Ogni volta che inizia un Mondiale si innesca quel flashback che ci porta a dire “Mi ricordo di quel giocatore e anche dell’altro. E che grande tecnico è stato…”. Quei giorni però si riferiscono quasi sempre all’atto conclusivo. Ma come dimenticare per noi italiani quel 5 luglio di trentadue anni fa e il 9 giugno nella kermesse organizzata in casa nostra? Ecco perché vogliamo ricordarvi cosa accadde ogni giorno che coincide con la ventesima rassegna iridata. La prima volta che un Mondiale scese in campo il 12 giugno fu nel 1938, con i quarti di finale. Da segnalare il passaggio in semifinale degli azzurri campioni in carica e proiettati al bis sui padroni di casa grazie alla rete di Colaussi e alla doppietta di Piola, mentre l’altra futura finalista superò la Svizzera. Per i magiari sbloccò il risultato Gyorgy Sarosi, colui che dopo aver appeso le scarpe al chiodo allenò per molti anni in Italia, portando la Juventus alla vittoria del nono scudetto (nelle altre due gare il Brasile del capocannoniere Leonidas superò la Cecoslovacchia e la Svezia trafisse Cuba). La ‘Squadra d’oro’ muoveva i primi passi, interrotti bruscamente con l’invasione sovietica del ’56. Nella sesta edizione del Mondiale l’Ungheria non superò il primo turno e nel secondo match del Gruppo 3 venne sconfitta dalla Svezia, con Kurt Hamrin (un altro che ha militato a lungo nel nostro campionato) che firmò la doppietta decisiva. Il 12 giugno e l’iride si ritroveranno 28 anni dopo in Messico, nella terza giornata del Gruppo D, con il Brasile che liquidò l’Irlanda del Nord (3-0) e con lo stesso risultato la Spagna superò l’Algeria di Madjer, futuro campione d’Europa con il Porto. “Notti magiche, inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate italiana…”. I belgi Degryse e De Wolf li agguantarono esattamente ventiquattro anni fa, quando al Bentegodi i Diavoli Rossi sconfissero la Corea del Sud, mentre a Cagliari l’Olanda impattò a sorpresa con l’Egitto. La Coppa del Mondo tornò in Europa dopo l’edizione statunitense ed esattamente sedici anni fa la Francia debuttò nel migliore dei modi davanti al pubblico amico, con un netto 3-0 al Sudafrica: chiuse la gara il giovane Thierry Henry, al debutto ufficiale con i Bleus, e nell’altra partite del raggruppamento D la Danimarca superò di misura l’Arabia Saudita. Questa data ci ha accompagnato anche nelle successive edizioni, perché nella kermesse asiatica il Paraguay di Cesare Maldini sconfisse la Slovenia e le Furie Rosse superarono a fatica i “Bafana Bafana” grazie a Raul, autore di una doppietta, la prima in una partita ufficiale con la Roja. Quattro anni dopo Hannover vide il debutto dell’Italia e quello assoluto del Ghana (sappiamo tutti come andò a finire…), mentre nell’altra sfida del girone la Repubblica Ceca trafisse gli States; scese in campo anche l’Australia, vittoriosa 3-1 sul Giappone. E in Sudafrica Heinze regalò a Maradona la prima vittoria mundial da commissario tecnico e la Corea del Sud superò la Grecia. Debuttò nelle stesse vesti anche Fabio Capello, che di fronte agli Stati Uniti si vide negare la gioia del successo dal (proprio) portiere Green.
Antonio Capotosto
Nella foto, Toni e Kuffour in Italia-Ghana del 2006.