Nelle ultime settimane si è parlato di lui in quanto futuro manager dello United. E non potrebbe essere altrimenti, considerato che avrà il difficile compito di restituire l’orgoglio ad una piazza ferita, come quella di Manchester, sponda United. Ma prima dell'avventura coi Red Devils, Louis Van Gaal dovrà cimentarsi nel suo primo Campionato del Mondo, per di più alla guida della Nazionale che aveva salutato il Sudafrica dalla piazza d’onore. L’Olanda ha staccato con largo anticipo il biglietto per il Brasile e il santone di Amsterdam ha avuto così diversi mesi a disposizione per preparare al meglio gli Arancioni, i quali si troveranno di fronte al Cile e all’Australia, oltre alla Spagna campione di tutto. La Roja assemblata sul tiqui-taca blaugrana? Se Guardiola e il compianto Vilanova hanno costruito quella macchina perfetta che fino allo scorso anno sfrecciava sulle strade del Vecchio continente, il merito è anche della scuola olandese diventata da tanti anni il modello di riferito a La Masia. Cruijff aveva aperto il varco, Van Gaal ci si era tuffato dentro in seguito (e poi, anche Rijkaard). Van Gaal portò l’Ajax in cima all’Europa e sul tetto del mondo per la prima volta dai tempi dell’epopea del “calcio totale”. Poi si trasferì in Catalogna, alla guida di quella squadra che vedeva Pep come capitano e allenatore in campo: una coppa nazionale e due campionati poggiati nella bacheca del Camp Nou, il secondo nell’anno del centenario. Le ultime difficoltà del Barça potrebbero incidere anche sulle Furie Rosse? È quello che si augura il selezionatore degli Oranje, perché un’eventuale vittoria sulla Spagna potrebbe far dimenticare a lui e a tutto il Paese in un colpo solo due delusioni: la finale persa proprio contro la compagine di Del Bosque nel 2010 e la precedente esperienza di Van Gaal alla guida della Nazionale, quando mancò clamorosamente la qualificazione al Mondiale asiatico del 2002.
Antonio Capotosto