In un vecchio post avevamo parlato del Pellè flop in Eredivisie. Nella stagione attuale però l’attaccante di San Cesario si è proposto in una versione che nulla ha a che fare con le precedenti. Ecco il Pellè 2.0.
Alex Del Piero? Mario Balotelli? No, all’estero il bomber italiano del momento è Graziano Pellè, 14 reti in 18 partite della Eredivisie olandese con il Feyenoord. Gol per tutti i gusti: di testa, di rapina, in acrobazia (la girata dopo il controllo al volo contro l’Ajax è già candidata a rete olandese dell’anno). E non è mancato nemmeno un rigore a cucchiaio sotto gli occhi del suo idolo Marco van Basten, eliminato con il suo Heerenveen dagli ottavi di coppa nazionale grazie alle prodezze dell’attaccante salentino.
L’Olanda calcistica non è mai stata terra di conquista per i (pochi) calciatori italiani che hanno tentato l’avventura tra i mulini a vento; il migliore fu l’ex Juventus Marco De Marchi al Vitesse, mentre recentemente ci ha provato l’Inter a svezzare tra i tulipani qualche giovane (Luca Caldirola - Vitesse, Andrea Mei – Vvv Venlo, senza però risultati significativi. Fino a quest’estate anche Pellè rientrava nel capitolo dei flop: 4 stagioni nell’Az Alkmaar (lo volle nientemeno che Louis Van Gaal) e il desolante score di 14 gol complessivi segnati. Comprensibili quindi le perplessità di chi lo aveva visto ritornare, dopo un anno di Italia tra Parma e Sampdoria, per prendere il posto nel cuore dell’attacco del Feyenoord dell’italo-svedese John Guidetti, 20 gol in 23 partite. Oggi Pellè è il miglior giocatore della Eredivisie e, assieme a El Shaarawy, il miglior marcatore italiano in Europa. E come regalo per il 2013 è arrivo il passaggio definitivo dal Parma al Feyenoord, che evita così al club di Rotterdam di trovarsi a giugno nuovamente punto a capo come lo scorso anno, quando Guidetti rientrò dal prestito al Manchester City.
Dell’Italia a Pellè manca tutto: il cibo, il clima, le città. Non però il calcio, perché “l’Olanda è una piccola Bundesliga: stadi moderni e sempre pieni, bel gioco, atmosfera positiva”. E pochissima pressione. “Le partite sono seguitissime, poi in settimana si parla d’altro. E ai giocatori i club concedono molta più libertà”. Tanto poi, se uno non conduce vita d’atleta, i nodi vengono al pettine. Perché, come ama ripetere Pellè citando una frase di Arrigo Sacchi: “se nel weekend vuoi giocare come una Ferrari, in settimana non puoi allenarti come una 500”.