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Il momento di Montella

Redazione

23.04.2013 ( Aggiornata il 23.04.2013 12:35 )

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Vincenzo Montella ha molto in comune con Matteo Renzi, non solo la generazione (l'allenatore è del 1974, il sindaco del 1975) e la residenza temporanea a Firenze. Entrambi sono a un bivio decisivo delle rispettive carriere: il punto che divide la Fiorentina dalla Champions League (o meglio, al playoff di agosto), a cinque giornate dalla fine del campionato, è in questo senso ben rappresentativo dei dettagli che quasi sempre fanno la differenza fra il successo e una vita di rimpianti. Ma parliamo solo di calcio, perché questo rush finale dei viola unito al calo del Milan ha un po' scombinato i piani del cosiddetto Palazzo, quello secondo cui l'Udinese della situazione mai più dovrebbe accedere alla Champions League, magari dopo avere venduto i migliori e rovinando il ranking (tema caro a tutti i dirigenti dei grandi club). Guardando al calendario e al ritorno di Balotelli (quasi un gol a partita di media) dopo la squalifica verrebbe da dire Milan, nonostante tutto. Squadra che il pragmatismo di Allegri e qualche rigore fanno rendere al massimo contro le medio-piccole e soffrire contro quelle di alto rango. Catania e Torino a San Siro, il Pescara in trasferta, la Roma ancora a a San Siro come unico impegno duro e il Siena al Franchi il 19 maggio, prima dei saluti. Almeno 12 punti fattibilissimi, per non dire 15 (dipenderà dalle motivazioni giallorosse, in vista della finale di Coppa Italia). Altra storia per la Fiorentina: trasferta con la Sampdoria, in casa la Roma, mini-trasferta a Siena, in casa con il Palermo e chiusura a Pescara. Tre avversarie su cinque uguali, la differenza la faranno la serietà della Sampdoria (ci scommetteremmo, non fosse altro che per la voglia di Delio Rossi di mostrare il suo valore ai Della Valle) e le possibilità che alla penultima giornata avrà il Palermo di salvarsi. Quasi superfluo ricordare che in caso di parità di punti passerebbe la Fiorentina (migliore negli scontri diretti, con un punteggio totale di 5 a 3) e prevedere che il finale sarà comunque al veleno, ricordando il Fiorentina-Milan 2-2 di due settimane fa: mille recriminazioni, da entrambe le parti (gol annullato a Boateng, vantaggio di Montolivo, espulsione di Tomovic per una gomitata violenta vista solo da Tagliavento, mancata espulsione di Montolivo, 0-2 di Flamini, due rigori netti per la Fiorentina che portano al pareggio e un rigore netto negato al Milan nel finale, solo per citare le cose principali), assedio a Galliani nella cosiddetta tribuna d'onore (piena di beceri ultras viola, sia pure in giacca e cravatta, che ne fanno uno dei posti evitati da quasi tutti i presidenti avversari), veleni semprevivi fra due società che in comune hanno anche la presenza in Calciopoli, per cui entrambe hanno avuto dirigenti squalificati. Detto questo, Montella prenderà il volo in ogni caso. Deve solo decidere dove.

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