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Solo Davids ha spostato qualcosa

Redazione

04.01.2013 ( Aggiornata il 04.01.2013 08:41 )

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Caso Osvaldo, caso Balotelli, caso Sneijder, caso Pato, eccetera: per un mese ci trascineremo verso la fine del mercato di riparazione raccontando e/o ingigantendo litigi con allenatori e club, quindi è prematuro dire come cambieranno gli equilibri di una serie A che cerca di rimescolare le carte (tranne ovviamente la Juventus, perché le ha già buone, e il Napoli perché pensa di averle buone come i bianconeri ma di non essersele giocate al meglio) spendendo zero euro. In cosa il calciomercato di riparazione 2012-2013 è diverso da quelli che lo hanno preceduto? Proprio nei soldi: è il primo, da quando le frontiere sono state riaperte (quindi dal 1980, anche se all'epoca la riparazione avveniva a novembre), in cui si ha l'assoluta certezza che non arriverà alcun calciatore di qualità superiore a quelli che sono partiti. Dopo 33 anni dobbiamo insomma abituarci a non sognare, nemmeno per ingannare più o meno innocentemente i lettori e noi stessi. Questo non toglie che qualche Buffalo Bill di grande nome possa fare la sua apparizione, a parità di ritardi nel pagamento degli stipendi Drogba preferisce di sicuro l'Italia alla Cina senza stare a sottilizzare troppo sulla squadra (l'importante è che gli tengano sempre il tavolo nel suo ristorante preferito). La realtà è che anche quando c'erano i soldi le operazioni di gennaio hanno sempre cambiato poco e di sicuro mai hanno inciso sull'assegnazione dello scudetto tranne che nel caso di Edgar Davids 1997-98: Il Milan lo cedette alla Juventus non certo per una valutazione tecnica, ma perché l'olandese arrivato l'anno prima insieme a Reiziger aveva rotto con tutti i senatori (Costacurta lo definì simpaticamente 'mela marcia'). E i bianconeri allenati da Lippi, che erano a poca distanza dall'Inter di Simoni, trovarono con Davids quello che mancava per dominare a centrocampo (il resto, Moggi compreso, c'era già). Per il resto anche le operazioni fortunate, tipo Cavani al Palermo o lo stesso Cassano al Milan nel 2011, non è che abbiano avuto chissà quale valenza tecnica nell'immediato (il Milan vinse sì lo scudetto, ma il merito non fu certo di un Cassano fuori forma). Conclusione? Cambiava niente quando c'erano i soldi, figuriamoci adesso.

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