La storia dei Mondiali: quarta parte
1974
Nazione Ospitante: Germania Ovest
Vincitore: Germania Ovest
Nel 1974 il Mondiale cambia, oltre al trofeo (la nuova statuetta – disegnata dall’italiano Silvio Gazzaniga e ancora oggi utilizzata – rappresenta due atleti festanti che sorreggono il mondo), la propria formula: pur restando 16 le Nazionali partecipanti, per aumentare il numero degli incontri e degli incassi, si decide che le prime due di ogni girone formeranno due ulteriori gruppi da 4 squadre ciascuno. Le vincenti di questi raggruppamenti si sfideranno nella finalissima e le seconde nella finale per il terzo posto.
L’edizione del ’74 si svolge in Germania Ovest: i tedeschi vogliono fare bella figura dopo l’attentato subito dalla squadra israeliana alle olimpiadi di due anni prima, svoltesi a Monaco di Baviera, e saranno impeccabili dal punto di vista organizzativo.
Pur partendo coi favori del pronostico, la rassegna tedesca dura poco per la Nazionale italiana: la squadra guidata da Ferruccio Valcareggi ricalca, per gran parte, quella della spedizione messicana di 4 anni prima e molti giocatori sono “logori”. L’Italia esce, mestamente, nel primo girone: ciò che resta negli occhi del mondo è il celebre “Vaffa” rivolto da Chinaglia al cittì, reo di averlo sostituito nella partita contro Haiti.
Altra sorpresa si ha nel raggruppamento che vede fronteggiarsi le due “Germanie”: i cugini poveri dell’Est batteranno i padroni di casa per 1-0 grazie al gol di Sparwasser, qualificandosi così come primi nel gruppo.
Saranno, però i tedeschi occidentali ad arrivare in finale: a battersi con loro sarà l’Olanda di Cruijff.
Nella finale di Monaco di Baviera sarà il calcio quadrato e preciso dei teutonici a prevalere sull’estro e sul “calcio totale” – spettacolare, ma dispendioso a livello fisico – degli Orange. Nonostante un rigore di Neeskens avesse regalato il vantaggio agli olandesi, Breitner, dal dischetto, prima e Muller poi regalano il successo ai padroni di casa, che si aggiudicano così il secondo titolo della loro storia.
Il Mondiale del 1974 è ricordato anche per la grottesca punizione di Brasile-Zaire: Mwepu, giocatore della nazionale africana che esordiva in un Mondiale, calciò la palla prima che i giocatori verde-oro potessero battere il calcio da fermo. Una mossa che suscitò l'ilarità di molti, ma che nasconde una storia terribile: lo Zaire era governato dal dittatore Mobutu, che aveva mal digerito la sconfitta per 9-0 contro la Jugoslavia. Se la partita contro il Brasile fosse finita al massimo 3-0 i “Leopardi” si sarebbero salvati: in alternativa, erano pronte punizioni pesanti per tutti i calciatori e per i loro familiari. Quando Mwepu si rese protagonista di questo famoso episodio il risultato era proprio di 3-0 (che poi fu quello finale): il calcio alla palla fu un modo di irritare i brasiliani prima di una punizione dal limite. Un vero e proprio calcio alla paura.
1978
Nazione Ospitante: Argentina
Vincitore: Argentina
L’edizione del 1978 viene assegnata all’Argentina: il paese si trovava sotto dittatura e molte Nazionali misero in dubbio la partecipazione. Alla fine tutto si risolse in una bolla di sapone: il solo Johann Cruijff rifiutò di prender parte alla spedizione con l’Olanda per paura (pare) di essere rapito.
Capitolo Italia: la Nazionale azzurra è guidata da Enzo Bearzot che porta in Sudamerica una nazionale giovane, inesperta ma esuberante, fondata per gran parte sul “blocco Juve”. Il girone iniziale è durissimo: il sorteggio ci regala la Francia, l’Ungheria e i padroni di casa. Inaspettatamente, l’Italia domina il girone e si qualifica alla fase successiva.
Il girone della seconda fase è parimenti duro: ci sono da superare Austria, Germania Ovest e Olanda.
Dopo aver pareggiato coi tedeschi e vinto di misura con gli austriaci, Zoff e soci si giocano l’accesso in finale contro gli Orange. La partita si mette bene per gli Azzurri, che passano in vantaggio grazie ad un’autorete di Brandts. Ma nella ripresa lo stesso Brandts e Haan, con due fucilate dalla distanza, segnano la fine del sogno azzurro: l’Olanda va in finale (nonostante la pesante assenza di Cruijff) , dove affronterà (come 4 anni prima) i padroni di casa, stavolta rappresentati dall’Argentina.
L’avventura azzurra, in realtà, si concluderà con la finalina di consolazione per il 3° posto contro il Brasile. Anche questa partita non sorriderà all’Italia: i verde-oro vincono 2-1 grazie alle reti di Dirceu e Nelinho che rendono vano il gol del “Barone” Causio.
La finale, come detto, è Olanda-Argentina. Il cammino dei padroni di casa è costellato da una “macchia”: l’accesso alla finale è avvenuto con un 6-0, quantomeno sospetto, ai danni del Perù. L’epilogo del Mondiale è diretto dall’arbitro italiano Gonnella: al Monumental di Buenos Aires è Mario Kempes a regalare la prima gioia al popolo albiceleste. Ma nel finale della partita, Nanninga strozza l’urlo dei tifosi argentini: 1-1 e tempi supplementari. All’inizio della seconda frazione supplementare è ancora Kempes (eroe nazionale da quel momento) a portare avanti l’Argentina, prima del sigillo definitivo di Bertoni. L’Argentina è Campione del Mondo: questa partita segna anche la fine di un'era olandese che, seppur senza successi, scrisse importanti pagine di calcio, grazie al “Gioco Totale” che farà epoca.
1982
Nazione Ospitante: Spagna
Vincitore: Italia
1982: il Mondiale fa tappa in Spagna. Aumenta il numero di Nazionali partecipanti e si modifica la struttura del torneo: le 24 rappresentative saranno divise in 6 gironi da 4 squadre ciascuno; le prime due di ogni raggruppamento (12 squadre in tutto) formeranno quattro gironcini da 3. La vincente di ogni “triangolare” si qualificherà alla semifinale e si giocherà l’accesso alla finalissima.
Il torneo parte con molte sorprese: l’Argentina e la Germania Ovest sono battute, nei rispettivi gironi, da Belgio e Algeria e si qualificheranno a stento.
Anche l’Italia parte in sordina: gli Azzurri, guidati ancora dal friulano Bearzot, racimolano 3 pareggi contro Polonia (0-0), Perù (1-1 con rete di Conti) e Camerun (1-1, con gol azzurro messo a segno da Graziani). A qualificarci è solo la differenza reti e, mentre in Patria si criticano ferocemente le scialbe prestazioni, lo spogliatoio azzurro si chiude in un polemico silenzio stampa.
Nel gironcino del secondo turno ci toccano l’Argentina campione in carica e un Brasile che aveva impressionato favorevolmente nel proprio gruppo.
Affrontiamo prima gli argentini: l’Italia, inaspettatamente, vince 2-1, con le reti di Tardelli e Cabrini. A nulla serve il gol della bandiera siglato da Daniel Passarella. Di questa partita si ricorda, anche, l’aggressiva, ma sempre corretta, marcatura di un perfetto Claudio Gentile su Diego Armando Maradona, che sarà totalmente annullato dal tenace terzino italiano.
La vittoria del Brasile sui “vicini di casa” argentini per 3-1 ci mette di fronte ad un bivio: o battiamo i verde-oro o la spedizione Azzurra si conclude.
L’appuntamento è allo stadio Sarrià di Barcellona: è il 5 luglio.
Paolo Rossi, dopo pochi minuti, infila la porta dei brasiliani e sigla il vantaggio azzurro. Neanche il tempo di esultare e Socrates, il capitano verde-oro, pareggia i conti. Ma il Brasile, pur fortissimo in attacco, è distratto in zona difensiva: ancora Rossi può sfruttare un errore della retroguardia avversaria e riporta l’Italia in vantaggio. Nella ripresa Falcao riagguanta il pareggio, prima che Rossi, sempre lui, regali l’ennesima gioia al popolo italiano. A nulla servono gli assalti brasiliani nel finale: Zoff abbassa la saracinesca e la partita si conclude 3-2. Italia in semifinale, Brasile all’inferno nonostante l’ottimismo e i proclami: avevano finanche prenotato l’albergo a Madrid per la fase finale.
Ad accompagnarci al penultimo atto sono altre 3 compagini europee: la Polonia, che sarà la nostra avversaria, la Francia e la Germania Ovest.
La sfida coi polacchi fila via liscia: una doppietta del “Pablito” Nazionale ci spiana la strada verso la finale del Bernabeu, dove troveremo i tedeschi, che al termine di un match tiratissimo, eliminano i Bleus ai rigori.
11 luglio 1982: Santiago Bernabeu. L’Italia affronta la Germania Ovest nella finale del Mondiale. Chi vince sarà Campione del Mondo per la terza volta.
L’incontro potrebbe mettersi subito bene per gli Azzurri quando, nel corso del primo tempo, viene loro assegnato un calcio di rigore: sul dischetto va Cabrini, ma il tiro del terzino finisce fuori.
Nella ripresa gli uomini di Bearzot sono ancora freschi, mentre la Germania cala vistosamente: una zampata di Rossi prima, un diagonale di Tardelli poi (celebre l’esultanza dell’Urlo) e il sigillo di Altobelli portano una Nazione intera in estasi (emblematico il “non ci prendono più” pronunciato in mondovisione dal Presidente Pertini). L’inutile gol di Breitner serve solo per le statistiche.
L’Italia è campione del Mondo. Campione del Mondo. Campione del Mondo. Tre volte, come annunciò Nando Martinelli. Il sogno azzurro si è avverato. La gente si riversa nelle piazze: l’Italia è “Mundial”, mentre nel viaggio di ritorno il presidente della Repubblica Pertini, Zoff, Causio e Bearzot danno vita ad uno scopone scientifico sul volo di ritorno. Al centro del tavolo il trofeo mondiale, come fosse un posacenere sul tavolino del bar.
Edoardo Cozza
@edocozza
Nella foto, Zoff alza al cielo la Coppa del Mondo vinta dall'Italia al Bernabeu di Madrid.