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Redazione

06.01.2014 ( Aggiornata il 06.01.2014 17:56 )

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Qual è il posto di Eusebio nella storia del calcio? Si sa che la morte cambia in meglio tante valutazioni, così come un culto del passato che non solo nello sport sfiora la mistificazione. Il fuoriclasse portoghese è stato però celebratissimo e vincente anche in vita, non ha quindi bisogno di rivalutazioni nostalgiche. Tutti conoscono la sua epopea nel Benfica e nel Portogallo al Mondiale 1966: come attaccante puro (quindi non il '10' del genere Pelé-Maradona-Cruijff) è nel girone dei Van Basten, dei Ronaldo e dei Gerd Muller. A nostro modesto avviso in una posizione di superiorità, visto che la differenza tecnica fra lui e i suoi compagni nel Benfica e nel Portogallo era senz'altro superiore a quella dei campioni citati con i rispettivi compagni. Abbiamo avuto la fortuna di vedere anche alcune partite dell'Eusebio in declino, quello che giocò nella defunta NASL, la lega professionistica statunitense che forse arrivò troppo in anticipo sui tempi. Lì giocò, dai 33 ai 35 anni, in tre squadre: i Boston Minutemen, i Toronto Metros-Croatia e i Las Vegas Quicksilvers. A Toronto, nella squadra antenata dei Blizzard (dove nel 1983 e 1984 giocò anche Bettega), la sua stagione migliore, 16 gol in 21 partite, con titolo NASL. Sua la cannonata su punizione che sbloccò il Soccer Bowl contro i Minnesota Kicks, in una stagione che vide come giocatore dell'anno Pelé e come allenatore dell'anno Eddie Firmani (proprio l'ex attaccante di Sampdoria, Inter e Genoa). Vale la pena di ricordare che in quel 1976 nella lega giocavano personaggio come Bobby Moore, George Best e Chinaglia, non proprio all'apice della carriera ma comunque loro in carne ed ossa. A Las Vegas poi Eusebio si infortunò e la sua carriera finì di fatto lì. Non ci sono grandi testimonianze delle poche partite giocate in Messico e in due leghe minori statunitensi, forse è un bene così. Considerando le meraviglie fatte vedere nel natio Mozambico nelle fila dello Sporting de Lourenco Marques, la seconda squadra della sua città (nella prima non aveva superato il provino per il settore giovanile, a 15 anni…), Eusebio può a buon diritto essere definito un eroe calcistico per tre mondi, oltre che per il pianeta intero.

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