Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

Redazione

24.07.2013 ( Aggiornata il 24.07.2013 14:11 )

  • Link copiato

Kevin Constant è stato l'uomo-immagine di una versione dimessa del trofeo Tim, con tutto il rispetto per il Sassuolo che l'ha meritatamente vinta di fronte al suo pubblico. Diciamo, con un po' di scorrettezza politica, che voleva fare Boateng ma che il contesto non l'ha aiutato. I fatti sono noti: a 10 minuti dalla fine della terza sfida, quella fra Milan e Sassuolo, da un settore dello stadio di Reggio Emilia si sono sentiti pochi ululati (ma, facendo la media delle varie testimonianze dirette, nessun coro e meno che mai cori indirizzati al laterale sinistro rossonero) e Constant ha pensato che fossero indirizzati a lui. Risultato: pallonata scagliata verso i Distinti Nord e uscita dal campo volontaria, con Allegri che ha buttato nella mischia il giovane Piccinocchi. A questo punto è 'telefonato' ma non per questo meno valido il paragone con quanto accaduto lo scorso 3 gennaio a Busto Arsizio, quando durante l'amichevole con la Pro Patria Boateng fece una cosa del genere, calciando il pallone in tribuna e uscendo dal campo, ma fu sostenuto dai compagni che presero anche loro la via degli spogliatoi per solidarietà. Vicende equiparabili, per il contesto amichevole e per il numero esiguo dei cretini urlanti, ma non per l'abbandono del campo da parte della squadra. Che non auspichiamo in alcun caso, visto che solo l'arbitro e il funzionario di pubblica sicurezza più alto in grado presente allo stadio hanno il diritto-dovere di interrompere le partite in casi gravi e che con la scusa del razzismo la squadra in svantaggio in una partita ufficiale potrebbe farsi venire strane idee (scusate, siamo italiani). La conclusione, al momento solo parziale è che un'amichevole targata Tim, sponsor che nel mondo del calcio ha una certa influenza, cambia la sensibilità antirazzistica dei giocatori del Milan.

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi