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Il rispetto di Tosel per la bolgia

Redazione

12.03.2013 ( Aggiornata il 12.03.2013 10:52 )

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Antonio Conte per sostenere la sua Juventus vuole una bolgia, lui oltre a non sapere di cosa parlino i suoi giocatori nello spogliatoio vuole la bolgia. Termine tornato di moda dopo qualche centinaio di anni, ma che gli amanti del vintage ripropongono senza problemi insieme alle dieci finali che ci aspettano. Ma si sa che gli stadi di calcio sono una zona franca, per quanto riguarda la civiltà. Lo Juventus Stadium anche di più, quindi dalla bolgia l'insulto il passo è spesso breve. Certo è che la bolgia a volte rende incomprensibili gli insulti, proprio per un problema di decibel. Solo questa può essere la spiegazione degli incredibili, visti i precedenti relativi alla stessa Juventus e ad altre squadre, 4mila euro di multa che il giudice sportivo Giampaolo Tosel, ha inflitto alla società bianconera per i cori durante Juventus-Catania. Contro il Napoli ('O Vesuvio lavali col fuoco') e contro Balotelli ('Non ci sono negri italiani', anche questo non inedito), soprattutto. Cose già sentite in tante altre partite, in qualche caso con multa e in altri no. Il punto è che in questo caso Tosel non poteva fare altro, visto che nel referto arbitrale non c'era traccia di questi cori, che domenica ha sentito chiunque (anche dalla tivù) e che sono stati riportati da tutti i giornali. Ben altro trattamento era stato riservato ai buu dei tifosi interisti contro lo stesso Balotelli nel recente derby: 50mila euro. E secondo noi ci sarebbero stati anche i margini (lo abbiamo scritto sul Guerino) per interrompere la partita e dare il 3 a 0 al Milan così come domenica c'erano quelli per darlo al Catania. Tosel poteva ignorare i fatti, ma non dare una multa di 4mila euro per generici 'cori ingiuriosi'. E' stata una presa in giro, degna di una giustizia sportiva che con qualcuno si applica e con altri si interpreta.

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