al Bastia, Willy Sagnol al Bordeaux) che dei nuovi giocatori è significativo, per un campionato che è con tutta evidenza il più provinciale fra i cinque grandi tornei nazionali europei. Per questo ogni voce sul PSG viene vivisezionata, anche se la squadra è in sostanza a posto: lasciati andare senza rimpianti Alex e Menez al Milan e perso Coman a beneficio della Juventus, come rincalzo per la difesa è arrivato Aurier dal Tolosa, mentre bisognerà trovare degli amatori per Marquinhos e Pastore, che rischiano di rimanere e di non contribuire né alle fortune della squadra né al miglioramento della posizione finanziaria. Di certo Blanc è nel mirino: il 4-3-3 è lo schema che gli procurerebbe meno grane umane, ma con il 4-4-2 probabilmente farebbe rendere al massimo la coppia Ibrahimovic-Cavani. Conclusione? Bisogna essere onesti, perché la giornata ha 24 ore e le partite da guardare sono tante: seguiremo solo quelle del PSG, come al solito, per applaudire un fenomeno penalizzato solo dal passaporto. Twitter @StefanoOlivari

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