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50/64. Colombia-Uruguay 2-0

Niente rivincita Uruguay-Brasile: a sfidare la Seleçao ai quarti di finale ci saranno i Cafeteros di Pekerman, per la prima volta tra i primo otto del globo. James Rodriguez (cinque gol) è il nuovo capocannoniere del torneo. Tabellino, commento e pagelle della partita giocata a Rio de Janeiro.

Redazione

29 giugno 2014

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IL TABELLINO Ottavi di finale Rio de Janeiro, 28 giugno COLOMBIA-URUGUAY 2-0 28’ pt J. Rodriguez; 5’ st J. Rodriguez. COLOMBIA (4-4-2): Ospina; Zuñiga, Zapata, Yepes, Armero; J. Rodriguez (40’ st Ramos), Aguilar, Sanchez, Cuadrado (36’ st Guarin); Gutierrez (23’ st Mejia), Martinez. Ct: Pekerman. URUGUAY (5-3-2): Muslera: Maxi Pereira, Giménez, Godin, Caceres, Alvaro Pereira (8’ st Ramirez); Gonzalez (22’ st Hernandez), Arévalo Rios, C. Rodriguez; Cavani, Forlan (8’ st Stuani). Ct: Tabarez. ARBITRO: Kuipers (Olanda). NOTE: ammoniti Giménez, Lugano (non dal campo) e Armero; recupero: 1’ pt, 3’ st. LA PARTITA Stop di petto e tiro di sinistro al volo che si insacca sotto la traversa: il gol dell’1-0 segnato da James Rodriguez, non a caso votato miglior giocatore della prima fase, è qualcosa da vedere e rivedere. Una prodezza balistica che entra nella storia dei Mondiali e non solo di questi in corso in Brasile. Ma a parte la bellezza, la prima rete del gioiello del Monaco ha avuto il merito di aver spezzato la gara e costretto l’Uruguay - schierato come al solito con una difesa a cinque e con una marcata mentalità difensiva - a venire allo scoperto. Scardinati i piani che si era preparata, la Celeste ha provato a organizzare una controffensiva, ma vuoi per l’assenza degli attaccanti (Suarez squalificato, Forlan al crepuscolo, Cavani schierato ovunque tranne che in area di rigore) e vuoi per lo stato di grazia dei colombiani (gli andirivieni degli esterni sono esempi lampanti della forma dei ragazzi di Pekerman), i tentativi sono stati vani. E in quei casi in cui l’Uruguay si è fatto vivo, c’è stato comunque Ospina preparato. Dopo il 2-0 segnato dalla Colombia a inizio ripresa, di nuovo con James Rodriguez (unico errore della partita di Godin, che si è perso il nuovo capocannoniere del torneo), la partita non è stata più in discussione. Incassato il raddoppio, Tabarez ha guardato in panchina chi potesse dargli qualcosa in più e ha scelo di buttare nella mischia Ramirez, Stuani e Hernandez, tutti e tre dalle spiccate qualità offensive, ma ad ogni modo non tali da insidiare una retroguardia attenta come quella dei Cafeteros. Ai quarti ci va dunque la Colombia, per la prima volta tra le prime otto di un Mondiale: la partita contro il Brasile promette già i fuochi d’artificio e l’esito è tutto tranne che scontato, anche perché finora come gioco espresso assomiglia più al Brasile la Colombia del Brasile stesso. Per l’Uruguay, scema il sogno di riandare in finale al Maracanã. Delusione condivisa anche dai tifosi brasiliani, che avrebbero preferito sfidare la Celeste, sia perché la forza della selezione di Pekerman è obiettivamente superiore, sia perché la voglia di prendersi una rivincita contro la nazionale che gli scippò di mano il titolo del ‘50, aveva accompagnato tutti questi  anni di attesa al Mondiale casalingo. I PIÙ E I MENO + J. Rodriguez: cinque gol in quattro partite in questi Mondiali: la classifica marcatori ha un nuovo leader. Il gol con cui apre la gara entra di diritto nella galleria delle più belle segnature del torneo. + Cuadrado: corre, scarta, pressa, serve l’assist (di testa) del 2-0. Il giocatore viola è imprendibile. + Armero: spinge con continuità e per tutta la corsia mancina. È uno dei simboli della condizione impeccabile dei colombiani. + Yepes: prestazione da grande capitano, quella dell’atalantino. Guida la difesa con carisma e compone un affidabile duo con Zapata. + Sanchez: in mediana si fa valere e ferma tutti gli attacchi uruguaiani. + C. Rodriguez: nel centrocampo del Maestro Tabarez è l’ultimo a mollare: e pensare che nella gloriosa stagione dell’Atlético Madrid ha giocato poco. - Forlan: al Maracanã si chiude una storia ricca di successi, quella tra la Celeste e il suo calciatore-simbolo. Schierato più per la sua leadership che per quello che può dare tecnicamente, la mossa si rivela errata, e Tabarez decide di toglierlo per Stuani. Suarez sarebbe stata un'altra cosa... - A. Pereira: patisce le sortite di Cuadrado. Il Ct decide di toglierlo, perché non era proprio la sua serata. - J. Martinez: questa volta l’attaccante del Porto non è nel vivo delle azioni offensive colombiane. Ma poco importa, perché ci hanno pensato Rodriguez e Cuadrado. Giovanni Del Bianco @g_delbianco

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