La prima volta che il 21 giugno entrò per la prima volta sulla scena del calcio iridato fu in occasione del primo Mondiale messicano, quello del ’70, pronto ad omaggiare Pelé, il più grande giocatore di tutti i tempi, almeno prima dell’avvento di Maradona, che esattamente sedici anni e un giorno dopo sullo stesso palcoscenico gli strappò la scena.
In quel 21 giugno del 1970, a Città del Messico andò in scena la finale, e il numero 10 del Brasile segnò di testa il primo gol della partita contro l’Italia. La Rimet prenotava il volo definitivo per il Brasile; i verdeoro avrebbero vinto lo stesso, ma non v’è dubbio che gli Azzurri arrivarono logori all’appuntamento decisivo, dopo la mitica semifinale contro la Germaia: quanta fatica per entrare nella storia. Otto anni dopo in Argentina si disputò l’ultima giornata della fase a girone, con l’Austria che superò la Germania Ovest e l’Olanda costrinse l’Italia alla finalina con i brasiliani, ai quali non bastò il successo con la Polonia. I padroni di casa dovevano rimediare alla differenza reti sfavorevole rispetto a quella degli eterni rivali e presero a pallate il Perù: sei reti, tante, ma mai quanto le polemiche da parte del Brasile. Una particolare contestazione avvenne anche quattro anni dopo, quando il 21 giugno a Valladolid scese in campo la matricola Kuwait: la tecnica dei francesi venne messa in secondo piano dall’irruzione in campo dello sceicco Fahd Al-Ahmad, il quale ottenne l’annullamento di una rete irregolare dei Galletti; ad Oviedo invece l’Austria superò l’Algeria e fece un passo importante verso la seconda fase, mentre a Saragozza l’Honduras divise la posta con l’Irlanda del Nord: fu l’ultima rete degli honduregni fino al Mondiale odierno. 1986, torniamo in Messico, per la prima giornata dei quarti, quando entrambe le sfide si conclusero dagli undici metri: la Francia ebbe la meglio sul Brasile e la Germania Ovest sui padroni di casa. Poi tocca alle “Notti magiche”, fase a gironi: a Verona la Spagna superò in rimonta il Belgio, a Udine l’Uruguay si affidò alla “zona Cesarini” per arginare la Corea del Sud, mentre a Cagliari l’Inghilterra sconfisse l’Egitto con il minimo scarto e a Palermo Irlanda-Olanda terminò con una rete per parte. Il 21 giugno ci accompagnerà nel lungo viaggio fino in Sudafrica, toccando tutte le latitudini del globo: nella kermesse americana la Germania, al primo Mondiale dopo la riunificazione, divise la posta con la Spagna e la Nigeria liquidò la Bulgaria, con il povero Yekini che aprì le marcature. Esattamente quattro anni dopo i tedeschi fecero scalo a Lens e pareggiarono in rimonta con la Jugoslavia. Storie che oltre passano le inferriate degli stadi, come il match tra Stati Uniti ed Iran, con forti valenze extracalcistiche (le due nazioni avevano rotto le relazioni diplomatiche). Il viaggio continua nel Mondiale asiatico per le prime due sfide dei quarti, quando la “Mannschaft” ebbe la meglio sugli Stati Uniti e la Seleçao superò in rimonta l’Inghilterra. Prima di fermarci nel paese dei “Bafana Bafana” sorvoliamo la Germania: a Gelsenkirchen, nel girone D, il Portogallo ebbe la meglio sul Messico e a Lipsia Angola ed Iran divisero la posta, mentre nel gruppo C terminò a reti bianche Olanda-Argentina. Eccoci in Sudafrica: a Città del Capo il Portogallo trafisse la malcapitata Corea del Nord con un 7-0 d’altri tempi, mentre all’Ellis Park la Spagna sconfisse l’Honduras e riscattò il ko con la Svizzera, cominciando la grande cavalcata che li portò a vincere il torneo.
Antonio Capotosto
Nella foto, Pelé esulta per il suo gol nella finale contro l'Italia a Messico '70: la Rimet andò definitivamente al Brasile.