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Meglio un Genny grande che tanti piccoli

Redazione

05.05.2014 ( Aggiornata il 05.05.2014 10:28 )

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Solo in Italia il capitano di una squadra di calcio può andare a parlare con gli ultras che minacciano violenze e ritorsioni, accompagnato da funzionari di polizia e sotto gli occhi delle massime autorità politiche (Renzi) e sportive (Malagò, Abete, Beretta) italiane. Con l'interlocutore di Hamsik che indossava giustamente una maglietta inneggiante all'assassino di un poliziotto (Filippo Raciti il poliziotto), a dare un tocco di gran classe a una finale di Coppa Italia che era stata preceduta da scontri dalla dinamica ancora poco chiara (romanisti isolati e coinvolti casualmente o romanisti organizzati?) ma dai risultati gravissimi, fra feriti e devastazione. Qualcuno del partito dei cementificatori forse potrà spiegare in quale modo gli stadi di proprietà potranno impedire l'esistenza di personaggi come Genny 'a Carogna, di certo gli ultras di oggi poco si prestano alle semplificazioni visto che sono sempre meno inquadrabili politicamente e meno militarizzati anche solo di una decina di anni fa. Paradossalmente le forze dell'ordine (da ricordare che Napoli-Fiorentina si è giocata per ordine del questore, preoccupato per situazioni di ordine pubblico ancora peggiori) tifano per l'esistenza di personaggi come Genny, a loro modo punti di riferimento quando non direttamente interlocutori. Le curve tutte di cani sciolti e di gruppi sempre più frazionati, come ad esempio quella della Roma, in questa logica fanno più paura. Nel 2014 è difficile dare alle curve etichette politiche, anche se molti capi della storia recente vengono dall'estrema destra, mentre invece è chiaro che mai come in questo momento politico e sociale il calcio deve andare avanti. L'inadeguatezza di Abete e Beretta è evidente, ma non è colpa loro se nelle città girano piccoli eserciti di disperati per vari motivi, con quello economico che non sempre è il più grave (fra tutti i coinvolti negli scontri di Roma nessuno patisce la fame, qualcuno ha anche discrete attività commerciali), con una rabbia che solo il calcio è ormai capace di canalizzare. Il movimento ultras non è certo unitario, ma sommando serie A e realtà più piccole, anche di altri sport (che spesso hanno nuclei di derivazione calcistica), si può fare una stima non lontana dai 150.000 elementi. Senza contare il fatto che in molte manifestazioni di  piazza di è vista una sorta di saldatura pre-ideologica con altri movimenti ai confini dell'eversione. Per dare un termine di paragone, la Polizia di Stato conta circa 100mila elementi fra uomini e donne, i Carabinieri 110.000. È facile quindi capire come gli editoriali sull'esame di coscienza che il calcio si deve fare e sul pallone da fermare siano degni di miglior causa, a meno di non volere gli ultras in strada invece che negli stadi.

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