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Redazione

08.01.2013 ( Aggiornata il 08.01.2013 12:12 )

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Lionel Messi e i suoi Palloni d'Oro hanno annoiato tante persone, soprattutto quelle che pensano di avere visto tutto. Al punto che durante la serata di Zurigo in cui all'argentino è stato consegnato il quarto premio come miglior calciatore del mondo (record assoluto: superati Cruijff, Platini e Van Basten, al di là del fatto che i premi di Messi siano stati vinti consecutivamente) parte delle discussioni è stata incentrata sulla necessità di una riforma di un premio che, visto anche l'effetto trascinamento da parte del Barcellona, rischia di avere lo stesso vincitore ancora per qualche anno. La grande colpa di Messi sarebbe quindi quella di essere il giocatore più forte della squadra che gioca il miglior calcio del mondo, vuoi mettere con i premi a Cannavaro, Sammer e Belanov? Che, va ricordato, erano comunque gli uomini-immagine di squadre (Italia, Germania, Dinamo Kiev) che nei rispettivi anni avevano vinto tutto. Dopo la riforma del 1995, quando il Pallone d'Oro è diventato assegnabile anche a non europei militanti in squadre Uefa, e quella del 2006 quando è diventato un premio mondiale pur rimanendo una cosa giornalistica (organizzata da France Football, ma con giurati di tutto il mondo), questa fusione in essere dal 2010 con il vecchio Fifa World Player ha abbattuto ogni steccato e ovviamente non ci sono più aree protette. Se a questo poi si aggiunge che il web ha portato ogni grande campionato in ogni angolo del pianeta, è facilmente intuibile perché alla fine piova sempre sul bagnato senza con questo mettere in dubbio gli enormi meriti di Messi (maggiori che nel 2010 quando Iniesta aveva ogni requisito, Coppa del Mondo compresa, per vincere). Forse non tutti sanno che il premio ha smesso di essere giornalistico, adesso lo è solo per un terzo dei votanti. Allenatori e giocatori hanno convinzioni più radicate, diciamo pure che mediamente sono meno informati (per non dire più ignoranti), rispetto ai giornalisti che seguono il calcio internazionale ed è anche questo che rende impossibili le sorprese. Poi quando si parla di 'colleghi' o di persone che si conoscono bene entrano inevitabilmente in gioco i rapporti personali: non è fantacalcio il primo posto che Prandelli ha assegnato a Pirlo, ma è senza senso il secondo di Buffon. Entrando nel merito, il Pallone d'Oro 2012 si poteva assegnare tranquillamente anche a Iniesta, trascinatore oltretutto della Spagna campione d'Europa in finale sugli azzurri di Prandelli, o a Cristiano Ronaldo: perfetto nella Liga vinta contro il Barcellona, con gol pesantissimi che contano di più di quelli record di Messi, con il Portogallo importante almeno quanto Messi con l'Argentina. Non è uno scandalo che l'abbia vinto Messi, ma è uno scandalo che abbia avuto il doppio dei voti rispettio a CR7 e il quadruplo rispetto a Iniesta. E quindi? Nella società dell'immagine funziona un po' come nella ginnastica artistica e nei tuffi: prima ti devi costruire una credibilità con i giudici, poi puoi anche vivere di (relativa) rendita.

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