IL TABELLINO
Ottavi di finale
Belo Horizonte, 28 giugno
BRASILE-CILE 1-1, 4-3 dcr
18’ pt David Luiz, 32’ pt Sanchez.
BRASILE (4-2-3-1): Julio César; Dani Alves, Thiago Silva, David Luiz, Marcelo; Fernandinho (27’ st Ramires), Luiz Gustavo; Oscar (1’ sts Willian), Neymar, Hulk; Fred (19’ st Jo). Ct: Scolari.
CILE (3-4-1-2): Bravo; Silva, Medel (3’ sts Rojas), Jara; Isla, Aranguiz, Diaz, Mena; Vidal (42’ st Pinilla); Sanchez, Vargas (12’ st Gutierrez). Ct: Sampaoli.
ARBITRO: Webb (Inghilterra).
SEQUENZA RIGORI: David Luiz gol, Pinilla parato, Willian fuori, Sanchez parato, Marcelo gol, Aranguiz gol, Hulk parato, Diaz gol, Neymar gol, Jara palo.
NOTE: ammoniti Mena, Silva, Hulk, Luiz Gustavo, Jo, Pinilla e Dani Alves; recupero: 2’ pt, 4’ st, 1’ pts, 2’ sts.
LA PARTITA
Il primo vero ostacolo del Brasile. La partita di Belo Horizonte ha testato i nervi e il carattere della compagine di Felipe Scolari, uscita faticosamente vincitrice dal duello contro un Cile agguerrito e per nulla propenso a sacrificarsi sull’altare. Ce l’aveva quasi fatta la Roja a creare un “Mineiraço” e a stoppare quasi sul nascere i sogni dei tifosi brasiliani.
La traversa colpita da Pinilla al 120’ potrebbe rappresentare il punto di svolta della Seleçao, che ha visto in faccia il volto dell’eliminazione, per poi allontanarla nella serie finale dal dischetto, dove non sono mancati i colpi di scena (il Cile era praticamente spacciato e poi è tornato in parità, salvo riandare sotto e sbagliare l’ultimo tiro). Il primo ottavo di finale ha promosso dunque il Brasile, ma gli applausi se li merita tutti Jorge Sampaoli, che ha messo in campo un undici a sua immagine e somiglianza, combattivo e grintoso. La squadra di Scolari non ha convinto nemmeno questa volta, condizionata dalla forte pressione che avverte in ogni stadio in cui entra e ancora priva delle giocate di alcuni suoi uomini-chiave (Oscar ad esempio. O le punte, sia che si tratti di Fred sia che si tratti di Jo).
Eppure, inizialmente sembrava tutto facile: David Luiz ha sbloccato il punteggio dopo diciotto minuti (sarebbe autorete di Jara, ma ci adeguiamo al tabellino Fifa), con un colpo ravvicinato da dentro l’area piccola. Un gol che pareva il preludio ai due precedenti Mondiali, entrambi all’altezza degli ottavi di finale ed entrambi vinti dal Brasile (uno a Francia ‘98, l’altro in Sudafrica, quattro anni fa).
E invece, il Cile dopo lo svantaggio non ha battuto ciglio e anzi, ha preso coraggio, andando all’attacco con più insistenza e venendo premiato attorno alla mezzora, quando un diagonale di Sanchez - bravo a capitalizzare una palla rubata da Vargas a Hulk sulla fascia destra - è valso alla Roja il pareggio.
Da lì, il ritmo non è mai calato e nonostante il caldo delle ore 13, le nazionali hanno continuato a darsele e a macinare chilometri su chilometri, persino Medel e Vidal, non al meglio della loro condizione. L’equilibrio non si è più spezzato (si sono visti un miracolo di Julio Cesar su Aranguiz e un gol annullato a Hulk per un tocco di braccio) e così la sfida si è prolungata ai supplementari. Proprio a pochi secondi dal gong, è arrivata la traversa del cagliaritano Pinilla, subentrato all’87’ allo sfinito Vidal: una sassata che aveva già battuto Julio César. La conclusione dei rigori ha dato poi la gioia ai brasiliani e la disperazione alla macchiolina rossa dei tifosi cileni, appostati dietro la porta. Il “dio pallone” si è divertito a giocare col destino dei protagonisti: 1) proprio Pinilla, a un passo dall’essere il nuovo eroe cileno, ha sbagliato il primo tiro; 2) proprio Sanchez, l’autore del gol dell’1-1, si è fatto respingere il secondo; 3) e infine, dopo il gol di Neymar, ha sbagliato proprio Jara, che aveva sbloccato la partita con quello sfortunato tocco sottorete. Palo. Di nuovo un legno, nella stessa porta della traversa di Pinilla. La storia del Cile finisce in lacrime. Il Brasile sospira e si prepara al nuovo derby sudamericano.
I PIÙ E I MENO
+ Julio César: compie un grandissimo salvataggio su Aranguiz e poi respinge due rigori nella serie finale (a Pinilla e Sanchez). È la sua partita.
+ David Luiz: rimesso in piedi in extremis da Scolari, è decisivo con il gol dell’1-0, da dividere con l’avversario Jara. Inaugura col gol anche la serie finale dei rigori.
+ Medel: partita monumentale del difensore del Cardiff, non al meglio delle condizioni fisiche e costretto ad uscire nel finale per uno stiramento.
+ Vidal: come Medel, non era al meglio, ma ha voluto essere a tutti i costi della partita. Preziosa la sua presenza, nel finale dei 90’ ha dovuto abdicare.
+ Bravo: sempre attento sulle conclusioni brasiliane, respinge pure il rigore di Hulk e per poco non si ripete su Marcelo. Non basta però per passare il turno.
+ Sanchez: peccato che debba lasciare il Mondiale uno dei migliori attaccanti della manifestazione. Segna il gol dell’1-1, porta a spasso la difesa verdeoro, crea scompiglio ogni volta che tocca palla. Ai rigori, però si fa ipnotizzare da Julio César.
+ Sampaoli: esce a testa altissima dal torneo. Il suo Cile è stato uno dei migliori team ammirati in Brasile. Ha fatto fuori la Spagna ai gironi, è arrivato a pochi centimetri dal buttar fuori i padroni di casa e a far sprofondare nell’angoscia un intero Paese.
+ Webb: dirige alla grande una partita che non conosce soste e annulla un gol a Hulk (che aveva segnato il 2-1 stoppando la palla col braccio), dimostrando un notevole coraggio.
- Neymar: offre qualche lampo iniziale, ma poi sparisce dalla partita. Nel secondo tempo e nei supplementari non si vede mai. Rispunta ai rigori, dove segna il gol del definitivo 3-2.
- Fred: lo avevamo visto migliorato nel successo sul Camerun, ma contro il Cile mostra di nuovo tutte le difficoltà delle prime due partite. Un oggetto misterioso.
- Jo: non cambia di un virgola l’attacco brasiliano, quando l’attaccante dell’Atlético Mineiro (che a Belo Horizonte è di casa) rileva Fred.
- Oscar: totalmente estraneo al gioco, non si è mai visto per qualcosa di interessante. Probabilmente ha toccato più palloni Webb.
- Jara: sblocca la gara con un tocco decisivo alle spalle del suo portiere e poi fallisce l’ultimo rigore. Non meriterebbe il meno per la partita giocata, ma i due episodi pesano.
Giovanni Del Bianco
@g_delbianco