L’ultimo giorno di giugno fece il suo ingresso sulla scena mondiale in occasione della kermesse svizzera (1954), quando si disputarono le semifinali: a Losanna l’Ungheria superò l’Uruguay ai tempi supplementari - grazie anche alle reti del capocannoniere Sandor Kocsic - e a Basilea la Germania Ovest trafisse l’Austria; da segnalare le doppiette dei fratelli Fritz ed Ottmar Walter. Esattamente vent’anni dopo invece fu il turno della seconda giornata della ‘nuova’ fase a gironi: nel gruppo A il Brasile sconfisse l’Argentina e l’Olanda ebbe la meglio sui tedeschi orientali, mentre nell’altro la Polonia vinse 2-1 con la Jugoslavia e i padroni di casa arginarono l’ostacolo svedese. La ‘Mannschaft’ vincerà quel Mondiale, come quello delle ‘Notti Magiche’. E il 30 giugno della rassegna iridata diede inizio ai quarti di finale del ’90: a Firenze la Jugoslavia si arrese solo dagli undici metri di fronte all’Argentina - quando conoscemmo meglio Sergio Goycochea - e a Roma Schillaci mise fine ai sogni irlandesi, nell’ultima gara giocata dagli Azzurri all’Olimpico, dodicesimo uomo di quella Nazionale. Quattro anni dopo si concluse la fase a gironi del gruppo D, quando a Dalllas la Bulgaria superò a sorpresa l’Argentina e la Nigeria lasciò in fondo al barile la Grecia. Nell’edizione d’Oltralpe del ’98 si conclusero invece gli ottavi, con la Croazia che arginò la Romania e l’Albiceleste che eliminò l’Inghilterra ai rigori: per la Nazionale dei Tre Leoni rimarrà il gran gol di Michael Owen. Ma per gli argentini il dischetto non sarà fortunato otto anni dopo, quando a Berlino la spuntarono i padroni di casa. Ad Amburgo invece l’Italia trafisse l’Ucraina grazie a Zambrotta e alla doppietta di Toni; Luca andò a segno alla quinta partita, come Paolo Rossi nell’82. Di quella partita non dimentichiamo la dedica degli Azzurri a Pessotto. Tra la Francia e la Germania c’era stato in mezzo il viaggio ad Oriente, con il Brasile che salì sul tetto del mondo per la quinta volta, quando a Yokohama Ronaldo costrinse i sorprendenti tedeschi ad accontentarsi della piazza d’onore: la doppietta rifilata a Kahn portò il Fenomeno a quota otto gol segnati. Non c’è dubbio che la quinta stella il Brasile l’abbia vinta soprattutto grazie alla forma strepitosa del suo attaccante.
Antonio Capotosto
Nella foto, l'esultanza di Ronaldo nel 2002. Il 30 giugno di quell'anno il Brasile vinse il suo quinto Mondiale.