14-14-’14. Non è fantasia e neppure una corsa oltre i limiti della realtà, ma un dato di fatto che varia il tempo e le statistiche. Chi vi scrive si è affacciato allo sport più popolare del mondo durante la kermesse delle “Notti Magiche” ed esattamente ventiquattro anni fa era davanti al piccolo schermo persuaso dall’affetto dell’ Olimpico per gli azzurri. E se il calcio - nonostante tutto - sa essere romantico, quella sera era forse destino che toccasse proprio al padrone di casa Giuseppe Giannini decidere il match tra Italia e Stati Uniti. Un ritorno alle origini, perché a causa dei lavori di ristrutturazione all’impianto del Foro Italico Roma e Lazio disputarono la stagione precedente il Mondiale ’90 allo stadio Flaminio. E il 14 giugno mosse i primi passi nell’iride settantasei anni fa, quando a Bordeaux il Brasile superò in rimonta la Cecoslovacchia nei quarti: la rete del pareggio verdeoro fu siglata da Leonidas, miglior marcatore di quella rassegna. Il 14 giugno è una data particolare? Probabilmente, perché nel Mondiale del ’70 - quello della “Partita del secolo” - i quarti di finale si disputarono in questa data: Uruguay e Germania Ovest ebbero la meglio ai supplementari rispettivamente su Urss e Inghilterra, mentre il Brasile arginò il Perù e l’Italia di Valcareggi superò in rimonta il Messico; in quel match, Gigi Riva realizzò l’unica doppietta in un Campionato del Mondo. Se il calcio è strumento di rivalsa sociale, è lecito ricordare che esattamente quarant’anni fa iniziò il Mondiale del ’74, l’unico che vide al via la Germania Est, la quale superò ad Amburgo un’altra debuttante, ovvero l’Australia. E i padroni di casa? All’ Olympiastadion di Berlino (Ovest) superarono di misura il Cile grazie a Paul Breitner; il tutto nel gruppo 1, mentre nel secondo la Scozia superò a Dortmund un’altra matricola, lo Zaire. Calcio e politica: un binomio che si manifesta anche nel ’78, quando esattamente trentasei anni fa –nella seconda fase a gironi- i padroni di casa dell’Argentina superarono a Rosario la Polonia con la doppietta di Mario Kempes e a Mendoza il Brasile trafisse il Perù (ma non bastò…), mentre al Monumental l’Italia divise la posta con i tedeschi dell’Ovest. Torniamo in Europa, perché esattamente quattro anni dopo gli azzurri debuttarono a Vigo contro la Polonia, mentre a Siviglia il favorito Brasile superò in rimonta i sovietici grazie a Socrates ed Eder. Lo sport più amato del globo è un romanzo? Torniamo all’ora all’incipit, perché la vittoria dell’Italia di Vicini sugli americani verrà ricordata (anche) come l’unica gara che non vide la firma di Totò Schillaci nel tabellino dei marcatori. Nello stesso giorno, a Firenze la Jugoslavia superò la Colombia e al San Nicola il Camerun ebbe la meglio sulla Romania grazie a Roger Milla, richiamato in Nazionale a 38 anni! Dopo il volo transoceanico del ’94, il Mondiale torna nel Vecchio continente per la sedicesima edizione ed esattamente un mese prima della Festa nazionale d’Oltralpe la Jugoslavia superò l’Iran (gara peculiare per entrambe…) con Mihajlovic, mentre nel gruppo H l’Albiceleste superò il Giappone con il minimo scarto e la Crozia sconfisse la Giamaica nel ‘ballo delle debuttanti’… Continuiamo con il 14 giugno fino alla rassegna africana: passando prima per l’Asia, quando il Portogallo rifilò il poker alla Polonia e nella gare disputate nel “Sol Levante” il Giappone si mostrò superiore alla Tunisia, con il Belgio vittorioso sulla Russia nello stesso girone. La prima volta non si scorda mai ed ecco che in Germania Xabi Alonso, Fernando Torres e David Villa festeggiano nel migliore dei modi il debutto con la Roja in una grande competizione, mentre all’Allianz Arena finisce 2-2 il match tra Tunisia e Arabia Saudita. A Dortmund i padroni di casa superano la Polonia in zona Cesarini grazie a Neuville. E trasferiamoci nel Continente Nero, con Olanda e Giappone vittoriose rispettivamente su Danimarca e Camerun. Quel giorno debuttò anche l’Italia, che a Città del Capo evitò la sconfitta dal Paraguay con De Rossi.
Antonio Capotosto
Nella foto, l'esultanza di Giannini in Italia-Usa (Mondiali del '90)